460 TERZA PARIE
^ Bfo fari abbozzando le tauole con i colori, elle furono tutte tré fornite d'abbozzare con
in compaia molta lode di Christofaro, che in ciò si portò benissimo. Finite d'abbozzare le
del Vafoi, g tauole , si mite mano Sfregio , il quale le bene doueua tutto da se Iauorar<_,
d'altri, Christofaro, hebbe compagnia, percioche venuto da Camàldoli a Bologna Ste-
fano Veltroni dal Monte Sansouino , cugino del Vasari , c'haueua abbozzata la
tauola del Deposto, fecero ambidue quell'opera insieme, e tanto bene , che riu-
Tà raro nelle scì marauigliosa . Lauoraua Christofaro le grottesche tanto; bene , che noria
pottefebe. si poteua veder meglio, ma non daua lorovna certa fine,che hauesse perfettio-
Concorrenza ne. E per contrario Stefano mancaua d'vna certa finezza, e gratin , percioche le
tra Stefano. penne|]ate non faceuano a vn tratto restare le cose a iluoghi loro, onde, perche
era molto patiente, se ben duraua più fatica, conduccua finalmente le Sue grot-
^estroni , o tesche con più diligenza , e finezza . Lavorando dunque costoro a concorrenza
ma" prositto l'opera di quello fregio, tanto faticarono l'vno , e l'altro , che Christofaro impa-
"sommàto rò a finire da Stefano , e Stefano imparò da lui a essere più fino, e lauorare dar
Maestro. Mettendoli poi mano a i felloni grossi,che andauano a'mazzi intorno
alle finestre,il Vasari ne fece vno di sua mano,tenendo inanzi frutte naturali,per
ritrarle dal viuo. E ciò fatto , ordinò , che tenendo il medesimo modo Christo-
faro, e Stefano , seguitassero il rimanente , vno da vna banda , e l'altro dall'altra
della finestra ; e così a vna a vna 1'andassero finendo tutte , promettendo a chi di
loro meglio si portale, nel fine dell'opera , vn paio di calze di Scarlatto ; perche
gareggiando amoreuolmente costoro per l'vtile,e per l'honore , si misero dalle
cose grande a ritrarre insino alle minutissime , come migli , manichi , ciocche di
finocchio, & altre Simili, di maniera, che furono que'festoni bellissimi, & ambi-
due hebbero il premio delle calze di Scarlatto dal Vasari, il quale si affaticò
molto, perche Christofaro facesse da se parte de'disegni delle storie,che andaro-
nonel fregio , ma egli non volle mai. Onde mentre , che Giorgio gli faceua da
se, condusse i casamenti di due tauole con gratia , e bella maniera , a tanta per-
fettione, che vn Maestro di gran giudicio , ancorché hauesse hauuto i cartoni
inanzi , non harebbe fatto quello , che sece Christofaro . E di vero non fù mai
Pittore, che facesse da se, e senza Audio, le cose , che a costui veniuano fatte.}
Hauendo poi finito di tirare inanzi i cafamenti delle due tauole , mentre che il
Vasari conduceua a fine le venti Storie dell'Apocalisse,per lo detto fregio, Chri-
stofaro nella tauola doue S.Gregorio ( la cui teda è il ritratto di Papa Clemente
Settimo) mangia con que'dodici poveri,sece Christofaro tutto l'apparecchio del
mangiare molto viuamente, e naturalissimo. Essendosi poi mefso mano alla
terza tauola, mentre Stefano faceua mettere d'oro l'ornamento dell'aire due , si
sece sopra due Capre di legno vn ponte, in sui quale , mentre il Vasari lauoraua
da vna banda in vn Sole i tré Angeli , che apparuero ad Abraamo nella valle_,
Mambre,faceua dall'altra banda Christofaro certi casamenti; Ma perche egli sa-
ceua sempre qualche trabiccola di predelle , deschi, e tal volta di catinelle a ro-
tierscio,e pentole,sopra le quali saliua,come huomo,a caso,ch'egli era;auuenn%
„ , , che volendo vna volta difcostarsi,per vedere quello, che haueua fatto,che man-
3 mferwfy cattigli sotto vn piede,& andate fottosopra le trabiccole, cafcò d'alto s. braccia,
ima asa® esi pessoin modo, che bisognò trargli sangue, e curarlo da douero, altrimenti si
farebbe morto. E che su peggio, essendo egli vn'huomo così fatto, e traseurato,
se gli sciolsero vna notte le faseie del braccio , per lo quale si era tratto sangue,
con tanto suo pericolo , che fe di ciò non s'accorgeva Stefano , ch'era a dor^
mire
mitene
to^
I^W
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frisino
feeaCi^
fòtutta d
fosocot
lofbmat
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bete non
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Dquadri dii
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Ideimi
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^ Bfo fari abbozzando le tauole con i colori, elle furono tutte tré fornite d'abbozzare con
in compaia molta lode di Christofaro, che in ciò si portò benissimo. Finite d'abbozzare le
del Vafoi, g tauole , si mite mano Sfregio , il quale le bene doueua tutto da se Iauorar<_,
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^estroni , o tesche con più diligenza , e finezza . Lavorando dunque costoro a concorrenza
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"sommàto rò a finire da Stefano , e Stefano imparò da lui a essere più fino, e lauorare dar
Maestro. Mettendoli poi mano a i felloni grossi,che andauano a'mazzi intorno
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