ro TERZA PARTE
lapouera femina furono così grati,come ad vn'altro sarebbono flati cinquecenti
co. Fù dunque Michele cortese (opra quanti huomini furono mai ; con ciò lus-
fe , che non sì tolto sapeua il bisogno , e desiderio de gli amici, che cercaua di
compiacergli, se hauesse douuto spendere la vita . Ne mai alcuno gli fece serule
rio, che non ne fusse in molti doppj ristorato. Hauendogli fatto Giorgio Vasa-
riin Venera vn disegn® grande, con quella diligenza, che seppe maggiore, nel
quale fi vedeua il superbissimo Lucifero , con iTuoi seguaci, vinti dall ' Angelo
Michele, piouere rouinosamente di Cielo in vn'horribile Inferno,non fece altro
per allhora ,che ringratiarne Giorgio , quando prese licenza da lui . Ma non_>
molti giorni dopo, tornando Giorgio in Arezzo, trouò il San Michele hauer
molto inanzi mandato a sua madre , che si staua in Arezzo , vna soma di robbe
così belle, & honorate, come se fusse flato vn ricchissimo Signore ,e con vna=s
lettera nella quale molto l'honoraua per amore del figliuolo . Gli vollero mol-
te volte i Signori Venetiani accrescere la prouisione, & egli ciò ricusando, pre-
gaua sempre che in suo cambio l'accrescessero a inepoti. In somma sù Miche-
le in tutte le sue attioni tanto gentile, cortese, & amoreuole ,che meritò edere
Amato da amato da infiniti Signori, dal Cardinale de'Medici, che fù Papa Clemente Setti-
Principi. mo, mentre, che flette a Roma; dal Cardinale Alessandro Farnese , che fù Paolo
Terzo ; dal diuino Michelagnolo Buonaroti ; dal Sig. Francesco Maria Duca di
Vrbino, eda insiniti gentilnuomini, e senaton Venetiani. In Verona fù suo
amici«imo Fra Marco de'Medici, huomo di letteratura, e bontà infinita,e mol-
ti altri, de'quali non accade al presente far mentione.
Pittori Vero- Hora per non hauere a tornare di quìa poco a parlare de'Veronesi, con que-
nesi dinerso e da occasione dei sopradetti , farò in quello luogo mentione d'alcuni Pittori di
loro opere. quella patria, che hoggi viuono, e sono degni d'essere nominati, e non passati in
Domenico del oiun modo con silentio. Il primo de' quali è Domenico del Riccio , il quale in
Riccia# frescohà fatto di chiaro (curo ,& alcune cose colorite , tre facciate nella casa di
Fiorio della seta in Verona, sopra il ponte nuouo, cioè le tre, che non rispondo-
no sopra il ponte, emendo la casa isolata . In vna sopra il fiume sono battaglie di
mostri marini; in vn'altra le battaglie de'Centauri, e molti fiumi ; nella terza so-
no due quadri coloriti. Nel primo, che è sopra la porta, è la mensa de gli Dei; e
nell'altro sopra il fiume , sono le nozze finte frà il Benaco , detto il lago di Gar-
da, e Caride Ninfa, finta per Garda, de'quali nasce il Mincio fiume , il qualar
veramente esce dal detto lago . Nella medesima casa è vn fregio grande , doue
sono alcuni trionfi coloriti, e fatti con bella prattica, e maniera. In casa di Mes*
ser Pellegrino Ridolsi , pur in Verona , dipinse il medesimo la incoronatone di
Carlo Quinto Imperadore, e quando, dopo edere coronato in Bologna , caualca
conil Papa perla Città , con grandissìma pompa. A olio hà dipinto la tauolo
principale della Chiesa,che hà buonamente edificata il Duca di Mantoua , vici-
na al Castello; Nella quale è la decollatone, e martirio di Santa Barbara, con_s
molta diligenza , e giudicio lauorata. E quello ,che molle il Duca a fir fare_j
quella tauola a Domenico , si fù l'hauer veduta , & essergli molto piacciura la a
Paolino. sua maniera in vna tauola , che molto prima haueua fatta Domenico nel Duo-
Paole Fari, mo di Mantoua, nella Capella di S. Margherita , a concorrenza di Paulino,che
nato# fece quella di S.Antonio di Paolo Fatinato, che dipinse quella di S.Martiho;e di
Battila del Battista del Moro, che fece quella della Maddalena. I quali tutti quattro Vero-
Moro. nesifurono là condotti da Hercole Cardinale di Mantoua , per ornare quella
Chic-
lapouera femina furono così grati,come ad vn'altro sarebbono flati cinquecenti
co. Fù dunque Michele cortese (opra quanti huomini furono mai ; con ciò lus-
fe , che non sì tolto sapeua il bisogno , e desiderio de gli amici, che cercaua di
compiacergli, se hauesse douuto spendere la vita . Ne mai alcuno gli fece serule
rio, che non ne fusse in molti doppj ristorato. Hauendogli fatto Giorgio Vasa-
riin Venera vn disegn® grande, con quella diligenza, che seppe maggiore, nel
quale fi vedeua il superbissimo Lucifero , con iTuoi seguaci, vinti dall ' Angelo
Michele, piouere rouinosamente di Cielo in vn'horribile Inferno,non fece altro
per allhora ,che ringratiarne Giorgio , quando prese licenza da lui . Ma non_>
molti giorni dopo, tornando Giorgio in Arezzo, trouò il San Michele hauer
molto inanzi mandato a sua madre , che si staua in Arezzo , vna soma di robbe
così belle, & honorate, come se fusse flato vn ricchissimo Signore ,e con vna=s
lettera nella quale molto l'honoraua per amore del figliuolo . Gli vollero mol-
te volte i Signori Venetiani accrescere la prouisione, & egli ciò ricusando, pre-
gaua sempre che in suo cambio l'accrescessero a inepoti. In somma sù Miche-
le in tutte le sue attioni tanto gentile, cortese, & amoreuole ,che meritò edere
Amato da amato da infiniti Signori, dal Cardinale de'Medici, che fù Papa Clemente Setti-
Principi. mo, mentre, che flette a Roma; dal Cardinale Alessandro Farnese , che fù Paolo
Terzo ; dal diuino Michelagnolo Buonaroti ; dal Sig. Francesco Maria Duca di
Vrbino, eda insiniti gentilnuomini, e senaton Venetiani. In Verona fù suo
amici«imo Fra Marco de'Medici, huomo di letteratura, e bontà infinita,e mol-
ti altri, de'quali non accade al presente far mentione.
Pittori Vero- Hora per non hauere a tornare di quìa poco a parlare de'Veronesi, con que-
nesi dinerso e da occasione dei sopradetti , farò in quello luogo mentione d'alcuni Pittori di
loro opere. quella patria, che hoggi viuono, e sono degni d'essere nominati, e non passati in
Domenico del oiun modo con silentio. Il primo de' quali è Domenico del Riccio , il quale in
Riccia# frescohà fatto di chiaro (curo ,& alcune cose colorite , tre facciate nella casa di
Fiorio della seta in Verona, sopra il ponte nuouo, cioè le tre, che non rispondo-
no sopra il ponte, emendo la casa isolata . In vna sopra il fiume sono battaglie di
mostri marini; in vn'altra le battaglie de'Centauri, e molti fiumi ; nella terza so-
no due quadri coloriti. Nel primo, che è sopra la porta, è la mensa de gli Dei; e
nell'altro sopra il fiume , sono le nozze finte frà il Benaco , detto il lago di Gar-
da, e Caride Ninfa, finta per Garda, de'quali nasce il Mincio fiume , il qualar
veramente esce dal detto lago . Nella medesima casa è vn fregio grande , doue
sono alcuni trionfi coloriti, e fatti con bella prattica, e maniera. In casa di Mes*
ser Pellegrino Ridolsi , pur in Verona , dipinse il medesimo la incoronatone di
Carlo Quinto Imperadore, e quando, dopo edere coronato in Bologna , caualca
conil Papa perla Città , con grandissìma pompa. A olio hà dipinto la tauolo
principale della Chiesa,che hà buonamente edificata il Duca di Mantoua , vici-
na al Castello; Nella quale è la decollatone, e martirio di Santa Barbara, con_s
molta diligenza , e giudicio lauorata. E quello ,che molle il Duca a fir fare_j
quella tauola a Domenico , si fù l'hauer veduta , & essergli molto piacciura la a
Paolino. sua maniera in vna tauola , che molto prima haueua fatta Domenico nel Duo-
Paole Fari, mo di Mantoua, nella Capella di S. Margherita , a concorrenza di Paulino,che
nato# fece quella di S.Antonio di Paolo Fatinato, che dipinse quella di S.Martiho;e di
Battila del Battista del Moro, che fece quella della Maddalena. I quali tutti quattro Vero-
Moro. nesifurono là condotti da Hercole Cardinale di Mantoua , per ornare quella
Chic-