GIO. BATTISTA JD^À^I.
&rdife por mano. Il che sù grandma gloria di cotal'Artesice.Egli medesimo co-
minciò a quelli di Coo un'altra Venere, e ne sece il volto , e la parte sourani del
petto,e si pesò da quel che se ne vedeva,che egli barebbe, e quellaprima Dionea,
ese stesso in queflaauangato . Morte così bella opera interroppe , ne si trovò poi
' chi alla parte disognata presumesse aggiugner colore . Dipinse ancora a quelli di
Esefo , neltépio della lor Diana va' ^lessandro Magno con la fretta di Giove in
mano,le dita della quale pareva,che sussero di rilievo,e la saetta,cbe vscisse suor
della tavola, e ne sù pagato di moneta d'oro, non a novero, ma a misura. Dipinse Ebraffe i^
molte altre sigure di gran nome, e Clitosamiliar di Mlessandro inatto di appre- nite volte
siarsi a battagliano il paggio suo,che gli porgeva la celata. Igpn bisogna domane Alefs, & Ea
dare quante volte,ne in quante maniere,e'ritraesse Mlessandro,ò Filippo suo pL ^°e
dre,chesurono infinite,e quanti alti i Rè,e personaggi grandi ei dipigne sse. In Ro-
masi vide di Ini Castore, e 'Polluce con la Plttoria^ Mlessandro trionsante cori
1' imagine della Guerra , con le mani legate dietro al carro . Le quali due tavole
Mugusso consaci ò al suo soro nelle parti più bonorate diquello.E Claudio poi ca«
celiamone il volto di Mless. vi sece riporre quello di Mugusso . Dipinse vn Heroe
ignudo,quasì in qvest'opera volefse gareggiare co la natura. Dipinfe àcora a pro-
va co certi altri pittori vn cavallo, dove temendo del giudicio degli buomini, &
insospettito del savore de'giudici inuerso ifuoi avuersarfocbiestcbe se ne stesse al
giudicio de'cauallistessi,& essédo menatii cavalli d'attorno a'ritratti di ciaseung ^
ringhiarono a quel espelle solamente, il qualgivdiciosù (limato verissìmo . Ri-
trasse Antigono in coraggi con il cavallo dietro, & in altre maniere molte,e dì
tutte le sue'opere quelli,che di così satte opere s'intesero giudicarono l'ottima efr
sere vn Antigono a cavallo. Fi bella anco di lui vna Diana secodo,che la dipinse
in versi Homero e'pare, che il dipintore in quesìo vincesse il poeta. Dipinse in ol-
tre co nuovo modo,e bella inuctione la Calunnia predettone quefta occasione.Era
egli in Mlessddria in corte di Tolomeo Rè,e per la virtù sua in molto sauore.Heb
bevi dell'arte dessa chi sinuidiaua, e cereddó di sarlo mal capitare l'accusò di co*
siltra còtro a Tolomeo,di cosa nella quale no soto no bavetta colpa veruna Mpel- Corse perìm
le, ma ne anco era da credere, che vn tal péferogli susse mai caduto nell'animo; lo della vL
fù nòdimeno vicino al perderne la persona,credendo ciò il Rè scioccamente,e per, per salunnQ
ciò ripesando egli seco flesso il pericolo, il quale baucua corfo,volle mofirare con
Carte sua , che è , come pericolosa , cosasusse la Calunnia ; e così dipinfe vn Rè a
sedere con orecchie lunghissìme, e che porgeva innanzi la mano ; da ciascuno de'
iati del quale era vna figura , il Sospetto,è l'ignoranza. Dalla parte dinanzi ve^ Ci o esoeff^
niva vna semmina molto bella , e bene adorata, on Sembiante siero , & adi, mirabUmcn.
rato; e con essa la sìnistra teneva vnasacellina accesa, e con la deflra strascinaua ^ in Fittur^.
per i capelli vn doloroso giovane , il quale pareva , che con gli occhi , e con le
mani levate al cielo gra tia, e chiamale li Dei per teftimonio della
vita sua , di ninna colpa macchiata . Guidava costei vna sigura pallida nel vol*
to,e molto soggila quale pareu^rh ; ^allora dalvaiso
queslasi giudicò,che sasse l'invidia.^ TL^ ^n^ .comes:e fa :cv+s,e di
suacompagnia seguiuano due ' ^ h che <h ed \< ke rassembraua-
no l'Inganno,e l'Inedia. Dofr , s-, penitenti attergata di cilore,&
inuoltampannib^wd.iqrgle'^vcraa^ ^pa^ua,cbe dietroguardan-
dosimossrasse la ferità,^ sornirà s^^ma,emolto conte<mosa.Oue-
sta tavola su molto lodate e se: /^vrr . ; ^ • . # 3< ?^ la k^gia^ria delibar-
te,epcr laiwaentione della cosa,la quale puhgru^vac ioro,li quali fono propa
&rdife por mano. Il che sù grandma gloria di cotal'Artesice.Egli medesimo co-
minciò a quelli di Coo un'altra Venere, e ne sece il volto , e la parte sourani del
petto,e si pesò da quel che se ne vedeva,che egli barebbe, e quellaprima Dionea,
ese stesso in queflaauangato . Morte così bella opera interroppe , ne si trovò poi
' chi alla parte disognata presumesse aggiugner colore . Dipinse ancora a quelli di
Esefo , neltépio della lor Diana va' ^lessandro Magno con la fretta di Giove in
mano,le dita della quale pareva,che sussero di rilievo,e la saetta,cbe vscisse suor
della tavola, e ne sù pagato di moneta d'oro, non a novero, ma a misura. Dipinse Ebraffe i^
molte altre sigure di gran nome, e Clitosamiliar di Mlessandro inatto di appre- nite volte
siarsi a battagliano il paggio suo,che gli porgeva la celata. Igpn bisogna domane Alefs, & Ea
dare quante volte,ne in quante maniere,e'ritraesse Mlessandro,ò Filippo suo pL ^°e
dre,chesurono infinite,e quanti alti i Rè,e personaggi grandi ei dipigne sse. In Ro-
masi vide di Ini Castore, e 'Polluce con la Plttoria^ Mlessandro trionsante cori
1' imagine della Guerra , con le mani legate dietro al carro . Le quali due tavole
Mugusso consaci ò al suo soro nelle parti più bonorate diquello.E Claudio poi ca«
celiamone il volto di Mless. vi sece riporre quello di Mugusso . Dipinse vn Heroe
ignudo,quasì in qvest'opera volefse gareggiare co la natura. Dipinfe àcora a pro-
va co certi altri pittori vn cavallo, dove temendo del giudicio degli buomini, &
insospettito del savore de'giudici inuerso ifuoi avuersarfocbiestcbe se ne stesse al
giudicio de'cauallistessi,& essédo menatii cavalli d'attorno a'ritratti di ciaseung ^
ringhiarono a quel espelle solamente, il qualgivdiciosù (limato verissìmo . Ri-
trasse Antigono in coraggi con il cavallo dietro, & in altre maniere molte,e dì
tutte le sue'opere quelli,che di così satte opere s'intesero giudicarono l'ottima efr
sere vn Antigono a cavallo. Fi bella anco di lui vna Diana secodo,che la dipinse
in versi Homero e'pare, che il dipintore in quesìo vincesse il poeta. Dipinse in ol-
tre co nuovo modo,e bella inuctione la Calunnia predettone quefta occasione.Era
egli in Mlessddria in corte di Tolomeo Rè,e per la virtù sua in molto sauore.Heb
bevi dell'arte dessa chi sinuidiaua, e cereddó di sarlo mal capitare l'accusò di co*
siltra còtro a Tolomeo,di cosa nella quale no soto no bavetta colpa veruna Mpel- Corse perìm
le, ma ne anco era da credere, che vn tal péferogli susse mai caduto nell'animo; lo della vL
fù nòdimeno vicino al perderne la persona,credendo ciò il Rè scioccamente,e per, per salunnQ
ciò ripesando egli seco flesso il pericolo, il quale baucua corfo,volle mofirare con
Carte sua , che è , come pericolosa , cosasusse la Calunnia ; e così dipinfe vn Rè a
sedere con orecchie lunghissìme, e che porgeva innanzi la mano ; da ciascuno de'
iati del quale era vna figura , il Sospetto,è l'ignoranza. Dalla parte dinanzi ve^ Ci o esoeff^
niva vna semmina molto bella , e bene adorata, on Sembiante siero , & adi, mirabUmcn.
rato; e con essa la sìnistra teneva vnasacellina accesa, e con la deflra strascinaua ^ in Fittur^.
per i capelli vn doloroso giovane , il quale pareva , che con gli occhi , e con le
mani levate al cielo gra tia, e chiamale li Dei per teftimonio della
vita sua , di ninna colpa macchiata . Guidava costei vna sigura pallida nel vol*
to,e molto soggila quale pareu^rh ; ^allora dalvaiso
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suacompagnia seguiuano due ' ^ h che <h ed \< ke rassembraua-
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