VITA DI CIO. FRANCESCO RVSMCHL ,r
cbuotfingreno niello altare, perche imparafócon Andrea del Verocchio, ap-
predo al quale slava sinalmente Leonardo da Vinci, giovane raro, e dotato d'in« :
finite virtù, perche piacendo al Radico la bella maniera ,& i modi di Leonardo,
e parendoglieli e l'aria delle lue tede,e le movènze delle figure fu(Tono più gra- &fa so#,
tiose, e fiere , che quelle d'altri , le quali hauesse vedute giamai si accodò a lui, re tòv^&
imparato,che hebbe a gettare di bronzo,tirare di proSpettiva,e lavorare di mar.
ino, e dopo, che Andrea fù andato a lavorare a Venerea. Stando dunque il Ru-
stico con Leonardo, e servendolo con ogni amorevole sommessione, gli pofer
tanto amore esso Lionardo, conoscendo quel giovane di buono, e luKeroani-
nee liberale, e diligente, spariente nelle fatiche dell'arte ,che rion faceva , ne
più quà,ne più là diquello voleva Giouanfrancésco. Il quale , pervinche oltre
all'etere di famiglia nobile, hatieua da vivere honeslaniente, faceva l'arte pù
per suo diletto, e desiderio d'henore,< he per guadagnare . Eper dirne il ver®
quegli Artefici, clv hanno per virano, e principale fine il guadagno , e l'vtile, e
non la gloria, e 1'honore, rade volte , ancorché sieno di bello , e buono ingegner
tieseono eccellentissimi. Senza , che il lavorare per vivere,come fanno infiniti
aggravati di povertà , e di famiglia , & il fare non a capricci , e quando a ciò so-
no volti gli animi, e la volontà, ma per bisogno dalla mattina alla sera è cosano
nón da huominuche habbiano per fine la gloria, e 1'honore, ma da opere, come
si dice, e da manovali,percioche l'opere buone non vengon fatte Senza essetQ,
prima fiate lungamente consederate. E per quello vsaua di dire il Rustico, nell'
età sua più matura , che si deve prima pensaie, poi fare gli Schizzi , & appresso i
dilegui. Equelli fatti , la Sciargli stare Settimane,emeli,senza vedergli, epoi, fy^& p^,
(celti i migliòri, e mettergli in opera . La qual cosa non può fare ognuno, n<y Zsocw ^
coloro l'vsano , che lavorano per guadagno Solamente . Deceva ancora , che, ®%/^ ^^
Popere non si deono così mostrare a ognuno prima , che sieno finite , per poter ^ falere.
mutarle quante volte, & in quanti modi altri vuole , Senza ridetto ninno. Ite
parò Giouanfrapcesco da Lionardo rriolte cose , ma particolarmente rifare ca-
usili, de'quali si dilettò sàni o bene, che ne fece di terra, di cera, e di tondo , Q,
basso rilievo in quante maniere si porfono imagmàrsi . Et alcuni se ne veggioUÓ
nel nostro Libro tanto bene dileguati , che fanno fede della virtù ie Sapere di
Giouanfrancesco, il quale Seppe anco maneggiare i colori ,é fece alcune Pitture
ragionevoli , ancorebela Sua principale profeshone fusse làSteltura. E perche
habitò vn tempo nella via de'Martegli fù amicissimo di tutti gli huomini di
quella famiglia , che hà sempre hauuto huominiviitucsssimi, e di valore ;<_,
particolarmente di Pietro. Al quale fece ( come a Suo più intiinseco ) alcune fe
gurerte di tondo rilievo, e ftà 1'altre vna Nostsa Donna col figlio in collo a sede-
te Sopra certe nuvole piene di Cherubini. Simile alla quale , ne dìpinse poi col
tempo vn'altra in vn gran quadro a olio, con vna ghirlanda di Cheiubini,cht_, £6^/,/^
intorno aliatela le fà diademi. Essendo poi tornata in Firenze la famiglia de' l^lre fe fr*.
Medici , il Rustico si fece c'onoscere al Cardinale Giovanni per creatura di Lo- "h^ ^re""
renzo suo padre , efù ricevuto con molte carezze. Ma perche imedi della cor-
te non gli piacevano, &erano contrarij alla suri natura tutta (incera, e quietar, '
e non piena'd'inuidia, & ambinone, si volle star Sempre da se , e far vita quali da
Filosofo, godendoli vna tranquilla paté , è riposo. E quando pure alcuna vol-
ta voleva ricrearti, ò si trottava zonsuòi amicidelF arte , ocon alcuni Cittadini
Suoi 'dbmestì&, non renando per quello di lavorare,quando voglia glie ne veni-
Ha/ò glie n'era sótta occasióne. Onde nella ventiti l'anno fóilfe cinquecento, e
Gx quia-
cbuotfingreno niello altare, perche imparafócon Andrea del Verocchio, ap-
predo al quale slava sinalmente Leonardo da Vinci, giovane raro, e dotato d'in« :
finite virtù, perche piacendo al Radico la bella maniera ,& i modi di Leonardo,
e parendoglieli e l'aria delle lue tede,e le movènze delle figure fu(Tono più gra- &fa so#,
tiose, e fiere , che quelle d'altri , le quali hauesse vedute giamai si accodò a lui, re tòv^&
imparato,che hebbe a gettare di bronzo,tirare di proSpettiva,e lavorare di mar.
ino, e dopo, che Andrea fù andato a lavorare a Venerea. Stando dunque il Ru-
stico con Leonardo, e servendolo con ogni amorevole sommessione, gli pofer
tanto amore esso Lionardo, conoscendo quel giovane di buono, e luKeroani-
nee liberale, e diligente, spariente nelle fatiche dell'arte ,che rion faceva , ne
più quà,ne più là diquello voleva Giouanfrancésco. Il quale , pervinche oltre
all'etere di famiglia nobile, hatieua da vivere honeslaniente, faceva l'arte pù
per suo diletto, e desiderio d'henore,< he per guadagnare . Eper dirne il ver®
quegli Artefici, clv hanno per virano, e principale fine il guadagno , e l'vtile, e
non la gloria, e 1'honore, rade volte , ancorché sieno di bello , e buono ingegner
tieseono eccellentissimi. Senza , che il lavorare per vivere,come fanno infiniti
aggravati di povertà , e di famiglia , & il fare non a capricci , e quando a ciò so-
no volti gli animi, e la volontà, ma per bisogno dalla mattina alla sera è cosano
nón da huominuche habbiano per fine la gloria, e 1'honore, ma da opere, come
si dice, e da manovali,percioche l'opere buone non vengon fatte Senza essetQ,
prima fiate lungamente consederate. E per quello vsaua di dire il Rustico, nell'
età sua più matura , che si deve prima pensaie, poi fare gli Schizzi , & appresso i
dilegui. Equelli fatti , la Sciargli stare Settimane,emeli,senza vedergli, epoi, fy^& p^,
(celti i migliòri, e mettergli in opera . La qual cosa non può fare ognuno, n<y Zsocw ^
coloro l'vsano , che lavorano per guadagno Solamente . Deceva ancora , che, ®%/^ ^^
Popere non si deono così mostrare a ognuno prima , che sieno finite , per poter ^ falere.
mutarle quante volte, & in quanti modi altri vuole , Senza ridetto ninno. Ite
parò Giouanfrapcesco da Lionardo rriolte cose , ma particolarmente rifare ca-
usili, de'quali si dilettò sàni o bene, che ne fece di terra, di cera, e di tondo , Q,
basso rilievo in quante maniere si porfono imagmàrsi . Et alcuni se ne veggioUÓ
nel nostro Libro tanto bene dileguati , che fanno fede della virtù ie Sapere di
Giouanfrancesco, il quale Seppe anco maneggiare i colori ,é fece alcune Pitture
ragionevoli , ancorebela Sua principale profeshone fusse làSteltura. E perche
habitò vn tempo nella via de'Martegli fù amicissimo di tutti gli huomini di
quella famiglia , che hà sempre hauuto huominiviitucsssimi, e di valore ;<_,
particolarmente di Pietro. Al quale fece ( come a Suo più intiinseco ) alcune fe
gurerte di tondo rilievo, e ftà 1'altre vna Nostsa Donna col figlio in collo a sede-
te Sopra certe nuvole piene di Cherubini. Simile alla quale , ne dìpinse poi col
tempo vn'altra in vn gran quadro a olio, con vna ghirlanda di Cheiubini,cht_, £6^/,/^
intorno aliatela le fà diademi. Essendo poi tornata in Firenze la famiglia de' l^lre fe fr*.
Medici , il Rustico si fece c'onoscere al Cardinale Giovanni per creatura di Lo- "h^ ^re""
renzo suo padre , efù ricevuto con molte carezze. Ma perche imedi della cor-
te non gli piacevano, &erano contrarij alla suri natura tutta (incera, e quietar, '
e non piena'd'inuidia, & ambinone, si volle star Sempre da se , e far vita quali da
Filosofo, godendoli vna tranquilla paté , è riposo. E quando pure alcuna vol-
ta voleva ricrearti, ò si trottava zonsuòi amicidelF arte , ocon alcuni Cittadini
Suoi 'dbmestì&, non renando per quello di lavorare,quando voglia glie ne veni-
Ha/ò glie n'era sótta occasióne. Onde nella ventiti l'anno fóilfe cinquecento, e
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