VITA DI DANIELLO RICCIARELLI, io,
Usuano a Daniello ; elso Daniello , già resoluto al tutto di volere abbandona- Si r^) „
re laPittura , e darli alla Scultura le n'andò a Carrara a far cauare i marmi , così st^^creall^
del San Michele , come delle statue haueua da fare per la Capella di Montorio, smhurQ,à
mediante la quale occasione, venendo a vedere Firenze ,e l'opere, che il Vasari * ''""fó
focena in Palazzo al Duca C®simo,e l'altre di quella Città gli surono fatte de
infiniti amici suoi molte carezze , e particolarmente da esso Vasàri , al quale
i'haueua per lue lettere raccommandato il Buonaroti. Dimorando adunqùg_,
Daniello in Firenze,e veggendo quanto il Signor Duca si dilettasse di tutte l'ar- ,
ti del disegno , venne in desiderio d'accommodarsi al seruigio di Sua Eccellenza
Illustnssima, perche hauendo adoperato molti mezi,& hauendo il Signor Du-
ca, a coloro, che lo raccommandauano risposto ,che futile introdotto dal Vaiati,
cosiffatto • Onde Daniello offerendoli a seruire Sua Eccellenza amoreuol-
niente, ella gli rispose, che molto volentieri l'accettaua, e che iodisfatto, ch<Q
egli hauessfe a oblighi , c'haueua in Roma, venisse a sua polla , che sarebbe ve-
duto ben volentieri. Stette Daniello tutta quella siate in Firenze, doue l'ac-
commodò Giorgio in vna cala di Simon Botti, suoamicissimo. La doue in det-
to tempo formò di gesso quali tutte le figure di marmo , che di mano di Michel'
Agnolo sono nella Sagrestia nuoua di San Lorenzo , e fece per Michele Fuche-
ri Fiamingo vna Leda ,che fu molto bella sigura . Dopo andato a Carrara , e di ràtCOTxt#
limandoti marmi, ehe voleua, alla volta di Roma, tornò di nuouo a Firenze, * ^i^ tè
per quella cagione. Hauendo Daniello menato in sua compagnia quando m marmi, efo
principio venne da Roma a Firenze, vn suo gioitane, chiamato Horatio Pianet- voleva ,,#
tijvirtuoso ,e molto gentile (qualunque di ciò si susfe la cagione) non fù si tosto Rwm
attillato a Firenze, che li morì. Di che sentendo infinita noia , e dispiacere Da-
niello, come quelli, che molto, per le sue virtù, amarra il giouane,e non poten-
do altrimenti verso di lui il suo buono animo mostrare , tornato quest'vltimo
volta a Firenze, fece la testa di lui di marmo dal petto in sù, ritraendola ottima^
mente da vna formata in sui morto . E quella finita , la pose con vno Epitaffio
nella Chesa di San Michele Bertoldi in sulla piazza de gli Antinori . Nel che si
mostrò Daniello con quello veramente amoreuole vfficio ,huomo di rara bon-
tà , & altrimenti amico a gli amici di quello, che hoggi si costuaa commune-
mente, pochissimi ritrouandosi,che nell'amicitiaaltra cosa amino ,che l'vtile,e ,
commodo proprio. Dopo quelle cose,essendo gran tempo, che non era slato a
Volterra sua patria, riandò prima, che ritornale a Roma , e vi fù molto carez-
zato da gli amici , e parenti suoi. Et essendo pregato dilasciare alcuna memo- v;& /$ ^g
ria di se nella patria ,fece in vn quadretto di figure picciole la sioria de gl'lnno- fa,, ìafciew^
centi, che fu tenuta molto bell'opera ,e la pose nella Chiesa d San Pietro. Do- &$ mimori#/
po pensando di non mai più douerui ritornare; vendè quel poco ,che vi haueua
di patrimonio a Leonardo Ricciarelli suo Nipote , il quale essendo con effo lui
statoaRoma, & hauendo molto bene imparato a lauorare di stucco, serui per
tre anni Giorgio Vasari, in compagnia di molti altri ,nell'opere , che allora si fe-
cero nel Palazzo del Duca. Tornato finalmente Daniello a Roma hauendo Pa-
paPaolo Quarto volontà di gettare in terra il Giudicio di M che? Agnolo per
gl'ignudi , che li pareua ,che mostrasseno le parti veigognosè troppo disonefo
mente ; fù detto da Cardinali , & huoroini di giudicio , cne sarebbe gran pecca-
toguadarle , e trouaton modo , che Daniello facete tor certi panni sottili , che
lecopnssi, che tal cosa finì poi fólto Pio Quarto con rifar la Santa Catterso
^>&H San Biagio parendo , che non istesseno eoa bonetti. Cominciò
statue
Usuano a Daniello ; elso Daniello , già resoluto al tutto di volere abbandona- Si r^) „
re laPittura , e darli alla Scultura le n'andò a Carrara a far cauare i marmi , così st^^creall^
del San Michele , come delle statue haueua da fare per la Capella di Montorio, smhurQ,à
mediante la quale occasione, venendo a vedere Firenze ,e l'opere, che il Vasari * ''""fó
focena in Palazzo al Duca C®simo,e l'altre di quella Città gli surono fatte de
infiniti amici suoi molte carezze , e particolarmente da esso Vasàri , al quale
i'haueua per lue lettere raccommandato il Buonaroti. Dimorando adunqùg_,
Daniello in Firenze,e veggendo quanto il Signor Duca si dilettasse di tutte l'ar- ,
ti del disegno , venne in desiderio d'accommodarsi al seruigio di Sua Eccellenza
Illustnssima, perche hauendo adoperato molti mezi,& hauendo il Signor Du-
ca, a coloro, che lo raccommandauano risposto ,che futile introdotto dal Vaiati,
cosiffatto • Onde Daniello offerendoli a seruire Sua Eccellenza amoreuol-
niente, ella gli rispose, che molto volentieri l'accettaua, e che iodisfatto, ch<Q
egli hauessfe a oblighi , c'haueua in Roma, venisse a sua polla , che sarebbe ve-
duto ben volentieri. Stette Daniello tutta quella siate in Firenze, doue l'ac-
commodò Giorgio in vna cala di Simon Botti, suoamicissimo. La doue in det-
to tempo formò di gesso quali tutte le figure di marmo , che di mano di Michel'
Agnolo sono nella Sagrestia nuoua di San Lorenzo , e fece per Michele Fuche-
ri Fiamingo vna Leda ,che fu molto bella sigura . Dopo andato a Carrara , e di ràtCOTxt#
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per quella cagione. Hauendo Daniello menato in sua compagnia quando m marmi, efo
principio venne da Roma a Firenze, vn suo gioitane, chiamato Horatio Pianet- voleva ,,#
tijvirtuoso ,e molto gentile (qualunque di ciò si susfe la cagione) non fù si tosto Rwm
attillato a Firenze, che li morì. Di che sentendo infinita noia , e dispiacere Da-
niello, come quelli, che molto, per le sue virtù, amarra il giouane,e non poten-
do altrimenti verso di lui il suo buono animo mostrare , tornato quest'vltimo
volta a Firenze, fece la testa di lui di marmo dal petto in sù, ritraendola ottima^
mente da vna formata in sui morto . E quella finita , la pose con vno Epitaffio
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mostrò Daniello con quello veramente amoreuole vfficio ,huomo di rara bon-
tà , & altrimenti amico a gli amici di quello, che hoggi si costuaa commune-
mente, pochissimi ritrouandosi,che nell'amicitiaaltra cosa amino ,che l'vtile,e ,
commodo proprio. Dopo quelle cose,essendo gran tempo, che non era slato a
Volterra sua patria, riandò prima, che ritornale a Roma , e vi fù molto carez-
zato da gli amici , e parenti suoi. Et essendo pregato dilasciare alcuna memo- v;& /$ ^g
ria di se nella patria ,fece in vn quadretto di figure picciole la sioria de gl'lnno- fa,, ìafciew^
centi, che fu tenuta molto bell'opera ,e la pose nella Chiesa d San Pietro. Do- &$ mimori#/
po pensando di non mai più douerui ritornare; vendè quel poco ,che vi haueua
di patrimonio a Leonardo Ricciarelli suo Nipote , il quale essendo con effo lui
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tre anni Giorgio Vasari, in compagnia di molti altri ,nell'opere , che allora si fe-
cero nel Palazzo del Duca. Tornato finalmente Daniello a Roma hauendo Pa-
paPaolo Quarto volontà di gettare in terra il Giudicio di M che? Agnolo per
gl'ignudi , che li pareua ,che mostrasseno le parti veigognosè troppo disonefo
mente ; fù detto da Cardinali , & huoroini di giudicio , cne sarebbe gran pecca-
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lecopnssi, che tal cosa finì poi fólto Pio Quarto con rifar la Santa Catterso
^>&H San Biagio parendo , che non istesseno eoa bonetti. Cominciò
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