r4x TERZAPARTE
D^U sor. ''" 'n'e '" quello , per la insegna del palazzo vn Dauid gioitane ; cori^
m„e in IL vna frombola in mano. Accioche li come egli haueua difeso il suo popolo,
vn mnrmo' e gouernatolo con giustitia , così chi gouernaua quella Città jdeuesse ani-
mal concio . mosamente difenderla , e giustamente gouernarla , e lo cominciò nell' opera di
Santa Maria del Fiore , nella quale fece vna turata fra il muro, e tauole, &il
marmo circondato , e quello di continuo, lauorando senza , che nessunoii
vedesse a vltima perfezione lo condurle . Era il marmo già da maestro Simo-
ne (lorpiato, e guafto, e non era in alcuni luoghi tanto ,cne alla volontà di Mi-
chelagnolo bastasTe, per quel che haurebbe voluto fare, egli fece, che rimasero
in elso delle prime scarpellate di maestro Simone, nella cllremità del marmo,
delle quali ancora (e ne vede alcuna ; e certo fù miracolo quello di Michela-
gnolo farrisuscitare vno,che era morto. Era quella (tatua quando finita fù, ri-
dotta in tal termine , che varie furono le disputè , che si fecero per condurla in
piazza de' Signori. Perche Giuliano da Sangallo,& Antonio suo fratello fecero
vn camello di legname forrissimo , e quella figura co i canapi solpesero a quello,
accioche scotendosi non si troncale,anzi venisse crollandoli sempre>e con le tra-
ui per terra piane con argani la tirarono , e la milero in opera . Fece vn cappio
Modo di con. al canapo, che teneua solpesa la figura facilismo a (correre,e stringeua quanto
dnrle in/i% il peso 1'agrauaua, che è cosa bellissima, & ingegnosa, che 1' hò nel nostro libro
V* dileguato di man sua , che è mirabile, sicuro, e torte per legar peli. Nacque in
quello mentre,che vistolo sù Pier' Soderini, il quale piaciutogli assai,& in quel
métre,che lo ritoccaua in certi luoghi, dille a Michelagnolo,che gli pareua, che
il naso di quella figura fusse grosso, Michelagnolo accortoli, che era sotto al gi-
gante il Gonfaloniere,e che la villa no lo lasciaua scorgere il vero per (atisfarlo,
lalì in sui ponte, che era a canto alle spalle,e preso Michelagnolo con preitezza
vno (carpello nella man manca con vn poco di poluere di marmo,che era (opra
le tauole del ponte , e cominciato a gettare leggieri con li scarpegli lasciaua ca-
dere a poco a poco la poluere , ne toccò il naso da quel che era , poi guardato a
batto al Gonfaloniere, che staua a vedere dille, guardatelo bora , a me mi piace
più disse il Gófaloniete gli hauete dato la vita, così (cese Michelagnolo,e lo ha-
uere contento quel Signore , che se ne rise da se , Michelagnolo hauendo com-
passione a coloro, che per parete d'intenderli non sanno, quel che si dicano^
egli quando ella fù murata,e finita la discoperse,e veramente, che quella opera
hà tolto il grido a tutte le statue moderne,& antiche,ò greche,ò latine, che elle
che ' fussero,e si può dire,che ne il Marforio di Roma, ne il Tenere,òil Nilo di Bel-
sornitoti, uedere, ò i giganti di monte Cauallo le (ian limili in conto alcuno , con tariti
&, milura, e bellezza, e con taota bontà la finì Michelagnolo. Perche in essa sono
contorni di gambe bellissime, & apicatura, e sueltezza di fianchi diurne,ne mai
più si è veduto vn gelamento si dolce, ne gran'a> che tal cosa pareggi , ne piedi,
ne mani, ne teda , che a ogni suo membro di bontà, d' artisicio,© di parità, ne di
disegno s' accordi tanto , e certo chi vede quella non dee curarli di vedere al-
tra opera di Scultura fitta ne i nóstri tempi , ò ne gli altri da qual si voglia arte-
Premio cso '" ° "' ''ebbe Michelagnolo da Pier Sederini per sua mercede seudiqoo- e
' " "zzata l'ann° 1 504.eperla fama, che per quello acquistò nella Scultura^
fece al sopradetto Gonfaloniere vn Dauid di bronzo belhssimo, il quale egli
mandò in Francia, & ancora in quello tempo abbozzò , e non finì due tondi di
marmo vno a Taddeo Taddei > hoggi in casa sua, &.a Bartolomeo Pitti ne co*
miaciò va' altro >il quale da Fra Miniato Ritti di Monte Olmeto , intendente ,
era
D^U sor. ''" 'n'e '" quello , per la insegna del palazzo vn Dauid gioitane ; cori^
m„e in IL vna frombola in mano. Accioche li come egli haueua difeso il suo popolo,
vn mnrmo' e gouernatolo con giustitia , così chi gouernaua quella Città jdeuesse ani-
mal concio . mosamente difenderla , e giustamente gouernarla , e lo cominciò nell' opera di
Santa Maria del Fiore , nella quale fece vna turata fra il muro, e tauole, &il
marmo circondato , e quello di continuo, lauorando senza , che nessunoii
vedesse a vltima perfezione lo condurle . Era il marmo già da maestro Simo-
ne (lorpiato, e guafto, e non era in alcuni luoghi tanto ,cne alla volontà di Mi-
chelagnolo bastasTe, per quel che haurebbe voluto fare, egli fece, che rimasero
in elso delle prime scarpellate di maestro Simone, nella cllremità del marmo,
delle quali ancora (e ne vede alcuna ; e certo fù miracolo quello di Michela-
gnolo farrisuscitare vno,che era morto. Era quella (tatua quando finita fù, ri-
dotta in tal termine , che varie furono le disputè , che si fecero per condurla in
piazza de' Signori. Perche Giuliano da Sangallo,& Antonio suo fratello fecero
vn camello di legname forrissimo , e quella figura co i canapi solpesero a quello,
accioche scotendosi non si troncale,anzi venisse crollandoli sempre>e con le tra-
ui per terra piane con argani la tirarono , e la milero in opera . Fece vn cappio
Modo di con. al canapo, che teneua solpesa la figura facilismo a (correre,e stringeua quanto
dnrle in/i% il peso 1'agrauaua, che è cosa bellissima, & ingegnosa, che 1' hò nel nostro libro
V* dileguato di man sua , che è mirabile, sicuro, e torte per legar peli. Nacque in
quello mentre,che vistolo sù Pier' Soderini, il quale piaciutogli assai,& in quel
métre,che lo ritoccaua in certi luoghi, dille a Michelagnolo,che gli pareua, che
il naso di quella figura fusse grosso, Michelagnolo accortoli, che era sotto al gi-
gante il Gonfaloniere,e che la villa no lo lasciaua scorgere il vero per (atisfarlo,
lalì in sui ponte, che era a canto alle spalle,e preso Michelagnolo con preitezza
vno (carpello nella man manca con vn poco di poluere di marmo,che era (opra
le tauole del ponte , e cominciato a gettare leggieri con li scarpegli lasciaua ca-
dere a poco a poco la poluere , ne toccò il naso da quel che era , poi guardato a
batto al Gonfaloniere, che staua a vedere dille, guardatelo bora , a me mi piace
più disse il Gófaloniete gli hauete dato la vita, così (cese Michelagnolo,e lo ha-
uere contento quel Signore , che se ne rise da se , Michelagnolo hauendo com-
passione a coloro, che per parete d'intenderli non sanno, quel che si dicano^
egli quando ella fù murata,e finita la discoperse,e veramente, che quella opera
hà tolto il grido a tutte le statue moderne,& antiche,ò greche,ò latine, che elle
che ' fussero,e si può dire,che ne il Marforio di Roma, ne il Tenere,òil Nilo di Bel-
sornitoti, uedere, ò i giganti di monte Cauallo le (ian limili in conto alcuno , con tariti
&, milura, e bellezza, e con taota bontà la finì Michelagnolo. Perche in essa sono
contorni di gambe bellissime, & apicatura, e sueltezza di fianchi diurne,ne mai
più si è veduto vn gelamento si dolce, ne gran'a> che tal cosa pareggi , ne piedi,
ne mani, ne teda , che a ogni suo membro di bontà, d' artisicio,© di parità, ne di
disegno s' accordi tanto , e certo chi vede quella non dee curarli di vedere al-
tra opera di Scultura fitta ne i nóstri tempi , ò ne gli altri da qual si voglia arte-
Premio cso '" ° "' ''ebbe Michelagnolo da Pier Sederini per sua mercede seudiqoo- e
' " "zzata l'ann° 1 504.eperla fama, che per quello acquistò nella Scultura^
fece al sopradetto Gonfaloniere vn Dauid di bronzo belhssimo, il quale egli
mandò in Francia, & ancora in quello tempo abbozzò , e non finì due tondi di
marmo vno a Taddeo Taddei > hoggi in casa sua, &.a Bartolomeo Pitti ne co*
miaciò va' altro >il quale da Fra Miniato Ritti di Monte Olmeto , intendente ,
era