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Vasari, Giorgio; Carlo Manolessi Erben [Contr.]
Delle Vite De Piv Eccellenti Pittori, Scvltori Et Architetti (Parte Prima, e Seconda) — In Bologna: Per li Manolessi Stampatori Camerali, 1681

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https://doi.org/10.11588/diglit.72518#0281
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VITA DI LORENZO GHIBERTI. 185
mento si premiauano con ricchezze ivirtuosi, ò si honorauano con trionfi, & vtyro
insoiai . Mà perche rade volte è , che la virtù non sia perseguitata dall' inuidia, 4,^" '""'-
bisogna insegnarli quanto si può il più , ch' ella sia da vna essrema eccellenza su--
perata , ò almeno fatta gagliarda,e forte a sostenere gl' impeti di quella come ben
foce,e per meriti,e per sorte Lorenzo di Clone Ghiberti, altrimenti di Bartoluc-
cio; il quale meritò da Donato Scultore, e Filippo Bruneleschi Architetto,e Scul- ,
rote, eccellenti artefici, edere posto nel luogo loro ; conoseendo essi in verità, an- ,',°
cora che il senso gli stringesse forse a fare il contrario , che Lorenzo era migliore '^Q^^ :
maefiro di loro nel getto . Fù veramente ciò gloria di quelli, e confusone di mol- ' -
ni quali presumendo dise, si mettono in opera ; & occupano il luogo dell' altrui
virtù, e non facendo essi frutto alcuno : mà penando mille anni a fare vna cola ,
(turbano , & opprimono la scienza de gli altri , con malignità, e con inuidia . Fù
dunque Lorenzo figliuolo di Bartoluccio Ghiberti, e da 1 suoi primi anni imparò
l'arte dell'orefice col Padre ; il quale era eccellente maestro,e gì'insegnò quel me, ''
Riero , il quale da Lorenzo fù preso talmente , ch' egli lo faceua aliai meglio che'l
Padre. Mà dilettandoli molto più dell'arte della Sculturale del dileguo, rinnega , ., ,.
giaua qualche volta colori, & alcun' altra gettaua figurette picciole di bronzo , e ^jri'fcso
le finiua con molta grazia . Dilettoli anco di contrafare i conij delle medaglie^ „,
antiche: e di naturale nel suo tempo ritraile molti suoi amici. E mentre egli con Formaritrat.
Battolacelo , lauorando cercaria acquisere in quella piofessione : venne in Fi- ^ in meda.
renze la pelle l'anno 1400. secondo, che racconta egli medesimoin vn libro di glie.
sua mano, doue ragiona delle cose dell' arte ,il quale è appressò al R. M. Cosìmo
Battoli gentil'huomo Fiorentino . Alla quale pelle aggiunteli alcune diseordie
ciuili, & altri trauagli della Città ;gli fù forza partirli, & andarse in compagnia^
d'vn'altro Pittore in Romagna.Doue in Arimini dipinsero al Sig.Pàdolfo Malate-
sti vna camera,e molti altri lauori,che da lui furono con diligenza finiti , e con so-
disfizione di quel Signore, che ancora giouanetto, si dilettarla assai delle cole del
disegno. Non renando perciò in quel mentre Lorenzo di ssudiare le cose del di- „ rhpeste di
legno , ne di lauorare di rilieuo di cera , Hocchi , & altre cose limili , conoseendo Firenze và
egli molto bene, che si fatti rilieui piccioli sono il dileguare, de gli Scultori, e che Rimm $ e sà
lenza cotale dilegno, non si può da loro condurre alcuna cosa a perfezione _,. lavori mole®
Hora non essendo slato molto fuor della patria , celsò la pestilenza . Onde la Si- dtbgeffl .
gnoria di Firenze, e l'arte de mercatanti deliberarono ( hauendo in quel tempo N°^ cefa&
la Scultura gli artefici suoi in eccellenza , così foreslieri , come Fiorentini ) che li s"r r^e'"*
doccile, come si era già molte volte ragionato, fare l'altre due porte di San Gio«
vanni, Iempio antìchissimo , e principale di quella Città . Et ordinato frà di
loro , che si facesse intendere a tutti i maeslri , che erano tenuti migliori in Ira- E c^matè
lia, che comparissino in Fiorenza, per fare esperimento di loro, in vna moltra ^^%,^
d'vna storia di bronzo, ùmile a vna di quelle , che già Andrea Pisano haue-
ua fatto nella prima porta. Fù setitto quella deliberazione da Bartoluccio, „,;%%-
a Lorenzo ch'in Pesaro lauoraua, confortandolo a tornare a Firenze, a dar dello m con-
faggio di se ; che quella era vna occasione da fai si conoscère, e da mostrarc_, emm^d'rè^
Ilngegno suo. Oltra che e' ne trarrebbe sì fatto vtile , che ne l'vno, 1 €_, eri .
1' altro harebbono mai più bisogno di lauorare pere . Modero l'animo di Lo-
renzo le parole di Bartoluccio, di maniera , che quantunque il Signor Pan-
dolfo, & il Pittore , eruttala sua corte, gli facessino carezze grandissime,pre-
„ orenz° da quel Signore licenza, e dal Pittore : 1 quali pur con fatica, C_, ?
dispiacere loro lo lasciaron partire; non gloriando ne promesse, ne accresce-
Àa re
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