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Vasari, Giorgio; Bellotti, Michele [Bearb.]
Ragionamenti Del Signor Cavaliere Giorgio Vasari Pittore E Architetto Aretino Sopra Le Invenzioni Da Lui Dipinte In Firenze Nel Palazzo Di Loro Altezze Serenissime: Con Lo Illustriss. Ed Eccellentiss. Signore D. Francesco Medici Allora Principe Di Firenze ... — In Arezzo: Per Michele Bellotti Stampat. Vescov., 1762

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https://doi.org/10.11588/diglit.72028#0068
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50 RAGIONAMENTI
loro i penfcri, che macchinavano velenoso, e maligno effetto? Nè pensate,
Signor Principe mio, che il veder combattere quivi Ercole alla palude Ler-
na con l'Idra non diletti chi considererà quella storia, potendo pascer l'ani-
mo, e imparare a conoscere, che questo animale sia 1' adulazione, e la fal-
sità, con la quale i Principi buoni del continuo combattono, come fece Er-
cole, i quali, quando aranno cura alla pelle di questo animale , faranno sem-
pre come fece Alessandro Imperadore, il quale cacciò di Roma tutti li adu-
latori, che avevano prima avvelenata quella Città del suo Antecessore; non
pare egli a V. E-, che tagliale i capi all' Idra col fuoco, a levarseli di-
nanzi?
P- Certamente sì.
G. Ma ditemi, non è una virtù grandissima quella di quel Principe , quando
libera una Città per soffocamento di alcuni Cittadini, i quali non contenti
d' un governo vanno con la grandezza, e superbia loro sottentrando per
venir capi, e cercando per vie diverse tenere in sedia altrui, e voler con mal.
vagi pensieri sotto quella ombra rubare, e vendicare 1'ingiurie loro ? non è
quella di quel Signore una battaglia col superbo Lion Nemeo? Pongali men-
te alle storie Grecite , delle quali infiniti esempli so che sapete, e in quelle
de' Romani a quel che intervenne a Catilina; che ragunati insieme molti tri-
Ai, e rei Cittadini, oppressi da'debiti, e dal modo del ben vivere, furono
da Cicerone Consolo soffocati, e sbranati, come il Lione Nemeo. Ed al
tempo nostro il Duca Cosimo quanti ne ha distrutti di quelli limili uomi-
ni? V. E. consideri di mano in mano, chi è quello , che , se vuole esfer
tenuto Principe grande, non combatta di continuo con Cerbero cane in-
fernale, poflo a mangiare gli uomini vivi, e con l'avarizia, la quale lì vin-
ce con la liberalità, e con i doni grandi alle persone virtuose, che anno la-
nciato memoria, come fece Alessandro Magno, Cesare, Pompejo, Lucullo,
e molti altri, che colle magnificenze delle spese pubbliche , e con quelle fab-
briche, che anno fatto, l'anno superata, e vinta ; esempio grandissimo
di avvicinarli a Dio, dove tutto quello, che Lappiamo di certo che non è
nostro, con giudizio donali alle persone virtuose, che per li serirti loro, e
altre memorie grandi lo fanno esser loro in vita, e dopo la morte; che que-
llo è intervenuto più in casa Medici, che in altra moderna , per Cosimo,
Lorenzo, Leon decimo, Ippolito, Alessandro, e il Duca nostro. Ma che di-
rò io delle Donzelle esperidi, nel cui giardino erano i tre pomi d'oro guar-
dati dal vigilantissimo serpente, tolti per virtù d' Ercole? se può esser più
bella virtù in que' Principi , che Spettando l'occasione, e che addormentati i
mimici, quando men pensano al pericolo, la virtù d'un solo giudizio vin-
ce la confusone di maggior forze; che ciò intervenne a Claudio Nerone ,
che, velando con 1' esercito suo vincitore, oppresfe i Cartaginesi, che ad-
dormentati, su dello dal presentarli la tefla d'Asdrubale. Ma che più chia-
ra storia di quelle, che furono ( si può dire) jeri rel Duca nostro , nel
malvagio persero di coloro, che furono presi a Montemurlo ? Nè credia-
te, Signor Principe, che il combattere con Cacco, sia altro, che il giallo
Sdegno, che anno di continuo gli ottimi Principi con la natura de' ladri ,
e mal-
 
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