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Vasari, Giorgio; Bellotti, Michele [Oth.]
Ragionamenti Del Signor Cavaliere Giorgio Vasari Pittore E Architetto Aretino Sopra Le Invenzioni Da Lui Dipinte In Firenze Nel Palazzo Di Loro Altezze Serenissime: Con Lo Illustriss. Ed Eccellentiss. Signore D. Francesco Medici Allora Principe Di Firenze ... — In Arezzo: Per Michele Bellotti Stampat. Vescov., 1762

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https://doi.org/10.11588/diglit.72028#0124
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Io6 , RAGIONAMENTI
sono que' tre primi accanto al Cardinale, e altri che non ho memoria ora .
P. Ditemi , quel vecchio armato, con quella barba canuta, che sa saltar quel
cavai bianco accanto al Cardinale, per chi l'avere fatto?
G- Quello è Ramazzotto capo di parte, di che altra volta si è ragionato;
e quel vecchio nudo, che ha quel vaso lotto il braccio con que' sette
putti, che versano acqua con quel corno di dovizia, è fatto per il fiume
del Pò; i soldati, che sono innanzi, è l'esercito Franzese, che si parte.
P. Ci refla a vedere, e considerare appunto il meglio di quelle storie, che è
quella grande nel mezzo del palco; che battaglia è ella? mi par vedere il
ritratto di Milano; io riconosco il Catello, la Tanaglia, e il Duomo.
G. V. E. l'ha conosciuto benissimo; quella è 1' ultima, che dopo che furono
ricevuti i soldati del Papa, tutta la Lombardia per quello successo di vit-
toria riprese animo con gran credenza di pigliar Milano, onde s' avviaro-
no uerlo la porta Romana in ordinanza: credeva d'esser sicuro Lutrech,
e disarmato spasseggiava a cavallo per la Città , non credendo, che senza
artiglierie i nimici lì accostassero a Milano. Ma la virtù, e prestezza del
Marchese di Pescara con animo invitto diede vinta quella vittoria, perchè
con i suoi Spagnuoli entrò lotto le mura, e passati i ripari, e morti alcu-
ni, e medigli in fuga, saccheggiò gli alloggiamenti de' nimici, e correndo
verso porta Romana, abballato da amici il ponte, fu messo dentro, e po-
co dopo fece aprire la porta Ticinese, che è quella piu alta, dove V. E.
vede, che entra dentro la cavalleria, fra la quale è il Cardinale Giulio
de' Medici, e Prospero Colonna , e il Marchese di Mantova, i quali furo-
no ricevuti dalla parte Ghibellina, che era nella Città.
P. Tutto veggo; e certo ha del grande quella muraglia, e il veder combat-
tere tanti soldati, che con scale, e con corde entrano sopra, e combatten-
do nell'entrare di quelli forti fanno veder la prontezza di quella guerra;
ma ditemi, che gente in ordinanza fate voi intorno al Casello, che pare
che eseano di Milano?
G. Signore, quelli sono i Franzesi, e Svizzeri, che anno fatto alto al Ca-
tello, i quali sbigottiti, e (paventati da sì subita venuta escono tutti per
la porta di Como disordinati, essendo per 1'improvvisa perdita i loro Ca-
pitani Lutrech, Vandinesio, e Marcantonio Colonna, e il Duca d' Urbino
usciti di loro stessi, perso il consiglio, e l'autorità, e borditi se n'andaro-
no via assicurati dalla notte conoscendo, che le genti del Papa per quelle
tenebre non potevano far loro danno.
P. Tutto so, che non sperando tal vittoria per la dubbiosa fede delli Svizze-
ri, se ne maravigliarono; però venuta poi la nuova a Sua Santità, che
era ito a caccia, fu tanta l'allegrezza di quella vittoria, che soprappreso
da una deboi febbre, e ritornato a Roma, durò poco il trionfo di tanta
vittoria, impedito dalla morte di lui, ìa quale chiuse gli occhi alla pace
d' Italia, e impedì la felicità alli studj, e alle virtù tolse ogni libera rimu.
nerazione. Ma che storie avete voi mesfe finte di bronzo qui sotto alla
boria di San Leo, e a quella dove Leone fa l'entrata in Firenze?
G. Sono pure tutte sue magnificenze : ma 1' ho messe qui basse come per or-
namento, siccome la liberalità era l'ornamento delle sue virtù. Quella sot.
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