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Vasari, Giorgio; Bellotti, Michele [Oth.]
Ragionamenti Del Signor Cavaliere Giorgio Vasari Pittore E Architetto Aretino Sopra Le Invenzioni Da Lui Dipinte In Firenze Nel Palazzo Di Loro Altezze Serenissime: Con Lo Illustriss. Ed Eccellentiss. Signore D. Francesco Medici Allora Principe Di Firenze ... — In Arezzo: Per Michele Bellotti Stampat. Vescov., 1762

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https://doi.org/10.11588/diglit.72028#0137
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DEL VA SA RI. ijg
Sermento con molte compagnie di Spagnuoli soldati vecchi, i quali giunti
a Empoli si accampano , come vede V. E., e fermano i padiglioni intorno
al fiume Orma, e ordinano, come dichiara quella pittura, battere da due
luoghi la muraglia; vedete di verso tramontana lungo il fiume d' Arno,
dove è dipinta la gente del Signor Alelsandro Vitelli, che combatte, e qui
disotto è ritratta la pescaia, e rotte le mulina, ove è fatto quell'argine
per seccare i solli intorno alla muraglia , affinchè i soldati vi li potessino
avvicinare, la quale fu aperta con dugento colpi d'artiglieria, fatti trarre
dal Calcella Pugiiese maestro dell'artiglieria; ed ebbono ardire i soldati salir
su per le rovine, ed entrar nella Terra per il rotto della muraglia , ma con
gran danno, e morte loro; e poco dopo il parlamento fatto al Giugni
Commissario, per non pensare egli a' nimici, mentre che era a tavola ven-
ne un'impeto di soldati, e con non molto contralto entraron drento per le
rovine, che V. E. vede, del muro rotto, e si mettono a saccheggiare il
casello.
P. Tutto so, e certamente che la fu perdita di gran momento alla Città,
che in vero gli privò quali di tutte le speranze , che avevano; e tanto
piu che in que'medesimi giorni seppono, che il Re di Francia aveva paga-
to secondo le convenzioni la taglia, e riavuto i figliuoli ostaggi, quali era-
no nelle mani di Celare; e ancorché Pierfrancesco da Pontremoli confiden,
te suo in Italia cercasse di trattar 1' accordo con i Fiorentini, sendo di gia
partiti gli Ambaseiadori del Re, perderono nondimeno le speranze, e tutti
gli ajuti, che avevano in Sua Maestà: ma ditemi, che cola è quella, che
segue in quell' altro quadro lungo, che mette in mezzo la finessra?
G. Signore, quello è quando a' venticinque di marzo finita la trincea dirimpet-
to al bastione di San Giorgio si fece quella scaramuccia, nella quale quel-
li di fuori riceverono assai danno, onde Oranges si risolvè far battere la
torre posta sui canto a San Giorgio, che volta verso la porta Romana, la
quale offendeva gagliardamente 1' esercito ; vedete, che ho fatto in pittura
i bastioni di San Giorgio, e i gabbioni sopra la trincea del Barduccio con
le artiglierie che la battono ; che avendovene tirato piu di dugento col-
pi senza danneggiarla in conto alcuno, si rimasero per ordine del Princi-
pe di tirarvi, poiché giravano il tempo, e la spesa indarno.
P. L'ho saputo, massime che è rimasta in piedi: ma io veggo per quella ve-
duta all' ingiù , di là dalla porta Romana per la spiaggia di Marignolle,
una grolla fcaramuccia.
G. L' ho fatta per quella scaramuccia, come dissi , terribile, cagionata dalla
troppa voglia de' Cittadini, e forsè con non molto giudizio, nel volere,
che Malatesta Buglioni, e il Signore Stefano Colonna accampanino fuori in
qualche parte 1' esercito, e da loro era piu volte slato detto, che era paz-
zia ; pur per contentargli usciron come sa V. E. fuori ; e questo è quel
giorno, nel quale fu ammazzato Amico da Venafro in sui monte dal Si-
gnore Stefano Colonna, e nel quale Malatefla manda fuori della porta San
Piero Gattolini Ottaviano Signorelli Colonnello , Bino Mancini, Biagio
Stella , Raffaello da Orvieto, Prospero della Cornia , Caccia Altoviti, e
gli akri suoi, che su per la strada a man ritta appicano sì crudel batta-
glia
 
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