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Vasari, Giorgio; Bellotti, Michele [Bearb.]
Ragionamenti Del Signor Cavaliere Giorgio Vasari Pittore E Architetto Aretino Sopra Le Invenzioni Da Lui Dipinte In Firenze Nel Palazzo Di Loro Altezze Serenissime: Con Lo Illustriss. Ed Eccellentiss. Signore D. Francesco Medici Allora Principe Di Firenze ... — In Arezzo: Per Michele Bellotti Stampat. Vescov., 1762

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https://doi.org/10.11588/diglit.72028#0054
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36 RAGIONAMENTI
tre cose non solo da conciarle la testa, ma tutto il resto; l'altra mette
acque odorifere nella conca per lavarla, e farla più bella, Significando, che
senza le grazie di Dio, e doni le cose, che escono delle mani nostre, non
possono mai essere accette alli uomini, nè alla Maestà Sua, se la carità,
che è la prima, non li acconcia il capo, con l'amore riscaldandolo, e
col buono giudizio; e la speranza non ci sa vedere la chiarezza nello
specchio della prudenza, e il torto della vita nostra nelle male operazioni;
e la fede , che maneggia 1' acqua del Battesimo sacrosanto, non ci tenga
fermi a camminare per le obbligazioni , che promettiamo alla Santa Chiesa,
di rinunziare a Satanasso, e alle sue pompe, e fermamente credere nel ma.
gno, e giusto Dio: questo è il significato tuo, e quanto contiene la pro.
prietà di quella Venere.
P. Quei due tondi di sotto, in quei portelli, che in uno è quella femmina,
che vola con quello seudo imbracciato, e quello stimolo in mano, e quel-
l'altra è la dovizia?
G. Quella è la sollecitudine, e quella la dovizia, come ha detto V. E.; la solle-
citudine è madre dell' abbondanza in chi spedilce le faccende; che denota,
che questo scrittojo è fabbricato per attender a quelle; or passiamo alla
quarta camera, ove sono le cose di Giove.
P. Passiamo, che oggi è un giorno, che effendo caldo, è da comperarlo a
denari contanti a fare un opera limile a quella; ma non ci è se non un
male, che sò , che ragionando, tutto vi fo affaticare la lingua, e la me-
moria.
G. Non si affatica la memoria, poiché io ho innanzi le cose, di che io ra-
giono, che viene a esfere un poco meglio, che la locale; mi incresce bene
di V. E., che potreste sedere in parte ch' io ragiono, e non vi stracchereste.
P. Io non posso Straccarmi, perchè sono tante le cose, che ora mi volto ad
una, e ora ad un' altra; e la varietà delle siorie, e i suoi lignificati, e la
vaghezza de'colori mi fanno passare il tempo, che io non me ne accorgo.
G. Orsù passiamo oltre, che veggiamo quel che Segue in quest'altra camera ,
che sò, che qui ci è da dire più che nell'altre.


Gl OR.
 
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