STATUE TAV. XVI E XVII.
39
line non intendendo Y alinone del geroglifico £ , e avendo riferito il diseo al Sole,
indichi il Tau colla frase d' una mezza fìella ì Intanto il lignificato nuziale , che attri-
buire quel!' autore a tal geroglifico, veggano gli eruditi sé non debba dirsi una di-
mostrazione della ipotesi La-Croziana. Sarà dunque il Tau ansito nella nostra /tatua
un emblema della forza del Sole vivificante , e generativa propria d'Oro , ossia
del Nume , di cui riconoseiamo in queslo marmo rappresentato un ministro ; sarà
ancora un segno della Fallica iniziazione dal nostro Sacerdote solennizata , secondo
i riti antichissimi della sua patria.
Ma è tempo di lasciarc queste dubbiose indagini lugli arcani di una vecchia
nazione, le cui opinioni si son poi propagate nelle seienze, e nelle religioni dell' età
seguenti : e vediamo sé resla a considerare altro su quello vetustissimo simulacro.
Non dee tacersi, che sui piano della predella è una linea sola di geroglifici,
caratteri già misteriosi, ed ora inintelligibili , che si riporteranno in una delle ta-
vole aggiunte in fine , per seguir 1' esempio de' più accurati .
Il marmo icuro nel quale è scolpita la /tatua è conoseiuto dagli artisti per
una breccia : ha del color verdognolo, ma più del nericcio. Marmi così oseuri
furono adoperati per lo più dagli Egiziani, perchè meno s* allontanavano dalla imi-
tazione della natura che i candidi , essendo bruno il color naturale degli Egiziani ,
né avendo altro lignificato la voce stessa d'Egitto (*). Quindi si son serviti gli Egi-
ziani artefici di marmi nericci , pìuttosto che del bello e durissimo alabastro , che
pur avevano. Il nobil frammento di statua alabastrina sedente , che conservasi nella
villa Albani, dovea ristaurarsi co' simboli d'Oro , il color del quale, secondo le tra-
dizioni sacerdotali, era bianco (£).
TAVOLA XVIL
AGATODEMONE EGIZIO r*>
FRalle statue, delle quali dopo tanti secoli V idolatria Egiziana popola ancora
i nossxi Musèi, nessiin soggetto è più ripetuto di quello che si elpone in
quefla tavola alle nostre considcrazioni. E' insicine una delle più fcmplici figure
inventate dalle arti Egizie , conservando , secondo i primi iìili , le braccia attaccate
ai fianchi, i pugni chiusi , con qualche cola di cilindrico nelle lor cavila, e le oam-
be separate bensì s una dall' altra, ma nel movimento consueto d' aver avanzata
la sinistra d' un mezzo passo, senza però che ne la gamba, ne la coseia resti iso-
lata , e siaccata dal masiiccio del marmo (e). Il capo coperto della lolita cuffia
non è sovraecarico d' ornamenti, ma sidamente fregiato d' un picciol serpe , che for-
Tom.Il K. x j^^
( ; nuup^ .jJLi: antichi Circa. Pwut* . Lo dicono /irride ad una ftatua Eviri* A'.lì r i . ^*"
^ ?7h ' S Ti' Ltsudinc pii *&* àék statOC Egizie. Diodoro, in atto di «mmkL. * ~" ' *** le "°* > ■ '< gambi
DEITÀ'
39
line non intendendo Y alinone del geroglifico £ , e avendo riferito il diseo al Sole,
indichi il Tau colla frase d' una mezza fìella ì Intanto il lignificato nuziale , che attri-
buire quel!' autore a tal geroglifico, veggano gli eruditi sé non debba dirsi una di-
mostrazione della ipotesi La-Croziana. Sarà dunque il Tau ansito nella nostra /tatua
un emblema della forza del Sole vivificante , e generativa propria d'Oro , ossia
del Nume , di cui riconoseiamo in queslo marmo rappresentato un ministro ; sarà
ancora un segno della Fallica iniziazione dal nostro Sacerdote solennizata , secondo
i riti antichissimi della sua patria.
Ma è tempo di lasciarc queste dubbiose indagini lugli arcani di una vecchia
nazione, le cui opinioni si son poi propagate nelle seienze, e nelle religioni dell' età
seguenti : e vediamo sé resla a considerare altro su quello vetustissimo simulacro.
Non dee tacersi, che sui piano della predella è una linea sola di geroglifici,
caratteri già misteriosi, ed ora inintelligibili , che si riporteranno in una delle ta-
vole aggiunte in fine , per seguir 1' esempio de' più accurati .
Il marmo icuro nel quale è scolpita la /tatua è conoseiuto dagli artisti per
una breccia : ha del color verdognolo, ma più del nericcio. Marmi così oseuri
furono adoperati per lo più dagli Egiziani, perchè meno s* allontanavano dalla imi-
tazione della natura che i candidi , essendo bruno il color naturale degli Egiziani ,
né avendo altro lignificato la voce stessa d'Egitto (*). Quindi si son serviti gli Egi-
ziani artefici di marmi nericci , pìuttosto che del bello e durissimo alabastro , che
pur avevano. Il nobil frammento di statua alabastrina sedente , che conservasi nella
villa Albani, dovea ristaurarsi co' simboli d'Oro , il color del quale, secondo le tra-
dizioni sacerdotali, era bianco (£).
TAVOLA XVIL
AGATODEMONE EGIZIO r*>
FRalle statue, delle quali dopo tanti secoli V idolatria Egiziana popola ancora
i nossxi Musèi, nessiin soggetto è più ripetuto di quello che si elpone in
quefla tavola alle nostre considcrazioni. E' insicine una delle più fcmplici figure
inventate dalle arti Egizie , conservando , secondo i primi iìili , le braccia attaccate
ai fianchi, i pugni chiusi , con qualche cola di cilindrico nelle lor cavila, e le oam-
be separate bensì s una dall' altra, ma nel movimento consueto d' aver avanzata
la sinistra d' un mezzo passo, senza però che ne la gamba, ne la coseia resti iso-
lata , e siaccata dal masiiccio del marmo (e). Il capo coperto della lolita cuffia
non è sovraecarico d' ornamenti, ma sidamente fregiato d' un picciol serpe , che for-
Tom.Il K. x j^^
( ; nuup^ .jJLi: antichi Circa. Pwut* . Lo dicono /irride ad una ftatua Eviri* A'.lì r i . ^*"
^ ?7h ' S Ti' Ltsudinc pii *&* àék statOC Egizie. Diodoro, in atto di «mmkL. * ~" ' *** le "°* > ■ '< gambi
DEITÀ'