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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 3): Supplemento — Rom, 1936

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https://doi.org/10.11588/diglit.2083#0048
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Dopo i! fin qui detto possiamo datare le BOttK sculture
con grande probabilità dal lecondo decennio del secolo IV.
Esse sono, per la scena dell' uccisione del drago, le più
imputtanii. Il nesso fra le due parti è manifesto: al eolio
pagano abolito succede il culto cristiano, c questo è- rap-
presentato dal battesimo (simbolico), per mcizo di cui si

diventa cristiano, si entra nella Chiesa. Ora si capisce an-
che meglio che s. Pietro, capo della Chiesa, non potè man-
cale in queste rappresentazioni: in un modo geniale l'artista
gli Fa raccomandare al Signore il cieco, il quale, essendosi
inginocchiato ne riconosce la divinità, lo adora, mentre Cri-
sto lo illumina.

CAPO XI

SARCOFAGI E FRAMMENTI D'ARTE AFRICANA.

Non solo per il soggetto — Buon Pastore li.i due leoni Signore ciechi pel Li guarigioni'; quella dell'angolo .1 desti.1

divoranti antilopi — ma anche per la forma a vasca, il sar- è tino degli ebrei che andarono incontro al Signore Dell'in-

cofago di Tipasa. che pubblicammo {tao. LXVII, .5), e d'un grcsso trionfale di. Gerusalemme.

carattere cosi spiccatamente romano, da pater passare per Ambedue i Frammenti conservano buona parte delle te-
sarcofago d'importazione. Tuttavia, supposta la verità di tale state aderenti: il primo, la fonte con Cornelio ed uno del
asserto, si tratterebbe d'un caso eccezionale, Generalmente seguilo, che attingono ali acqua; il secondo, la metà di Da-
pariando, bisogna a priori ammettere che in Africa esistesse- nielc- orante accanto ad un leone e un albero di palma;
ro officine d'arte scultoria, come vi erano scuole di retori- mancano, dunque, li s. Pietro che batte la rupe, qui un
ca, e che gli artisti, sia indigeni, sia immigrati, copiassero leone con una palma e metà di Daniele.

modelli romani, come soleva farsi nelle Gallie ed in Spagna. Questi resti sono molto preziosi perche in tutti gli csem-

Benchè la distruzione dei sarcofagi in Africa fosse gran- plari del ciclo tanto gallici che romani le sculture dei fian-

dissima, più grande che altrove, abbiamo potuto, nel nostro chi sono distrutte. A tao. CCLXXXXIll. 3 diamo una rico-

purtroppo breve soggiorno in Tunisia e in Algeria, racco-
gliere quanto basta pel procurarci una disciet.i idea dell'arte
africana. Nella nostra rivista illustreremo prima i [rammenti,
poi i sarcofagi intieri.

§ 1. - Frammenti di sarcofagi.

cristologico, in Roma e in Gallia molto diffuso nel IV secolo.
Il Museo di Algeri ne possiede le due figure estreme della
Fronte d'un sarcolago di Dellys, che ci sono bastate, per ri-
costruirne tutte le scene (/;:;. i''>.',]: quella dell'.ingoio sinistro
rappresenta il primo dei due ebrei che raccomandano al

struzione di Daniele. Si sa che l'albero di palma, anche a
Roma, inquadra di rado scene (lai: CLXXXX, ti, 9. 10) o
figure [lai'. CCLXIV, 3). La ricostruzione della Fonte si trova
a tav. C7/.J, pp. 113 e 294.

1. Un frammento del Musco Lavigerie con alcune ceste
contenenti pane, mostra che il miracolo della moltiplicazione
dei pani si rappresentava in Africa allo stesso modo, come
a Roma (lav.CCLXXXVIII.il). Un solo sarcofago, quello
ben conservato del Museo di Algeri, che avremo ancora da
consultare, ne offre un esempio intiero, ma ridotto al puro
necessario (tav. XXIX,.}).

3. Imitazione perfetta di tipi romani è un coperchio
Frammentario, che si trova a ..Ferryville. Arsenal maritimc"
 
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