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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 3): Supplemento — Rom, 1936

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https://doi.org/10.11588/diglit.2083#0065
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Capo XIV - Frammenta con k personificazione della fede Eutmrùtk»

boli: la Fede Ioprocedeva dappertutto, UISTIS xértrf è*.t™ 1/j-t,
e sammistrava ovunque in alimento il Peste. IX9TN . . , r que-
sta In porgeva sempre agli amiti, avendo del vino eccellale, the
mestolata tnn ait/na. dava insieme col pane '. Era, dunque, la
Fede che somministrava il cibo eucaristico, la comunione!
Ecco, come dobbiamo chiamare la pcreonificaxione che sulla
nostra scultura tiene il nane eucarìstico, destinato per Danie-
le: è la Fede. ZZfonc, |a prima delle virtù chiamate -teologi-
che", menzionate già da san Paolo nella lettera ai Corinti
('3. '3}: -Nimc mi rem manent, fide*, ipea, charitas... ".

La ligura non potrebbe esseri' più chiara, come lo sono
anche le altre sue rappresentazioni, le quali si estendono sul
Medioevo, sul Rinascimento ed i secoli seguenti, senza in-
terruzione fino ai nostri giorni. Ci limitiamo a riprodurne una
celebre e notissima, quella di Raffaello (fig. tSi). Da mae-
stro, egli ha dato alla sua Fede il volto d'una giovane inge-
nua, innocente, alla quale si può applicare ciò che s. Ilario
dice dei Fanciulli: „dictis credunt, et quod audiunt, verum
habent" '. Cosi, naturalmente senza volerlo, Raffaello si è
avvicinato assai al tipo della nostra scultura, il quale, pur

essendo più o meno effetto del caso, rappresenta una sem-
plice donna giovane.

A tutte quelle pcrsoniticazioiii medioevali e più tarde
della Fede, siano esse velate o no, è di solito comune il ca-
lice eucaristico ', che tengono, ora nella destra, ora nella si-
nistra. Ciò corrisponde, del resto, alla realtà poiché l'Euca-
ristia richiede più d'ogni altro sacramento la fede: "Praestet
luirs supplì mentimi scnsuuin deli ctui!" prega perciò l'Aqui-

Se nell'epigrafia cristiana antica spetta al vescovo Aber-
cio l'onore di aver ereato la pcisonihca/.ionc dilla Fede, la
nostra scultura ne offre, sin qui, la più antica rappresenta-
zione. Ed in ciò consiste il suo valore: insieme all'epigram-
ma di Abercio, essa li l'In 1 che la Fette circa l'Eucaristia
era sempre la stessa. Il suo valore è anche pili grande in
quanto che ci mette ora in grado di precisare meglio i dif-
ferenti personaggi che compongono le singole rappresenta-
zioni ili Daniele della seconda condanna ai leoni. Sarebbe
pertanto desideiabile ili trovale le parti mancanti del coper-
chio, e, possibilmente, il sarcofago stesso.

CAPO XV

SARCOFAGO CON LA PERSONIFICAZIONE DELLA CHIESA ROMANA.

Il sarcofago di Tebessa, di conservazione discreta, è II rio valore dommatico delle sculture, lo Fece collocare sotto
i tutti da noi illustrati; l'aitar maggiore della sua chiesa parrocchiale Ifig.tSg)1.
, sotto forme barbariche, i II sarcofago è tagliato in un grosso blocco di marmo

locale giallastro e misura non meno di m. S£0 in lunghezza
esterna, m. tjja lunghezza interna, m. a,yS in larghezza, e
111. 11,'4 in altezza. E lavorato sulla fronte e sulle due testa-
te. Il coperchio, a schiena d'asino, è distrutto; il comandante
Clariuval ne trovò (nel 18711) solo l'angolo sinistro, con un
bel monogramma costantiniano di Cristo, accompagnato dal-
le lettere apocalittiche A 10 nel timpano [fig. -■>./)". partico-
lare cronologico piuttosto tardo, che qui corrisponde, come
vedremo, al tempo del dominio ilei Vandali in Africa.

§ 1. Pubblicazioni del sarcofago.

Il sarcofago fu spesso pubblicato, la prima volta nel
.. III t/ir il éol ttotìces de la unirle de Con^tantinr- l8~0, pi. IX,

con un disegno a penna alquanto sommario ed incompleto,
più geniali concetti. La scoperta se ne deve al comandante perciò inservibile per i particolari, quantunque prezioso in
Scrìziat che lo trovò nel 1868 in un mausoleo a tre absidi sé, mostrandoci lo stato in cui esso venne scoperto (fig. i8$)\
e addossato ad una basilica antica '. 11 parroco del luogo, Le spiegazioni delle sculture sono tutte più o meno sbagliate;
abbé Dclapard, in un presentimento giusto dello straordina- a tutte è comune l'errore d'aver confuso il sesso di alcune

Icmminl w Matth.. c. 1*: Mkkl. P. L„ •
KùNSTLE. /Ioii^d/^ìi thr chnslt. Kami. i.
 
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