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Worsley, Richard [Sammler] [Hrsg.]
Museum Worsleyanum: or, a collection of antique basso-relievos, bustos, statues, and gems ; with views of places in the Levant ; taken on the spot in the years MDCCLXXXV. VI. and VII. (Band 1) — London, 1824

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https://doi.org/10.11588/diglit.5309#0043
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famose, ma più lo provano alcuni versi della tragedia stessa più volte lodata d'Euri-
pide,6 i quali mostrano essere stata opinione in Atene, che i fantasmi delle tre eroine
frequentassero quest' antro sacro, e queste rupi già per loro funeste.

" O sacra rupe, o venerati sassi :
O penetrai d'Arcadia accetto al Nume,
Ove con pie' leggier muovere i passi
Le fanciulle d'Aglauro han per costume."
Queste parole hanno una relazione troppo evidente col nostro bassorilievo : vi si
vede il Nume d'Arcadia, l'antro riposto, cui bene compete il nome di penetrale ; sic-
come quello che si mostra accessibile per una via scavata nel sasso, ove sono le figure
degli uomini supplicanti ; finalmente le tre figlie di Cecrope, che si tengon per mano
quasi in atto di voler cominciare una danza.

La prima delle tre fanciulle è tutta involta in un gran peplo. Sarà forse Aglauro, eh'
era la più venerata in Atene, essendo sacerdotessa di Pallade al dir d'Esichio ?7 O sarà
Pandroso, che sola fu vergine, avendo Aglauro goduto degli amplessi di Marte, Erse di
quei di Mercurio. Non è facile a decidere qual di queste due opinioni sia la più fondata.

Ma a che allude il mascherone di profilo che vedesi nelT estremo del bassorilievo ?
Pausania viene opportunamente ad istruircene. Sappiamo già l'uso antico d'ornare le
bocche d'acqua con effigie di Bacchi barbati, o vecchi Satiri o Sileni, onde le fonti eb-
bero presso i Latini il nome comune di Silani, secondo la pronunzia Dorica ed Eolica
della voce Silenti». Ora Pausania" testifica come in quest' antro stesso oravi un fonte.
Ecco dunque indicato il fonte nella gran maschera Bacchica barbata vicino al suolo.
Restano a spiegarsi i frammenti dell' epigrafe, che se fosse intera ci avrebbe forse indi-
cato tutto quello che ora ci è convenuto indagare combinando le autorità de' classici
colle figure del bassorilievo, e fondando su questo confronto le nostre congetture.

Il mio parere si è che quest' epigrafe contenesse i nomi degli eroi, a' {piali il marmo
si dedicava, e poi il nome del dedicante con quel del padre.

Del Demo Phhja si trova fatta menzione in Pausania," e secondo la sua descrizione
i ra vicino a quel di Mirrino. Gli scrittori delle cose Attiche l'ascrivono alla tribù
Cecropide, il che ci rende sempre più verisimile l'esposizione da noi data del bassori-
lievo : essendo appunto Cecrope qui rappresentato come l Eroe Eponimo, e protettore
della tribù, alla (piale i Fliesi erano ascritti.

Le figure supplicanti son più piccole degli eroi, come nel medaglione d' Antonino
gli Arcadi rispetto ad Ercole, a cui rendono grazie per la morte di Caco, o come gli
Ateniesi liberati dal laberinto risguardo a Teseo in una pittura d'Ercolano, ove nelle
spiegazioni può vedersi illustrato (mesto costume di rappresentar gli eroi maggiori degli
altri uomini: costume per altro assai raro ne'monumenti che trovansi in Italia, e fre-
quente m quelli che ci pervengono dalla Grecia. Sembra che i supplicanti portino al
sacrifizio un ariete; ma se L'immoleranno in quel modo in cui si sacrificali vittime agli
Dei, o nelT altro nel quale si fan l'esequie agli eroi, uè il marmo cel mostra, nè possiamo
indovinarlo.

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