18. Il ritratto conosciuto di Ulisse, col suo consueto pileo, è rappresentato in questa
pasta antica, molto simile ad una Stoschiana.
19. Un sagrifizio a Bacco è rappresentato in questa erudita gemma; il simulacro
del nume, sollevato su d'un ara, è vestito alla bassaride: sostiene il tirso con una
mano, coli' altra un carriuolo. A piè della statua è un aratro ; poco lungi, su d' una
altura, surge una edicola; una femmina rustica, o tibicina, suona intanto due tibie in
onor del nume ; ella non è men pingue di quella introdotto da Plauto nella Aulularia.
20 Giove sedente, l'immagine del Sole, e la Vittoria, sono le deità riguardate dal
terzo secolo in poi come le tutelari dell' impero Romano. Di Giove Capitolino non
accade far motto. Il Sole è chiamato nelle medaglie di que' tempi, Dominus imperii
Romani. La Vittoria ebbe un altare nel Senato, la cui distruzione, comandata da
Graziano, annunziò quella dell' impero.
21. Questo curioso diligentissimo intaglio sembra aver servito d' anello a qualche
auriga vincitore nel Circo. Il carro vuoto, o quadriga, rappresentata nel mezzo, ha
sopra la Vittoria volante, colla corona in mano. Le monete di Sicilia esprimono col
medesimo emblema le vittorie Olimpiche. Il zodiaco fa corona alla quadriga Circense,
come se fosse quella del Sole, e rammenta 1' allusione del Circo al giro dell' anno, di
cui parlano Tertulliano, Cedreno, ed altri, presso Bulingero (de Circo) ; confermata
eziandio dagli obelischi, moli sacre al Sole, che vi sorgevano in mezzo, erette sovra la
spina.
22. Cercopiteco, o bertuccino, inciso nello stile Egizio in questo Scarabeo. Nel
Campidoglio v'èun monumento di basalto simile a questa gemma. L'Abate Winck-
elmann ci da ragguaglio che li Greci stabilirono una colonia, che nominarono Pitecusa,
a motivo del numero di scimie, che vi trovarono ; e Diodoro scrive che vi erano in
venerazione neh" istesso modo, che li cani erano in Egitto ; che giravano domestici per
le case, e che anche veniva loro permesso di prendere ciò, che trovavano. Questa
gemma, come pure la scinda nel Campidoglio, erano probabilmente oggetti di venera-
zione nella colonia Greca Pitecusa.
23. Questa corniola Egizia rappresenta Iside Canopo fasciato come un bambino, col
frutto, e foglie del persico sul capo.
24. Arpocrate, Dio del Silenzio, sedendo sul loto, come rappresentasi in una me-
daglia di bronzo (eh' era nel Gabinetto del fu Re di Francia) di Antonino, coniata in
Egitto neh' anno secondo del di lui regno, come pare dalla legenda. I teologi Egizj-lo
considerano come figlio d'Iside, ed Osiride, ed il simbolo del sole nel solstizio d'in-
verno. Il culto d' Arpocrate era in voga nel tempo degl' Imperatori, ed ognuno quasi,
in que' tempi, ne portava V immagine in un anello.
25. Gemma di lavoro Etrusco, nella quale è inciso un eroe, che si "sta rannichiatO,
come in aguato, armato d'elmo, di corazza, e di scudo ; nel campo è l'epigrafe, d'alto
in basso, HECTOR. Gli Etruschi servivansi del V. invece dell' O come si è osser-
vato, e come dimostrerà più chiaramente 1' Ab. Lanzi nella sua beli' opera sulle lingue
antiche d'Italia. Notabile è il pensiero dell' artefice d'averci rappresentato 1' eroe
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pasta antica, molto simile ad una Stoschiana.
19. Un sagrifizio a Bacco è rappresentato in questa erudita gemma; il simulacro
del nume, sollevato su d'un ara, è vestito alla bassaride: sostiene il tirso con una
mano, coli' altra un carriuolo. A piè della statua è un aratro ; poco lungi, su d' una
altura, surge una edicola; una femmina rustica, o tibicina, suona intanto due tibie in
onor del nume ; ella non è men pingue di quella introdotto da Plauto nella Aulularia.
20 Giove sedente, l'immagine del Sole, e la Vittoria, sono le deità riguardate dal
terzo secolo in poi come le tutelari dell' impero Romano. Di Giove Capitolino non
accade far motto. Il Sole è chiamato nelle medaglie di que' tempi, Dominus imperii
Romani. La Vittoria ebbe un altare nel Senato, la cui distruzione, comandata da
Graziano, annunziò quella dell' impero.
21. Questo curioso diligentissimo intaglio sembra aver servito d' anello a qualche
auriga vincitore nel Circo. Il carro vuoto, o quadriga, rappresentata nel mezzo, ha
sopra la Vittoria volante, colla corona in mano. Le monete di Sicilia esprimono col
medesimo emblema le vittorie Olimpiche. Il zodiaco fa corona alla quadriga Circense,
come se fosse quella del Sole, e rammenta 1' allusione del Circo al giro dell' anno, di
cui parlano Tertulliano, Cedreno, ed altri, presso Bulingero (de Circo) ; confermata
eziandio dagli obelischi, moli sacre al Sole, che vi sorgevano in mezzo, erette sovra la
spina.
22. Cercopiteco, o bertuccino, inciso nello stile Egizio in questo Scarabeo. Nel
Campidoglio v'èun monumento di basalto simile a questa gemma. L'Abate Winck-
elmann ci da ragguaglio che li Greci stabilirono una colonia, che nominarono Pitecusa,
a motivo del numero di scimie, che vi trovarono ; e Diodoro scrive che vi erano in
venerazione neh" istesso modo, che li cani erano in Egitto ; che giravano domestici per
le case, e che anche veniva loro permesso di prendere ciò, che trovavano. Questa
gemma, come pure la scinda nel Campidoglio, erano probabilmente oggetti di venera-
zione nella colonia Greca Pitecusa.
23. Questa corniola Egizia rappresenta Iside Canopo fasciato come un bambino, col
frutto, e foglie del persico sul capo.
24. Arpocrate, Dio del Silenzio, sedendo sul loto, come rappresentasi in una me-
daglia di bronzo (eh' era nel Gabinetto del fu Re di Francia) di Antonino, coniata in
Egitto neh' anno secondo del di lui regno, come pare dalla legenda. I teologi Egizj-lo
considerano come figlio d'Iside, ed Osiride, ed il simbolo del sole nel solstizio d'in-
verno. Il culto d' Arpocrate era in voga nel tempo degl' Imperatori, ed ognuno quasi,
in que' tempi, ne portava V immagine in un anello.
25. Gemma di lavoro Etrusco, nella quale è inciso un eroe, che si "sta rannichiatO,
come in aguato, armato d'elmo, di corazza, e di scudo ; nel campo è l'epigrafe, d'alto
in basso, HECTOR. Gli Etruschi servivansi del V. invece dell' O come si è osser-
vato, e come dimostrerà più chiaramente 1' Ab. Lanzi nella sua beli' opera sulle lingue
antiche d'Italia. Notabile è il pensiero dell' artefice d'averci rappresentato 1' eroe
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