dell' Éneide del Caro . sygp
Donde mai, Dio buono, ha potulo egli
immaginare che pestis si riferisce anzi a’vil-
lani che alla Furia? Imperocchè, senza che
molto meglio conviene a questa, che a quel-
li non fa; ella è sempre in azione in que-
sto fatto come quella che ne è condottie-
ra e motrice prima: ella apposta un luogo
nella campagna, d’onde veder la caccia di
Ascanio; ne concita ella, come dicemmo,
i cani contro il cervo ; ella dirige la ma-
no e il colpo d'Ascanio, si rimpiatta nelle
macchie per essere spettatrice e somenta-
trice eziandio tuttavia del tumulto già per
opera sua eccitato, cl’ onde un momento
dappoi
.... Sceva e spiculis tempus Dea nacta
nocendi,
Ardua tecta petit stabuli, et de culmine
summo
Pastorale canit signum, cornuque recurvo
Tartaream intendit vocem : qua protinus
omne
Contremuit nemus, et silvce intonuere pro-
fundce.
Dal che vedesi manifestamente, senza cer-
s 4
car
Donde mai, Dio buono, ha potulo egli
immaginare che pestis si riferisce anzi a’vil-
lani che alla Furia? Imperocchè, senza che
molto meglio conviene a questa, che a quel-
li non fa; ella è sempre in azione in que-
sto fatto come quella che ne è condottie-
ra e motrice prima: ella apposta un luogo
nella campagna, d’onde veder la caccia di
Ascanio; ne concita ella, come dicemmo,
i cani contro il cervo ; ella dirige la ma-
no e il colpo d'Ascanio, si rimpiatta nelle
macchie per essere spettatrice e somenta-
trice eziandio tuttavia del tumulto già per
opera sua eccitato, cl’ onde un momento
dappoi
.... Sceva e spiculis tempus Dea nacta
nocendi,
Ardua tecta petit stabuli, et de culmine
summo
Pastorale canit signum, cornuque recurvo
Tartaream intendit vocem : qua protinus
omne
Contremuit nemus, et silvce intonuere pro-
fundce.
Dal che vedesi manifestamente, senza cer-
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