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Archivio storico dell'arte — 3.1890

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Fasc. V
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https://doi.org/10.11588/diglit.18089#0411
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398

il 20 ottobre, pregandolo ad abbozzare l'inventione e
mandarla quanto prima-, 1 ed ecco i temi proposti al pit-
tore, secondo una minuta di pugno del Sangiorgio con-
servata nell'Archivio Gonzaga:

« Leone decimo creò Capitano Generale di S. Chiesa
il S.r Marchese Federico nella Lega ch'egli fece con
l'Imperatore per cacciar francesi dal stato di Millano
et ricuperar Parma et Piacenza da loro occupata alla
sede apostolica. Onde il primo quadro potrà contenere
la maniera con che furono date al detto signore le in-
segne del Generalato dal Legato apostolico, presente
l'esercito posto in battaglia con- salva di archibuseria
et artiglieria, come si suole far in simele ationi.

« Il Duca Federico havuto il sodetto Generalato
andò a campo sotto Parma in compagnia di Prospero
Colonna et del Marchese di Pescara generale dell'eser-
cito imperiale, et battendola ne prese la parte posta
oltra il fiume verso Piacenza. Onde il secondo- quadro
potrà contenere questa fattione mostrando la città bat-
tuta, la presa di essa per la batteria et li francesi posti
in fuga che si redussero nell'altra parte della città
posta oltre al detto fiume.

« Andò il medesimo esercito della Chiesa con l'Im-
periale d'indi a puoco alla recuperatione di Milano et
havendo trovato Lotrecco generale de francesi et Theo-
doro Trevultio generale di Venetiani che erano allogiati
sotto le mura della città nel borgo di Porta Romana,
nel far della notte il Marchese di Pescara entrò colli
Spagnoli nelli loro alloggiamenti, e li mise in fuga con-
stringendoli a ritirarsi verso il castello ; colla (piale oc-
casione il Marchese Federico prese Milano entrandovi
per la porta Ticinese insieme con il Collona. — Si potrà
dunque descrivere nel terzo quadro questa entrata di
Milano et li francesi posti in fuga, la quale cosa sarà
di bellissima vista, rapresentando una notte piena di
fuochi cosi per il combattere, come per l'abrugiar che
fecero francesi de borghi di quella città.

« Morse Papa Leone, onde l'esercito della Lega fra
lui e l'Imperatore si disciolse, et il duca Federico restò
con parte delle sue genti in Pavia, in compagnia di
Antonio da Leva, la quale d'indi a puoco fu assalita
da Lotrecco che s'era rinforzato con nuove genti sviz-
zere, et la battè in due luoghi ma invano. Perciò si
potrà nel quarto quadro rapresentar la sodetta città bat-
tuta et assaltata colla retirata di esso Lotrecco ».

A questo primo disegno, per non sappiamo qual
ragione, si credette opportuno di recare una variante:
e fu stabilito che, in luogo del quadro n. 1, il Tinto-
retto ne eseguisse un altro, il cui tema pel momento
non gli era indicato :

« L'ultimo quadro — scriveva il Sangiorgio — s'a-
tribuirà ad una atione del S.r Duca Francesco figliolo
di Federico, la quale per hora non si manda.

«Non trovandosi in Vinegia il ritratto (la pianta)

di Parma, Milano e Pavia, che vanno rapresentate in
(juesti quadri, si manderanno da qui».

Parimenti da Mantova furono poi spediti al pittore
i ritratti dei duchi Federico e Francesco, protagonisti
delle historie.

Quasi non fosse sopraccarico d'una così importante
commissione, il Tintoretto fu in quegli stessi giorni richie-
sto d'un altro lavoro: d'un disegno per decorazione,
che avrebbe servito a distrarlo ! È sempre il Sangiorgio,
che pel tramite di Mons. Moro, partecipava all'artista
il desiderio del Duca:

« S. A. vorrebbe far fare un friso intorno ad una
camera che tenesse dell'andare del disegno che sarà qui
annesso, et sopra tutto che havesse li cani et putti ni et
vorrebbe che il Tintoretto gli ne facesse un schizzo di
sua inventione, avertendo che quella sfera di oroloio ve
vuole veramente, ma si vorrebbe che fosse in mano de
uno de putti a modo di una targa che paresse che
nascesse cos ì a caso, se bene ve ha in effetto d'andar
l'oroloio. Se ben il schizzo ch'egli farà non serà finito
non importa, perchè ci basta vedere la sua inventione
et voressemo haverla col ritorno del corriere. Mant. 5
nov. 1579 ».

Alla metà di novembre — neppure un mese dopo
ricevuti i temi — il Tintoretto aveva già approntato
quattro bozzetti: e qui trova posto la lettera del San-
giorgio, pubblicata dal Gaye, 1 che non riusciva inte-
ramente chiara, essendo staccata dalle precedenti notizie.

« Ho veduto — egli scrive all'artista — li disegni,
l'inventione de quali è bella, ma bisogna avvertire che
il primo quadro segnato A patisce un difetto, il quale
è questo che la batteria che fece il Duca Federico a
Parma va dall'altra parte del fiume, cioè a mano diritta,
onde serà necessario che lucidiate questo disegno con
ongerlo, et che di questo modo rivoltiati il quadro che
(jiiello che è da un lato vadi all'altro. Parimenti quel
quadro che havete segnato per il secondo, B, sopra il
<piale ho tirato una croce va inserto nel terzo signato
C, perchè quella fu tutto una fatione, cioè l'intrata del
Marchese di Pescara et quella del Duca di Mantova in
Milano. Ma quando non potiati far capir tanta robba
in un quadro solo lascierete da parte detto quadro si-
gnato B, et metterete il quadro signato C al secondo
luogo, con il medemo avvertimento però ch'ho detto
del primo di ongerlo per lucidarlo, perchè quel borgo
che abrucia va alla mano diritta et così tutto il quadro
rivolto. Vorrei anco che appresso alla figura del Duca
ci faceste delle genti, perchè è disconveniente farla così
sola, et perchè homini a cavallo oecuparebbono tutto
il quadro potrete farli a piedi, come ho toccato io grossa-
mente colla penna. In iscambio poi di questo terzo quadro
haverete da fare la difesa di Pavia, la quale vi eravate
dimenticata. L'ultimo quadro del Duca Francesco sta
benissimo et vi si manderà il disegno giusto della pro-

1 Bertolotti, op. cit. p. 156.

1 Carteggio, III, 428.
 
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