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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. II
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Ricci, Corrado: Fieravante Fieravanti e l'architectura Bolognese nella prima metà del secolo XV
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0131

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FIERAVANTE FIERAYANTI

99

del Comune una nuova campana. Egli era sicuramente nato prima del 1418, in cui fu uccisa
sua madre, ma, per quello che ho detto, piuttosto dopo che prima del 1415! Dunque non altri
che Fieravante potò dirigere i lavori dell 'emissario perugino.

La stessa confusione fa, del resto, Francesco Carrara trattando dei lavori operati da Fie-
ravante al Yelino, presso la caduta delle Marmore. 1 Braccio da Montone fu, secondo il solito,
che gli commise la grave impresa. Il popolo di Rieti avea deciso di fare una nuova cava per
dare sfogo alle acque del Telino in modo che non allagassero o impaludassero il suo territorio.
Per condurre a fine tutto ciò, i Reatini, senza passar parola a quelli di Terni, invasero il loro
distretto impadronendosi sino della ròcca di Sant'Angelo. I Ternani allora presero le armi e cac-
ciarono energicamente gli usurpatori: i quali, spinti dalla necessità di provvedere ai danni che
producevano le acque, ottennero che si facesse un compromesso, col quale gli uni e gli altri si
rimettevano alla decisione di Braccio. 2 Questo compromesso rogato da Giacomo del q. Giovanni
Anqelutij è del 1417 e si conserva nell'Archivio di Terni. Braccio dichiara «Mag. D. Rainaldo
et ipsis civibus Reatinis et Communi Reatino, non licuisse, nec licere fodere, sive foveam facere
quam incoepit in predicto loco ; et terrenum sive locum in quo fodere incoepit pertinere et spectare
pieno iure ad Civitatem et Communem Interamnis ».

Il Carrara scrive: « Lo stesso Braccio da Montone ordinò che si desse la direzione del lavoro
e specialmente della fabbrica della torre a quell1 ingegnere bolognese Aristotele Fioravanti, che
rendè quindi oltre modo celebre il suo nome con l'avere nell'anno 1455 trasportato nella sua
patria da uno ad altro luogo per la distanza di più di piedi 35 la torre della Magione». In
questo passo, oltre la confusione tra padre e figlio Fieravanti, è notevole la pessima interpreta-
zione del documento. Braccio ordinò che nel luogo detto le Marmore, presso il lago, si costruisse
una torre con disegno di mastro Fieravante da Bologna ingegnere per assicurare gli uomini di
Terni contro ogni possibile colpo di mano dei Reatini. A costoro poi concesse di fare la cava,
obbligandoli però a non immettervi l'acqua sino a che la torre non fosse compiuta come riparo
della serratoria dell'acqua con Vapretoia e la jproratoia. La fossa fu fatta e fu detta Reatina, e
l'acqua cominciò a corrervi nel 1422.

IY.

Fieravante tornò a Bologna tra il 1423 ed il 1424. S'è già visto come sui primi del 1425,
quando fu accusato d'aver fatta ammazzare la moglie e l'amante di lei, fosse in patria.

Circa a questo tempo s'apprese un vasto incendio nel lato destro del palazzo pubblico, e
precisamente alle stalle del Comune. L'edificio era nella prima metà del secolo xiv diviso in
due parti ben distribuite. La parte sinistra per chi guardava, tenuta dal palazzo della Biava sorto
sull'area delle case d'Accursio, avea sotto un vastissimo loggiato pel mercato dei grani, e sopra
la sede del governo. A destra, in altre fabbriche unite ma disuguali si trovavano le stalle ed
altri uffici e luoghi per milizie e il quartiere del capitano del popolo, poi dei legati. In seguito
alla riunione degli edifici fatta dal cardinal Androino nel 1365, che quasi tutto cinse di mura
e di torri, e in ispecie dopo la ricostruzione cominciata nel 1425, le parti del palazzo, occupate
necessariamente dai rappresentanti dei vaivi governi, e pontifìcio e visconteo e popolare e ben-
tivolesco, ecc., ecc., non ebbero più una costante denominazione. 3

1 Descrizione istorica della caduta del Velino nella
Nera, detta delle Marmore (Nuova raccolta d'autori ita-
liani che trattano del moto delle acque, t. YI, Bologna,
1829, p. 343).

2 Frano. Angeloni, Historia di Terni, Roma, 1646,
p. 228; e Pisa, 1874, pp. 348-49.

3 Nella Cronaca Raniera, Bologna, 1887, p. 70, sem-
bra chiamarsi degli Anziani la parte destra che oggi

corrisponde sulla fonte del Nettuno « Sul cantone del
palazo del Podestà de verso il palazo de li signori An-
tian ». Lo stesso lato da Fileno dalle Tuate (Cronaca
boi. ms. nella Bib. Univ. Boi. n. 437, t. I al 1425) è
detto Palazzo dei Signori. Iacopo dalla Quercia nella
lettera cit. lo dice Palazzo del Legato, che effettiva-
mente lo fece cominciare; ma si vedrà come il lavoro
fosse continuato dagli Anziani.
 
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