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Archivio storico dell'arte — 7.1894

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Fasc. V
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Boni, Giacomo: Il duomo di Parenzo e i suoi mosaici, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19206#0405
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362 GIACOMO BONI

L'Accademia di San Luca, il Collegio degli ingegneri-architetti, la Commissione pon-
tificia di archeologia ed i più dotti in archeologia sacra, come il comm. De Hossi ed il
padre Bruzza, desideravano che non si andasse alla demolizione dell' antica abside late-
ranense. Prevalse il parere contrario, quando già si era reso praticamente inattuabile il
trasporto dell'abside.

L'architetto Andrea Busiri, accademico di San Luca, scriveva nel 1868 {Progetti pel
nuovo coro lateranense, pp. 6 e 12): "La costruzione dell'abside è totalmente in laterizio,
anche nei sottomuramenti, con malta di pozzolana di una aderenza e tenacità straordinaria,
potendosi tagliare in massi come la pietra. „ Nel 1880, osservava: " Pino a tanto che quei
lavori sono stati sotto la mia direzione, l'aderenza del mosaico di Jacopo da Turrita non
era davvero precaria, avendo abilissimi artefici dello Studio vaticano esaminate scrupolo-
samente tutte le tessere di quell'opera preziosa e dichiarato in iscritto la certa e sicura
sua conservazione anche nel caso di una difficile manovra di traslocazione.... „

E nel 1886 {IJ Obelisco Vaticano, p. 18): " La demolizione dell'abside, compiuta nel 1881.
è stata difficile e tenacissima, mentre per soli metri cubi 1225 sonosi dovuti impiegare
giorni 85 coll'assidua opera di 60 manuali forniti di robusti scalpelli e zappe e mandando
allo scarico 1200 barre di scaglie. La spesa poi della nuova abside è stata molto maggiore
del trasporto che risparmiava pure la rinnovazione quasi totale del mosaico e conservava in-
tero quello primitivo. „

Il trasporto del mosaico fu eseguito dallo stesso cav. Bornia dello Studio vaticano,
che adesso lavora a Parenzo. Pratico mosaicista, come altri romani che ho frequenti occa-
sioni di vedere lavorare, il cav. Bornia sarebbe forse stato capace di fare in modo che
la sola reliquia dell'abside medioevale lateranense, sottratta al piccone demolitore, conser-
vasse le sue caratteristiche più nobili per chi ha sentimento artistico ed anche sentimento
storico dei molteplici valori che presentava quel monumento. Invece il mosaico fu distac-
cato incollandolo su tela, con tutte le conseguenze inerenti e casuali, colla sostituzione
di figure e di nuovo fondo d'oro e d'una inscrizione nella quale l'abside antica è fatta
credere vetu state fatiscentem.

Il cav. Bornia ha continuato a fare a Parenzo (distaccando su tela i mosaici dell'arco
trionfale, rimaneggiandoli e riapplicandoli spianati sulla fronte coli' aggiunta di nuovo
fondo d'oro) quello che nessuno gli aveva detto di non fare nella basilica di San Giovanni
in Laterano. Il mosaico absidale lateranense avrebbe dovuto venire trasportato col suo
intonaco, come facevano gli antichi e come ho fatto delle pitture della cattedrale di Nardo,
operazione ancor più facile cogli intonachi dei mosaici romani ; per quelle parti in cui il
caso era proprio disperato o dove si dovevano eseguire i tagli, doveva fare il distacco su
una superficie non spianante e capace di far da sostegno non solo, ma anche da cuscino
alle tessere.

" Per effettuare il distacco (dichiara il parroco Deperis) non vi sono che due metodi, cioè il di-
stacco su tela oppure su calchi di gesso, „

eh'è quanto dire: per la locomozione vi sono due mezzi, cioè le gambe proprie oppure
quelle dei muli ! Molti sono invece i materiali che si adattano al trasporto degli antichi
mosaici; io preferisco l'intonaco elastico di pasta fibrosa a gelatina e caoutchouc, sul quale
viene incollata una tela, e trovo utile di spalmare la celluloide sciolta nell'etere alcooliz-
zato, molto flessibile, resistente e non elastica. Ma questo non poteva riguardare i mosaici
scoperti sulla fronte dell'arco trionfale del duomo di Parenzo, i quali nella parte che potei
esaminare, perchè non ancor tocca dai restauratori, presentavano una resistenza sufficiente,
tanto che provai invano di staccare coli' unghia qualche tessera. E anche dove le tessere
erano smosse e l'intonaco era guasto o sgretolato presso alle aperture e ai tagli eseguiti
precedentemente, sarebbe pur stato possibile di fare le riparazioni, senza staccare tutto il
mosaico.
 
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