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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

DOI issue:
Fasc. I-II
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Baudi di Vesme, Alessandro: Giovan Francesco Caroto alla corte di Monferrato
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0048

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39

mentre la persona qui effigiata è un bambino; ma lo conferma nel modo più assoluto l'iscri-
zione che corre attorno al ritratto: « • BONIFACIVS . GV.[LIELM1] VII. MAR.[CHIONIS]
MONTISFERR.[ATI] PRIMOGENITVS . AQVENSIS COMES ». Il principino è figurato in
busto voltato di profilo verso sinistratila i capelli racchiusi in una reticella e porta in
capo un berretto ornato d'una medaglia e d'una piuma.

L'anno in cui la medaglia fu fatta può essere determinato con molta approssimazione,
se si considera da un lato che Bonifacio, nato nel 15.12, qui dimostra un'età non inferiore
agli anni cinque, e dall'altro lato che la medaglia è anteriore alla morte del marchese
Guglielmo, avvenuta il 4 ottobre 1518. La data di essa deve dunque essere stabilita
nel 1517, o, meglio ancora, nei primi nove mesi dell'anno seguente.

Alcune osservazioni possono qui trovar luogo a proposito dell' iscrizione di questo ritratto.
Anzitutto, Bonifacio vi è chiamato figlio primogenito del marchese Guglielmo, laddove è

MEDAGLIA DI BONIFACIO DI MONFERRATO, di Giovan Francesco Caroto

noto ch'egli non ebbe mai alcun fratello, ma soltanto le due sorelle, di lui men giovani,
poco fa nominate. Un errore di tal fatta commesso da un famigliare del marchese sarebbe
inconcepibile; ma l'enigma si spiega plausibilmente, se si riflette che l'età giovanile del
marchese Guglielmo e della marchesa Anna, e, chi sa?, fors'anche lo stato di questa nei
giorni in cui il Caroto lavorava la medaglia, potevano autorizzare speranze, poscia dissipate,
di nuova fìgliuolanza, e che l'artista può aver messo la parola « primogenitus » quasi un
augurio di prole, mascolina.

La seconda cosa da osservarsi è che nella suddetta iscrizione è distinto col qualificativo
di \ II quello stesso Guglielmo che alcuni storici chiamano IX, altri Vili ed altri ancora II.
Siffatte differenze provengono dal tenersi o non calcolo di alcuni principi ch'ebbero regno
effimero e contestato, e dei primiti-vi marchesi di Monferrato, dai quali i Paleologi discen-
devano per donne, mentre per linea mascolina discendevano dagl' imperatori d'Oriente.

Il Litta fa all'iscrizione un altro appunto, ed è che Bonifacio, nella sua qualità di
primogenito od unigenito del marchese di Monferrato, avrebbe dovuto, a tenore dei privilegi
imperiali del 1414, portare il titolo di conte d'Aquosana, anziché di Acqui. Ma probabil-
mente il marchese Guglielmo, derogando alla consuetudine, avrà preferito che il figlio
portasse il titolo di conte d'Acqui, città ch'era, dopo Casale e forse Alba, la maggiore del
suo Stato, piuttosto che quello d'un paesello ignorato.
 
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