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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

DOI issue:
Fasc. I-II
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Ffoulkes, Constance Jocelyn: L' esposizione dell'arte veneta a Londra, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0079

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L'ESPOSIZIONE DELL'ARTE VENETA

A LONDRA

I.

uando avesse ad essere scritta la storia del senso colo-
ristico umano, come ebbe ad osservare un critico in-
glese, si riescirebbe forse a capire perchè Venezia fosse
il centro del suo sviluppo più alto ed intellettuale.
Lo stesso scrittore ci dà un interessante cenno delle
sue teorie in questo proposito. L'amore della forma,
secondo lui, è un prodotto particolare all'Occidente,
mentre la passione pel colore avrebbe avuto la sua
origine nell'Oriente. Le due tendenze s'incontrarono
a Venezia, in quel suolo dove in flusso e riflusso con-
tinuo s'incontrò la vita di due continenti, dell'Oriente,
cioè a dire, e dell'Occidente; e così nacque una scuola
riconosciuta dappertutto come la scuola del colore per eccellenza, e da noi in Inghilterra
fu sempre la prediletta fra tutte le scuole d'Italia, e la più ricercata dall'amatore. Prova di
questo l'abbiamo nella collezione stupenda di pitture veneziane che in quest'anno ador-
narono le sale della New Gallery. Però in fatto di capi d'opera l'Esposizione non poteva
essere paragonata con quella dell'anno scorso; l'interesse principale noi lo trovammo piut-
tosto nel gran numero di pitture d'artisti d'ordine subordinato, e massimamente per quello
che concerne la scuola dei Bellini e di Giorgione, che ci danno l'occasione di studiare al-
cuni pittori poco conosciuti fuori d'Italia.

Nel catalogo troviamo i tre gran nomi della famiglia dei Bellini, cioè Jacopo, Gentile
e Giovanni. Devesi però cancellare senz'altro quello di Jacopo, dato alla Predica di un
frate domenicano (o. 3), proprietà dell'Università di Oxford. Non può essere di mano di
Jacopo, come bene a ragione hanno già osservato i signori Crowe e Cavalcasene, attri-
buendola alla bottega del maestro. La composizione intiera è troppo monotona e debole
per poter essere di altri se non di qualche imitatore. Il primo pensiero potrebbe forse essere
riferito ad un disegno conosciutissimo che si trova nel ben noto libro di schizzi di Jacopo
Bellini conservato nel Museo britannico.

Importantissimo invece è l'esemplare di mano del suo figlio maggiore Gentile.

È questo il quadro della Madonna, che l'anno scorso passò dalla collezione della com-
pianta Lady Eastlake nella scelta Galleria del signor Mond. La Vergine in trono tiene ritto
sulle ginocchia il Bambino; sul gradino è attaccato un cartellino coli'iscrizione: OPVS GEN-
TIL IS BELLINI VENETI EQUITIS. « Non era questo, soggiunge sensatamente il signor
B. Berenson nella sua rassegna critica dell'Esposizione, 1 un soggetto da essere trattato bene

1 Vedi: Venetian Painting, chiefly before Titian, at by Bernhard Berenson. London, Yaclier and Sons, prin-
the Exhibition of Venetian Art. The New Gallery, 1895, ters, p. 23.
 
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