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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. I-II
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Ffoulkes, Constance Jocelyn: L' esposizione dell'arte veneta a Londra, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0082

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L'ESPOSIZIONE DELL'ARTE VENETA A LONDRA

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In ragione di tempo va posta a qualche anno (li distanza dopo la precedente, Yale a
dire verosimilmente intorno al 1480 o poco giù di lì. Porta la segnatura autentica in
caratteri romani, e col secondo L del nome di Bellini più aito del primo, particolari codesti

avvertiti già dal Morelli come distintivi delle firme

\

autentiche dell'autore. E posta, come di consueto,
sopra un cartellino attaccato al parapetto. Appar-
teneva altre volte alla signora Eastlake, che la
conservava quale uno dei suoi più preziosi tesori.
Alla vendita delle sue pitture nell'anno scorso
passò nella collezione del signor Mond. E qui non
possiamo tralasciar di osservare, che senza la gene-
rosa collaborazione di quell'egregio amatore d'arte,
la raccolta di capolavori sarebbe stata assai magra
quest'anno.

II.

: I Per verità sarebbe stato da desiderare, in mas-

sima, che la Direzione si fosse studiata di scegliere
i quadri nelle collezioni meno conosciute invece di
Zzi presentarci opere conosciutissime e già studiate a

Fig. t - Pietà, di Giovanni Bellini fondo l'anno scorso. Per esempio, l'anno passato

(Venezia, Museo Correr) a Burlington House già si ebbe occasione di ve-

dere la Madonna del Bellini, n. 67, la Santa Con-
versazione del Catena, n. 46, il San Girolamo del Basaiti, n. 169, la Fiora del Palma, la
cosidetta Lucrezia di Dorcliester House, di L. Lotto, che fino a poche settimane fa stavano
esposte alla Galleria Grafton, e via dicendo.

Per quanto istruttivo il poter famiglia-
rizzarci colle pitture di tal pregio, per au-
mentare le nostre cognizioni è sempre da
desiderare che grado grado si abbia anche
a riuscire a conoscere ciò che sta ancora
nascosto nelle collezioni private della cam-
pagna.

Sapendo poi quali ricche miniere si
trovano in Inghilterra all'insaputa di molti
studiosi, non si può se non meravigliarsi
che il Comitato siasi preso la briga di
chiedere contribuzioni all' estero. Ci do-
mandiamo quindi se valeva la pena di far
figurare all'Esposizione buon numero di
pitture abbastanza mediocri, quali spesso
non SÌ risolvono se non in pure copie 0 Fio. 3 - Pietà, di Giovanni Bellini

imitazioni ora dall'uno ora dall'altro dei (Milano, Galleria di Brera. Fotografia Brogi)

più celebrati artisti.

Riguardo poi al ritratto sopra indicato non sappiamo perchè viene annoverato come
ritratto rappreseli tante il pittore fiammingo Giovanni Memling. L'originale nella Galleria
Nazionale passa sempre per essere il ritratto di Antonello fatto da se stesso. Non sono, per
verità, tanto l'una quanto l'altra che asserzioni gratuite e senza fondamento. Accostiamoci
ora agli altri quadri che portano il nome di Bellini, e che ammontano a cinque numeri.

Archivio Storico dell'Arte, Anno Vili, fase. I-II. IO
 
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