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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. I-II
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Ffoulkes, Constance Jocelyn: L' esposizione dell'arte veneta a Londra, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0095

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COSTANZA JOCELYN FFOULKES

le sue forme caratteristiche e il suo spirito. Il Berenson nel suo esame critico la dà senza
altro per opera di Vittorio Crivelli, seguace di Carlo, richiamando in confronto molte opere
di lui che vedonsi nella Marca d'Ancona, a Fermo, ad Ascoli e via dicendo.

I)i Andrea Mantegna la temporanea Galleria ebbe in sorte di porgere due squisite e
indubitate opere. La stupenda Adorazione de' Magi è dipinta come la Madonna della Galleria
Carrara a Bergamo su tela in sottile colore a tempera. Come tutti \ suoi dipinti, la tela sa-
rebbe da ascrivere al suo ultimo periodo 1490-1506 (Tedi Morelli, Kunst Kritische studien, v. II,
p. 226). Non misura che 19 pollici in altezza per 26 di larghezza, e contiene soltanto cinque
mezze figure ; ma così bene inteso e appropriato è l'accomodamento della composizione, che
niente ci disturba in senso di sproporzione. Non isfuggì al Morelli 1 essere questo l'esemplare
primitivo di una serie di composizioni analoghe. Una imitazione accuratissima della medesima
gli accadde di vederla presso un antiquario a Yenezia, eseguita probabilmente dopo avere
lucidato il disegno dell'originale, dappoiché le forme, soggiunge, vi corrispondevano affatto
a quelle del prototipo. Una riproduzione di mano di Francesco da Santa Croce trovasi nella
R. Galleria di Berlino, un'altra in quella di Pietroburgo; altre ripetizioni nella Pinacoteca di
Verona e presso il signor C. Buttler a Londra.

Per quanto concerne l'espressione della Madonna nell'originale appartenente a lady
Ashburnham sarebbe difficile nominarne un'altra che fra le opere del maestro la superasse
in questo particolare.

II secondo quadro del Mantegna appartenente al signor Mond, già esposto a Burlington
House due anni fa, è di una bellezza straordinaria e degno d'essere messo accanto all'altro.
I)i un interesse speciale poi vi è la composizione insolita, perchè rappresenta un soggetto
di rado trattato, quale è quello del Cristo in tenera età, nel carattere di Salvator Mundi,
al solito riserbato al Cristo maturo (fig. 12a).

Se non siamo in errore, anche Tiziano ebbe a trattare lo stesso soggetto, ma in maniera
alquanto di\rersa, in una sua opera giovanile a Yenezia, tuttora visibile, benché manomessa
da fatale ristauro, nella chiesa dei Santi Ermargora e Fortunato (vulgo San Marcuola). Yi
è effigiato il Bambino Gesù benedicente ritto sopra un piedestallo, col globo nella destra,
messo in mezzo da Santa Caterina e da Sant'Andrea.

Le due figure in chiaroscuro, benché prese da disegni del Mantegna, non possono essere
sue nell'esecuzione, perchè vi manca affatto il suo spirito e le linee del disegno sono riuscite
senza vita. Il Berenson le riterrebbe della stessa abile mano di un imitatore che eseguì le
due figure dell'Estate e dell'Autunno nella Galleria Nazionale di Londra.

E che cosa dovrebbesi dire di certa Giuditta (n. 125)? È sempre pericoloso parlare di
un quadro quando da tanti critici è stato lodato. È senza dubbio opera condotta colla mag-
giore finezza, e la composizione porge un'impronta mantegnesca; tuttavia non possiamo
credere che un'esecuzione così leccata, a modo di quelle che spesso si riscontrano nei dipinti
sul rame, meschina nella esecuzione, sia da accollare ad un grande artista della forza del
Mantegna.

Per avere un'idea dei criteri artistici dei secoli passati merita d'essere qui rammentato
quanto rileva il Catalogo dell'Esposizione, dove nota che il quadro stesso passava per un
Raffaello nella collezione di Carlo I, e ch'egli lo diede poi al conte di Pembroke in cambio
di un dipinto del Parmigianino.

Costanza Jocelyn Ffoulkes.

(Continua).

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1 V. il suo terzo volume dei Kunstcritische Studien, pubblicato dal Brockhaus nel 1S93, p. 92.
 
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