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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. III
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Boito, Camillo: La ricomposizione dell'Altare di Donatello
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0159

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150 CAMILLO BOITO

la metà di maggio, e già il 25 si portava in chiesa. Di tanta precipitazione la strana figura
della Madonna, e segnatamente quella brutta del Bambino tenuto in grembo, serbano tracce
evidenti e sgradevoli.

Quale sia stato il giudizio dei forestieri, dei padovani, dei massari dell'Arca, non si sa:
non si sa quale forma avesse il simulacro dell'altare; ma si sa che c'erano le sette statue,
le quattro storie, i quattro simboli degli Evangelisti e dieci Angioletti. Dal più al meno i
bronzi, salvo gli Angioletti, dovettero essere collocati come rimasero nel dossale definitivo
e come li vide l'Anonimo: e dico salvo gli Angioletti, per una ragione, la quale lascia sup-
porre che ai massari e a Donatello medesimo il simulacro non andasse intieramente a' versi
e paresse in qualche cosa manchevole.

Così la pensa anche il chiarissimo professore Gloria, che primo lesse i predetti ricordi,
e che alla pagina xyi della Relazione storica, la quale precede i documenti nella citata
pubblicazione, così si esprime: «Emerge che le osservazioni fatte dai visitatori indussero
Donatello ad aggiungere altri due Angioletti, in totale 12, quanti esistono, e ad aggiungere
la Pietà parimente a bassorilievo, ciò che risulta dai documenti ».

Fatto sta che un anno dopo, quando si pagano a Donato 113 lire per aver butà e adorna
la pietà, se ne sborsano pure 136 per sua fatura al dicto de 2 agnoleti a Indurli, e si
parla oramai, non più di dieci, bensì di dodici putti.

Perchè, di grazia, prima che il simulacro si facesse ne potevano bastare dieci? Ecco, io
immagino che nel disegno fossero collocati nel modo più naturale, essendo dieci, ma anche
men buono: cioè sotto le quattro statue, senza contare la Madonna, la quale dominava nel
mezzo sopra un Ciborio, probabilmente architettonico; e senza contare i due Santi, che non
vennero neanche poi, come s'è visto, alzati sopra il dossale. Così quattro Angioletti pote-
vano stare sulla fronte, quattro sul prospetto posteriore e due nello spessore dei fianchi: in
tutto dieci; e sfido io, in questo caso, a collocarne di più. Ma per chiarire meglio l'idea,
ecco il seguente schema della facciata del dossale:

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Miracolo

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Se le cose stavano a questo modo, come tutto fa credere, Donatello e i massari avevano
ragione di non sentirsi contenti. Quei putti, che non presentavano uè la misura delle fìgu-
rette dei Miracoli laterali, nè la dimensione delle figure soprastanti; quei putti, colossali
al paragone dei personaggi delle storie, pigmei al confronto delle statue; quei putti senza
una linea prospettica nel loro campo, messi vicini ai bassorilievi tutti prospettiva, de' quali
non avevano nemmeno l'esatta altezza; quei putti suonanti e cantanti, così staccati l'uno
dall'altro, così isolati, così sparpagliati davanti, di fianco, di dietro, dovevano introdurre nel
tutt' insieme un disaccordo stridente. Appena alzato in fretta e in furia il simulacro o
modello dell'aitar grande, ne rimase certamente offeso l'occhio dell'incomparabile statuario,
del quale il Vasari diceva come facesse « le sue figure di maniera, che nella stanza dove
lavorava non apparivano la metà di quello che elle riuscivano migliori ne' luoghi dove
ell'erano poste ». I simulacri e i modelli si fanno appunto per correggere le opere.
 
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