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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. III
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Sgulmero, Pietro: La firma-preghiera di Maestro Guglielmo nelle sue sculture Veronesi (1139)
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0200

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191

o per riconoscervi ima maniera lontana e dallo stile antico cristiano e dalla influenza bizan-
tina, o per ricercare la corrispondenza tra la cattedrale di Ferrara ed il San Zeno di Yerona.

Nessuno si diede a studiare la firma dello scultore, quella firma che, nel primo verso,
era stata data più volte in un modo così stranamente inintelligibile.

Carlo Cipolla, nel succitato suo erudito volume, 1 parla a lungo di Guglielmo e discute
s'egli possa essere stato discepolo di Nicolò.2 Dopo aver il Cipolla preso in esame quasi
tutti gli autori sopra ricordati, conclude col riconoscere clie i bassorilievi della facciata di
San Zeno di Yerona, sono certamente opere di artisti italiani, 3 eseguite secondo l'opinione
che ormai può dirsi la più diffusa, l'anno 1139.4 Anclie il Cipolla non sapendosi spiegare
il primo verso della firma guglielmina, fa uso del solo verso secondo, accogliendo la lezione
data, in fac-simile, dall'Orti.5

Nella lettura di questa, fino ad ora, male studiata, firma-preghiera, ho voluto provarmi
io e spero di esservi riuscito.

Comincia con il pronome QYI segnato dalla sola Q tagliata nella coda.

Poi viene chiara la voce LEGIS.

Seguono una I e le parti inferiori della S e della A. Confrontando, nel secondo verso, il
nesso TA della voce ISTA torna ovvia la ricostruzione anche qui dello stesso aggettivo indicativo.

Yengono poi gli avanzi inferiori di un altro vocabolo, e cioè un'asta perpendicolare ed
un angolo retto. Con questi avanzi il mio amico conte prof. Francesco Cipolla mi suggerì,
come unica ricostruzione possibile, il vocabolo PIE. È vero che ci manca ogni traccia della
vocale I, ma questa lettera poteva benissimo trovarsi inserta nel semicerchio, oggi affatto
perduto, della P.

Seguono le traccie della parte inferiore del nesso NA: poi chiara ed intera la sillaba
TYM, con le TY in nesso e la M segnata con la lineetta orizzontale: elementi più che bastanti
a ricostruire il nome accusativo NATVM.

Segue l'imperativo PLACATO, scritto, se si vuole, un po' bizzarramente, ma sulla cui
lezione non può sorgere dubbio alcuno. Ambedue le A sono incise, più piccole delle altre
lettere, negli spazi alti tra la L e la C; e tra la C e la T. La C è rettangola. La sillaba TO
è in nesso con la 0 sospesa all'asta perpendicolare della T.

Si legge poi il sostantivo MARIE con la prima sillaba in nesso. Il TOMARIIE, rega-
latoci dall'Orti, proviene dall'avere i suoi artisti unito l'ultima sillaba del verbo PLACATO
al nome MARIE e di avere preso, in questo nome, per una I la disgiunzione dei due pezzi
di marmo.

Comincia, di seguito, il secondo verso. Il verbo SALYET con le le lettere YE in nesso
è chiaro.

Chiara pure è la preposizione IN indicata con la solita sigla I.

ETERNYM è molto abbreviato. Sono sottintese la seconda E e la R, mediante la lineetta
sulla T. La sillaba NYM è tutta in nesso, vale a dire, la Y segnata nella N, e la M segnata
con la lineetta sul nesso NY.

QYI è indicato dalla sola Q senza la coda tagliata. Solo la coda, invece di andare da
sinistra a destra, come la coda tagliata del Q YI nel principio, va da destra a sinistra.

SCULPSERIT è molto abbreviato. La C rettangola. Le lettere ULP in un solo nesso
con la U goteggiante. Le lettere S, E, R, in nessun modo segnate.

1 Per la storia ci' Italia e de' suoi conquistatori [nel
medio evo più antico. Ricerche varie di Carlo Cipolla.
Bologna. Ditta Nicola Zanichelli, (Cesare e Giacomo Za-
nichelli) 1895. Un voi. in-16 di pag. 4.696 e 6 tavole.

2 Cipolla C., Op. cit., pag. 636-39.

3 Id., Op. cit., pag. 602.

4 Id., Op. cit., pag. 639. Il primo a rilevare la data

del compimento della facciata di San Zeno Maggiore,
e, per conseguenza, delle sculture che la adornano, fu
Scipione Maff'ei nella sua Verona illustrata, parte III,
capo III, in principio del paragrafo: Santo Zenone. Ad
una identica definizione venne il Cipolla (pag. 635, n. 1)
esaminando lo stesso documento esaminato dal Maffei.

5 Id., Op. cit., pag. 636.
 
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