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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. IV
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Baudi di Vesme, Alessandro: Matteo Sanmicheli: scultore e architetto cinquecentista
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0309

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300 alessandro vesme

l'Università in cui era stato discepolo. La fama acquistatasi di eccellente giureconsulto ed
umanista e la protezione del cardinale d'Amboise suo parente gli valsero d'essere chiamato
da Carlo YIII re di Francia alla sua corte e dal suo successore Luigi XII creato consigliere
di Stato, maestro delle requisizioni, senatore a Milano ed incaricato d'importantissime am-
bascierie ad Enrico YII re d'Inghilterra, a Massimiliano imperatore, a papa Leone X ed
a molti altri principi. Nelle ore che gli affari di Stato gli lasciavano libere compose molti
e stimati libri sia di storie dei suoi tempi, sia di giurisprudenza e di teologia, sia di traduzione
di scrittori latini e greci in idioma francese. Entrato nel 1501 negli ordini sacri, fu ammi-
nistratore della diocesi di Lodi, e nel 1507 ebbe il vescovato di Marsiglia; ma nel 1516 —
per intromissione di Carlo III di Savoia suo principe naturale, dal quale, benché ne avesse
abbandonato il servizio, era assai ben veduto — permutò quella diocesi con quella di To-
rino di cui era titolare Innocenzo Cibo, e questi passò a Marsiglia. Claudio Seyssel morì
il 30 maggio 1520, lasciando per testamento i suoi beni ad una delle due figlie naturali
avute quand'era ancora chierico. Come si raccoglie dall'epitafio, il mausoleo che racchiude
il suo cadavere fu innalzato a spese del Collegio dei canonici, ma sinora non si trovò nei
libri capitolari di quel tempo alcun documento ad esso relativo.

XYI.

Nel Duomo di Chieri, in una cappella contigua al campanile, sta applicato alla parete
al di sopra dell'altare un mirabile monumento di marmo bianco, lavorato in parte a basso
ed in parte ad alto rilievo, e destinato in origine all'uso di tabernacolo. Misura in altezza
m. 5.38 ed in larghezza m. 2.42, ed ha l'aspetto di un tempietto diviso in più piani so-
vrapposti e poggiante sopra tre mensole foggiate a fondo di lampada e coperte di squame.
Nel piano inferiore, fra due basi sulle cui faccie sono scolpiti due profeti, vedesi in una
cripta il corpo di Cristo morto. Segue un altro piano nel cui mezzo sta il ciborio chiuso
da una porticina sopra la quale leggesi «hic xpm adora»; la porticina è fiancheggiata
da due bassorilievi rappresentanti la lavanda dei piedi e la comunione degli apostoli;
al di là dei bassorilievi v'ha da ciascun lato un pilastro adorno di un disco in marmo di
colore, e sugli estremi lembi d'un gradino sporgente sono posate le statuette di San Giu-
liano e di Santa Basilissa. Superiormente a questo piano ve n'ha un altro nel quale da una
parte e dall'altra sono una lesena ed una candelabra ornate di fregi, e nel mezzo è scolpito
Cristo in croce con la Vergine e Giovanni. Sovrasta, a mo'di fregio, un ultimo piano, ove
fra due comparti adorni di figure di Sibille è espressa in bassorilievo l'ultima cena. Il tetto
è anch'esso a squame, e sul suo orlo stanno due angeli genuflessi davanti il Cristo in gloria
che s'erge sulla sommità d'una cupola ottagonale.

Non si hanno documenti che palesino l'autore di questo tabernacolo, ma al loro difetto
si può questa volta facilmente supplire con l'esame dello stile. Chiunque, dopo aver bene stu-
diato le opere di Matteo Sanmicheli qui sopra descritte, le paragoni con l'icona marmorea del
Duomo di Chieri, non potrà, credo, disconvenire che questa è parto della medesima mente e
del medesimo scalpello che produsse le altre. In modo singolare è appariscente la sua ana-
logia col disegno dell'oratorio di Torino, cosa che non deve sorprendere chi riflette che tanto
il monumento di Chieri quanto quello di Torino servivano al culto speciale del mistero
eucaristico.

Ignoro chi sia stata la persona o la corporazione ordinatrice di questa bell'opera; non-
dimeno credo di cogliere nel segno facendo la supposizione che l'onore ne spetti alla Compagnia
del Sacramento, la quale, a detta del Bosio,1 fece i suoi statuti circa il 1519, ed ancor oggi
uffizia quella cappella. Nò ò improbabile che v'abbia avuto parte, almeno morale, quel Ber-

1 Memorie del Duomo di Chieri, 92.
 
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