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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. V
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0409

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400

MISCELLANEA

donna, l'altra l'Incontro con Santa Elisabetta, e
ch'egli credette aver_tanto" in mano per determi-
narle quali opere di quel misterioso pittore che è
Fra Carnevale, discepolo di Pier della Francesca.
In proposito noi non sappiamo fare a meno di
esprimere qui'le nostre riserve intorno a siffatta
attribuzione del prof. Adolfo Venturi, fatta argo-
mento di apposito ragionamento nell'articolo inti-
tolato: Nelle Pinacoteche minori (V Italia, comparso
nel VI fascicolo àe\VArchivio storico dell'Arte del-
l'anno 1893.rQuivi, considerando che gran parte
della raccolta barberiniana proviene da Urbino, e
avendo egli trovato in una descrizione delle chiese
di Urbino (del 1801) che i sindaci di certa con-
fraternita avevano fatto lavorare una bella tavola (La
F. Corradino Bartolomeo Carnovali, rappresentante
la Natività della Madonna, si credette autorizzato
a ritenere che questa tavola si abbia ad identificare
in una delle due che oggidì formano per l'appunto
l'ornamento di una delle sale del palazzo Barbe-
rini in Roma; tanto più da che nella descrizione
suddetta viene osservato che la tavola nominata
di sopra fu dal cardinale Antonio Barberini, legato
pontificio, portata via e sostituitavi una copia di
Claudio Veronese. Ora la conclusione del Venturi,
che quel quadro della Natività si avesse ad identifi-
care con quello ehe trovasi in oggi nel palazzo Bar-
berini, apparisce per lo meno soverchiamente affret-
tata per le considerazioni seguenti: 1° che riesce
strano se non inesplicabile che lo scrittore urbinate
accenni ad una sola delle due composizioni, le quali
si fanno -riscontro e sono intimamente connesse fra
loro, come già si può rilevare dalle riproduzioni
unite all'articolo del Venturi (l'una rappresentante
appunto la Natività, l'altra presumibilmente l'In-
contro di Maria Vergine e di Santa Elisabetta) ; 1
2° che la copia di Claudio Ridolfi, veronese, sosti-
tuita a quella di Fra Carnevale, è opera di molto
maggiori dimensioni, v. a. d. ha propriamente la
configurazione di una pala d'altare ordinaria, tanto
da rendere ben difficile l'immaginare che fosse an-
data ad occupare il posto di una tavola di limitate
dimensioni, quale è appunto la Natività di casa
Barberini;2 3° che le composizioni in queste due
Natività sono tanto diverse da non potersi in alcun

1 Si noti che anche il Vasari dice che Fra Carnevale
fece la tavola (e non le tavole) di Santa Maria della
Bella, (la chiesa di che si tratta) in Urbino.

2 La tela di Claudio vedesi tuttora conservata in
una chiesa di campagna della diocesi di Milano, essendo
pervenuta in detta città a tempo delle soppressioni napo-
leoniche. Si trovava anteriormente in Urbino in Santa

modo considerare quella del pittore Veronese per
una copia di quella del vecchio frate, come la qua-
lifica senza ambagi lo scrittore urbinate. Il quale
poi in questo particolare certamente non è stato
esatto, poiché, ben osservato il quadro di Claudio,
ciascuno vi ravviserà in tutto e per tutto una com-
posizione molle, sdolcinata, starei per dire da seicen-
tista, che non può avere avuto nessun richiamo con
una derivata dalla scuola del rigido e severo Pier
della Francesca.

Stimiamo quindi che il vero autore delle due mi-
steriose tavole dei Barberini (ottimamente fotogra-
fate da D. Anderson di Roma) rimanga tuttora da
rintracciarsi, e che sarebbe un fondarsi sopra troppo
labili premesse il dedurre dal passo citato dal Ven-
turi ch'esse abbiano a dare norma per imparare
a conoscere lo stile di Fra Carnevale.

Il capitolo I Musei civici italiani più opportu-
namente avrebbe dovuto essere intestato II Mu-
seo civico di Pisa, da che non si occupa d'altro
che dell'ordinamento di quest'ultimo nel vasto e
bel locale del convento di S. Francesco, già da
noi rammentato nel numero precedente. In seguito
speriamo verrà tenuto conto anche degli accresci-
menti avvenuti in altri Musei di provincia.1

Certamente le notizie di questi sarebbero giunte
più a proposito nel libro delle Gallerie che non il
libro dei conti di Lorenzo Lotto, per quanto anche
questo meriti di attirare l'attenzione degli studiosi.

14 marzo.

« Bologna - E. Pinacoteca ; Firenze - ER. Gal-
lerie. — Sono stati autorizzati i direttori di quegli
Istituti a fare uno scambio di stampe da essi pos-
sedute in doppio, e cioè le RR. Gallerie di Firenze
cedono alla R. Pinacoteca di Bologna due incisioni
rappresentanti due Tarocchi, e la detta Pinacoteca dà
in cambio un esemplare delle seguenti stampe: l°Mel-
lan Claude, Volto di Cristo (sudario) ; 2° Gliisi, Adamo
(Bartsch 106) ; 3° Bonasone, B. 47, Sposalizio di Santa
Caterina; 4° Maestro B. col dado, B. 78, Battaglia
navale; 5° Crespi G. M., B. 4 (1° stato), S. Francesco;
6° Guercino, B. 1, Sant'Antonio; 7° Ribera, B. 6,
S. Bartolomeo; 8° Contarmi Simone, B. 30, Europa;
detto, B. 29, quos ego.

« Trapani - Pinacoteca Comunale. — Con de-

Maria della Bella, eh1 è appunto la chiesa citata dallo
scrittore urbinate Andrea Lazzari, rammentato.

1 Rammentiamo fra altro i preziosi acquisti fatti dal-
l'Accademia Carrara, di Bergamo, di alcune tavole di
Arnbr. Borgognone e di tre stupende tavole di Lorenzo
Lotto.
 
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