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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 3
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Testi, Laudedeo: Sempre i campanili di Ravenna
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0295
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SEMPRE I CAMPANILI DI RAVENNA

cosa spiacevole e poco utile po-
lemizzare con avversari che non
discutono in buona fede; per tale
ragione m’induco a malincuore,
e solo per amore di verità, a
scrivere poche linee circa l’ultimo
articolo del signor O. Gardella 1
« Ancora dei campanili di Ravenna ».

Esaminerò dunque i diversi appunti eh’ egli colla
solita cortesia di forma mi fa2 ... A pag. 153 scrive che
l’autore: « aumenta il fardello penoso delle osservazioni
erronee fatte da lontano ( ? ! ) e affogate in un mondo di
citazioni confuse derivate variamente da libri di valore
e da altri completamente esautorati... ». Ma io non ho
citato che Agnello, i Rer. ltal. Script., la Patrologia
latina del Migne; il VVaitz, lo Harnach, il Mommsen,
il De Rossi e il Duchesne pel Liber Pontificalis; il
Federici una sola volta con la sua Rerum Pomposia-
narum historia, il Choisy per L'art de bàtir chez les
Byzantìns e Leon Battista Alberti. Vorrebbe dirmi il
signor Gardella quale fra tali autori sia compieta-
mente esautorato? e dirmi anche se questi siano così
numerosi « da affogare » in una memoria di ben trenta
colonne? Poiché gli altri che citai, il Ricci, il Pasolini,
il Rivoira furono, assai prima del G. del suo stesso
parere e non crederò mai ch’egli, in ricambio, li voglia
trattare così male. Resterebbe il Ribuffi che ricordai
soltanto, per provare che il G. si era ingannato al
solito, quando, attaccando a torto e con poca pru-
denza quel colosso dell’erudizione sacra che è Giorgio
Rohault de Fleury, aveva asserito, senza ponderazione,
che « in Ravenna dove abbondano i documenti e gli
scrittori di cose patrie nessuno sapeva nulla che la
chiesa dei Santi Giovanni e Paolo fosse in origine inti-
tolata a San Martino ». Allora citai il ravennate Ribuffi
che nella sua « Guida l’aveva scritto ricavandolo, dice
lui, da alcune memorie » per dimostrare 1" che il Fleury
non era solo, 20 che il G, non conosce troppo bene
la bibliografia ravignana.

1 Rassegna d’arte, anno III, n. io, Milano, ottobre 1903, da pa-
gina 152 a 153.

2 Vedi in proposito la memoria : L. Testi, Intorno ai campa-
nili di Ravenna, ne L'Arte, anno VI, fase. V-V1I, 1903.

Il G. mi fa appunto di citare quasi sempre la prima
edizione della Guida di Ravenna del Ricci, io mi servii
non solo della terza, ma anche degli articoli del Ricci
su cose di Ravenna, comparsi nell 'Illustrazione ita-
liana, e nell’Emporìum, che citai, poiché, se lo ricordi
il signor G., io non solo studio minutamente per ogni
verso i monumenti, prima di mettermi a scrivere, ma
rileggo tutta la bibliografia sull’argomento. È solo per
questo che produco pochissimo, in modo però che non
bastano certo le asserzioni poco garbate del signor G. a
sgretolare la solida compagine costruttiva delle mie
memorie. A pag. 152 assicura che egli « non ha mai
detto che prima del IX secolo non esistessero torri.
Ha detto solo e ben chiaro (?) che torri campanarie,
ossia campanili, prima di quel secolo forse non esì-
stevano ». Vorrebbe indicarmi, e ben chiaro, in quale
pagina della sua prima memoria 1 si trovino tali pa-
role e specialmente il forse? Egli a pag. 164 stampò
soltanto queste precise parole che su L’Arte a pag. 167
riferii con tutta fedeltà: « I campanili ravennati... per
noi sono immancabilmente (?) costruzione della seconda
metà del IX secolo a tutto il X ».

Ho dimostrato a pag. 167 con molti testi antichi
irrefutabili che le torri campanarie fino al termine del
secolo ix non si chiamarono mai campanili, ma sempre
torri e il G. nella sua risposta fa questo giuochetto di:
« non aver mai detto che prima del ix secolo non esi-
stessero torri, ma di aver detto solo e ben chiaro... »
quello che non disse. O non erano « campanarie ossia
campanili » tutte le torri da me ricordate nei secoli vi,
vii e vili? e anche con più campane? « turrem in qua
tres posuit campanas? (a. 769-772).

Lo colgo in fallo a pag. 167 ricordandogli la torre di
Bacauda, e Agnello ed egli risponde: « ma nulla prova
che fosse campanaria » mentre io onestamente avevo
già scritto: Quanto dice Agnello della torre di San Mi-
chele avvalora nel doppio uso l’ipotesi funeratizia (pa-
gina 168). E a proposito perchè il G. non ha riferito
con precisione ed abbondanza sul materiale, sulle di-
mensioni e la forma geometrica delle fondazioni della

1 Rassegna d'arte, anno II, nn. 11-12, Milano, novembre-dicem-
bre 1902, pag. 161-168.
 
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