192 VITA
vario si avvicinano al Sepolcro , e tutto il campo , e'1
colore ha dell'ombroso , ed accompagna la mestizia di
Maria, figura non intiera . Quello quadro con troppa
celerità portato al Papa, non conseguì Carlo l'effetto
di presentarlo in persòna al tempo stabilito, interpo-
stasi subito la malattia, e morte di Alessandro ; con-
servandosi oggi appresso il Signor Cardinal Ottoboni
Vice-Cancelliere di Santa Chiesa Nipote di Sua Santi-
tà . Una quasi limile invenzione dupplicò Carlo per lo
Marchese Nicolò Maria Pallavicino, e ritenendone^
egli per se una bozza, la terminò ancora per questo Si-
gnore , che la ripone fra l'altre intigni di mano di que-
sto Maestso , come diremo nel fine. Ora essendo per-
venuto l'anno ifyo. doppo lo spazio di cinque altri an-
ni scorsi , da che egli aveva cominciato a dipingere il
quadro maggiore per la nuova Chiesa di San Carlo al
Corso , li diede al fine l'ultima mano, e fu Coperto la
festività del Santo nel medesimo anno. A Tempio così
magnifico eretto dalla Pietà della Nazione Milanefe_,
esistente in Roma , mancava il quadro di mezzo sul
maggiore Altare , Machina sublime in grandezza; on-
dea sì nobil impiego con voti concordi de' Signori del-
la Congregazione , e del Protettore il Cardinale Aloi-
gi Omodei , fu ad ogn'altro preferito Carlo, ridetto
le sue degnissime opere , che del continuo comparivano
in pubblico , e che ogni giorno più esaltavano il suo
nome. Non mancarono però di quelli , che procuraro-
no ritardarne l'effetto, con replicare quelle pur trop-
po vecchie , ed insipide voci , che Carlo era sòl buono
a quadretti di camera , ond'egli tanto più volentieri
accettò l'impiego di un quadro alto quasi quaranta pal-
mi , ed in proporzionata larghezza, sentendosi animo-
so più, che ad altro , ad operare in grande. Si accinse
dunque, e si applicò a' suoi usati studj , a' quali mai
vario si avvicinano al Sepolcro , e tutto il campo , e'1
colore ha dell'ombroso , ed accompagna la mestizia di
Maria, figura non intiera . Quello quadro con troppa
celerità portato al Papa, non conseguì Carlo l'effetto
di presentarlo in persòna al tempo stabilito, interpo-
stasi subito la malattia, e morte di Alessandro ; con-
servandosi oggi appresso il Signor Cardinal Ottoboni
Vice-Cancelliere di Santa Chiesa Nipote di Sua Santi-
tà . Una quasi limile invenzione dupplicò Carlo per lo
Marchese Nicolò Maria Pallavicino, e ritenendone^
egli per se una bozza, la terminò ancora per questo Si-
gnore , che la ripone fra l'altre intigni di mano di que-
sto Maestso , come diremo nel fine. Ora essendo per-
venuto l'anno ifyo. doppo lo spazio di cinque altri an-
ni scorsi , da che egli aveva cominciato a dipingere il
quadro maggiore per la nuova Chiesa di San Carlo al
Corso , li diede al fine l'ultima mano, e fu Coperto la
festività del Santo nel medesimo anno. A Tempio così
magnifico eretto dalla Pietà della Nazione Milanefe_,
esistente in Roma , mancava il quadro di mezzo sul
maggiore Altare , Machina sublime in grandezza; on-
dea sì nobil impiego con voti concordi de' Signori del-
la Congregazione , e del Protettore il Cardinale Aloi-
gi Omodei , fu ad ogn'altro preferito Carlo, ridetto
le sue degnissime opere , che del continuo comparivano
in pubblico , e che ogni giorno più esaltavano il suo
nome. Non mancarono però di quelli , che procuraro-
no ritardarne l'effetto, con replicare quelle pur trop-
po vecchie , ed insipide voci , che Carlo era sòl buono
a quadretti di camera , ond'egli tanto più volentieri
accettò l'impiego di un quadro alto quasi quaranta pal-
mi , ed in proporzionata larghezza, sentendosi animo-
so più, che ad altro , ad operare in grande. Si accinse
dunque, e si applicò a' suoi usati studj , a' quali mai