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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. VIII
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Baldoria, Natale: Un avorio del Museo Vaticano, [3]: studio iconografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0425

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NATALE BALDORIA

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lorosa di Fra Jacopone da Todi. L'arte fino al secolo xm risenti ben poco l'influenza di tali scritti ;
soltanto in casi speciali e separati si dimostra espresso con vivezza il dolore di Maria e di Gio-
vanni ; ma non in generale con novità d'invenzione. Ciò io credo sia specialmente avvenuto perché,
presi fin da principio alcuni motivi di figure addolorate e piangenti, dall'arte antica, questi do-
vettero riguardarsi come tipi, fuori de' quali non si sarebbe potuto esprimere con efficacia il do-
lore; né doveva succedere altrimenti con gente, che, nella ricerca dell'Ente, era avvezza oramai
alle astrazioni, e nelle cose reali e sensibili non vedeva che simboli di ciò che era nella sua imma-
ginazione. Tanto è vero che tutte le storie della Bibbia, la Crocifissione compresa, furono fino al
secolo xm rappresentate sempre più o meno schematicamente.

Nell'avorio già ricordato del v secolo, conservato nel museo Britannico, Maria e Giovanni,
posti l'uno accanto all'altro, alla destra del Cristo, guardano pietosamente al Crocifisso, ed hanno
ambedue atteggiamento dimesso, quale appunto per Maria aveva immaginato Sant'Ambrogio.

Nel vi secolo invece, forse per influenza dell'apocrifo Ada Pilati (codice B), troviamo, nella
miniatura del codice Siriaco della Laurenziana, espresso veramente il pianto colle stesse forme
trovate e ripetute dall'arte classica. Maria, mentre tiene rivolto il viso verso Gesù, alza fin sotto
il mento una falda del pallio, colla quale si coprirà il volto per non vedere o per asciugare le
lagrime; 1 mentre San Giovanni dietro a lei, con un atteggiamento più comune tanto nell'arte clas-
sica quanto nella cristiana, esprimente dolore e meditazione, porta una mano al viso. 2 L'atteggia-
mento descritto di Maria è il più vivace e fu spesso usato, e reso anche talvolta più efficace, tanto
dall'arte bizantina quanto dalla occidentale. Cosi noi troviamo Maria che spinge innanzi ed alza
le mani coperte da una falda del manto al viso alquanto abbassato e piangente, mentre le pupille
si volgono verso il Crocifisso, nel codice già citato delle opere di San Gregorio Nazianzeno, scritto
e miniato nel ix secolo (Paris, bibl. Nat, fonds grecs, N. 510, foglio 30) ; e nello stesso secolo l'arte
carolingia ci dà modificato in meglio lo stesso motivo, rappresentando in un avorio (cit, museo
Mayer di Liverpool, coli. Eejérvàry, N. 55,14 nel catalogo del Westwood) Maria che, facendo un
passo innanzi, ha già sul volto abbassato la mano in cui tiene un lembo del manto, mentre alza di
fianco il braccio destro colla mano aperta, ad esprimere con forza il suo potente dolore. Cito anche
fra gli altri monumenti il bellissimo avorio di Bamberg (ix-x secolo) esistente a Monaco (di cui
daremo più innanzi un piccolo schizzo), nel quale Maria ed altre cinque pie donne, che piangenti
la seguono, portano al viso colla sinistra una falda del manto.

Altro atteggiamento che, derivato dall'arte classica, fu accolto dalla cristiana medioevale, spe-
cialmente per esprimere il dolore di Maria e uno slancio del suo amore verso del figlio, è quello
della Madonna nella Crocifissione dipinta (secolo vii) nel cimitero di San Valentino (Garrucci, St.
dell'arte crisi., tav. 84, n. 2). Coperta di tunica e manto che le scende dal capo, alza le braccia e
stende le mani verso del Cristo, mentre lo riguarda con intensa pietà.3 Tale atteggiamento che
altri, secondo me erroneamente, credettero di orante, conservatosi attraverso al medio evo, fu

1 Nella sala delle terre cotte nel palazzo dei Conservatori (museo Capitolino), parete a destra di chi entra, prima scansia
abbasso, trovasi un frammento di bassorilievo, in cui è stupendamente ritratta davanti ad un giovane eroe (Perseo?) una
donna, seduta su d'uno scoglio (Andromeda?), col braccio sinistro rigidamente piantato sullo scoglio e col destro alzato a por-
tare al volto piangente una falda del manto. Persone piangenti portano agli occhi un velo su di un sarcofago del Vaticano,
N. 689. Così è pure atteggiato un fanciullo su di un altro sarcofago in cui è espresso il compianto d'un morto a Roma (Clarac,
Museum, pi. 151, 332; per un atteggiamento simile in un bassorilievo ov'è rappresentata la morte d'Adone, cf. Wieseler,
Denkmaler, voi. Il, tav. xvn, n. 292), ecc. ecc.

2 Questo atteggiamento che si dà in parecchi monumenti anche a Maria, mentre a Giovanni si dà talvolta l'alti*o de-
scritto (cfr. per ciò l'avorio dell'xi secolo, di scuola renana, esistente in Essen, Aus'm, Weerth Denkm., tav. xxv, p. 32), come
si trova in molti monumenti, tanto dell'arte primitiva cristiana per esprimere in Maria la meditazione nella scena della Na-
scita di Cristo, quanto della bizantina, della romanica, della gotica e della italiana del secolo xiv; cosi è facile di incontrarlo
nei monumenti dell'arte classica (cfr. perciò Clarac, Museum, voi. Il, pi. Ili, n. 200; pi. 153, n. 333; Baumeister, Denkm.,
flg. 293, p. 740; iìg. 807, p. 755; iìg. 120, p. 115; Durtjy, Hist. des Grecs, p. 175). Tale atteggiamento è naturalmente nei diversi
monumenti variamente modificato.

3 Tale atteggiamento trovasi specialmente nell'arte carolingia (cfr. il bellissimo avorio del ix secolo, già altre volte
citato, riprodotto in fototipia dal Bouciiot nella sua pubblicazione: Les relieures d'art d la bibl. Nat. de Paris, pi. vi; il
pettine di Heribert nel museo pubblico di Colonia, l'avorio [xi secolo] nel tesoro della cattedrale di Narbona [Annalcs arch.,
 
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