ANDREA DEL VERROCCHIO AI SERVIZI DE'MEDICI
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Ed ecco ora il testo della scritta in discorso: 1
I)j Tommaso Verrocchj t ad,j 27 dj gennaio 1495 (st. com. 1496).
Red e (sic) dj Lorenzo de Medicj deon dare per questo lavoro fatto qui appiè cioè
1. Per uno davitte e la testa dj ghulia fj —
2. Per lo gnudo rosso fj —
3. Per el banbino (sic) dj bronzo chon 3 teste dj bronzo e 4 bocche dj lione
dj marmo per a Charegj fj —
4. Per una fighura dj marmo che gietta acqua fj —
5. Per una storia dj rilievo chom (sic) più figlili re 2 fj —
6. Per aclionciatura dj tutte le teste chotalie (sic) che sono sopra a gli uscj
del chortile in Firenze fj —
7. Per uno quadro dj legname drentovj la fìgliura della testa della Lucherezia.
de Donatj fj —
8. Per lo stendardo per la giostra dj Lorenzo fj —
9. Per una dama dj rilievo ch'è posta in sul elmo fj —
10. Per dipintura duno stendardo eh 1° (chon uno) spiritello per la giostra dj
Giuliano fj —
11. Per la sepoltura dj Chosimo appiè del altare magiore in san Lorenzo . . . fj —
12. Per la sepoltura dj Piero e Giovannj de Medicj . ij —
13. Per intagliatura dj 80 lettere intagliate in su el serpentino in due tondj
in detta sepoltura fj —
14. Per ventj maschere ritratte al naturale fj —
15. Per lo adornamento e aparato del ducha Ghaleazo Ij —
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ad 1. È evidente che si tratti qui della statua in brouzo del David oggi conservata nel
Museo nazionale a Firenze. Che sia stata originariamente fatta per commissione de'Medici,
il Vasari non ne fa motto, riferendo soltanto che al Yerrocchio « fu fatto fare di bronzo
un Davit il quale, finito, fu posto (la ediz.: et è ancora oggi) in palazzo al sommo della
scala, dove stava la catena» (III, 360). Ma da un documento pubblicato dal Gay e 5 si sapeva
già che gli operai di Palazzo Yecchio nel 1476 l'acquistarono da Lorenzo e Giuliano de' Me-
dici per 150 fiorini larghi e la fecero collocare al posto dal Vasari indicato, posto che questi,
in un altro passo (II, 437), spiega più esattamente colle parole: « ed a sommo della scala [era]
una porta che si chiamava la catena, dove stava del continuo un tavolaccino che apriva e
chiudeva, secondo che gli era commesso da chi governava ». Il posto occupato dal David
del Verrocchio era dunque proprio sul ripiano da cui si entra nella Sala dell'Orologio, ap-
punto ove oggi si vede ancora il suo imbasamento originale di marmo con sopra il busto
1 Abbiamo serbato strettamente la sua ortografia,
sciogliendo soltanto le abbreviature; in parentesi ab-
biamo aggiunto la spiegazione di qualche parola inusi-
tata, o scritta in modo scorretto. Similmente, per agevo-
lare il riferirsi al nostro commentario del testo, abbiamo
distinto, con numeri consecutivi, i singoli posti dell'elenco.
1 I posti 3, 4 e 5 sono congiunti sul margine con
una linea, dinanzi a cui sta scritto: per a Charegj.
3 Voi. I, pag. 572: « 1476, 10 Maii Operarii opere
palatii deliberaverunt quod depositarius det et solvat
Laurentio et Juliano Pieri Cosimi de Medicis fior. 150
largos prò pretio del davit, habiti ab eis, deinde positi
penes et apud hostium catenae prò ornamento et pul-
critudine ac etiam magnificentia palati fior. 150 largos ».
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Ed ecco ora il testo della scritta in discorso: 1
I)j Tommaso Verrocchj t ad,j 27 dj gennaio 1495 (st. com. 1496).
Red e (sic) dj Lorenzo de Medicj deon dare per questo lavoro fatto qui appiè cioè
1. Per uno davitte e la testa dj ghulia fj —
2. Per lo gnudo rosso fj —
3. Per el banbino (sic) dj bronzo chon 3 teste dj bronzo e 4 bocche dj lione
dj marmo per a Charegj fj —
4. Per una fighura dj marmo che gietta acqua fj —
5. Per una storia dj rilievo chom (sic) più figlili re 2 fj —
6. Per aclionciatura dj tutte le teste chotalie (sic) che sono sopra a gli uscj
del chortile in Firenze fj —
7. Per uno quadro dj legname drentovj la fìgliura della testa della Lucherezia.
de Donatj fj —
8. Per lo stendardo per la giostra dj Lorenzo fj —
9. Per una dama dj rilievo ch'è posta in sul elmo fj —
10. Per dipintura duno stendardo eh 1° (chon uno) spiritello per la giostra dj
Giuliano fj —
11. Per la sepoltura dj Chosimo appiè del altare magiore in san Lorenzo . . . fj —
12. Per la sepoltura dj Piero e Giovannj de Medicj . ij —
13. Per intagliatura dj 80 lettere intagliate in su el serpentino in due tondj
in detta sepoltura fj —
14. Per ventj maschere ritratte al naturale fj —
15. Per lo adornamento e aparato del ducha Ghaleazo Ij —
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ad 1. È evidente che si tratti qui della statua in brouzo del David oggi conservata nel
Museo nazionale a Firenze. Che sia stata originariamente fatta per commissione de'Medici,
il Vasari non ne fa motto, riferendo soltanto che al Yerrocchio « fu fatto fare di bronzo
un Davit il quale, finito, fu posto (la ediz.: et è ancora oggi) in palazzo al sommo della
scala, dove stava la catena» (III, 360). Ma da un documento pubblicato dal Gay e 5 si sapeva
già che gli operai di Palazzo Yecchio nel 1476 l'acquistarono da Lorenzo e Giuliano de' Me-
dici per 150 fiorini larghi e la fecero collocare al posto dal Vasari indicato, posto che questi,
in un altro passo (II, 437), spiega più esattamente colle parole: « ed a sommo della scala [era]
una porta che si chiamava la catena, dove stava del continuo un tavolaccino che apriva e
chiudeva, secondo che gli era commesso da chi governava ». Il posto occupato dal David
del Verrocchio era dunque proprio sul ripiano da cui si entra nella Sala dell'Orologio, ap-
punto ove oggi si vede ancora il suo imbasamento originale di marmo con sopra il busto
1 Abbiamo serbato strettamente la sua ortografia,
sciogliendo soltanto le abbreviature; in parentesi ab-
biamo aggiunto la spiegazione di qualche parola inusi-
tata, o scritta in modo scorretto. Similmente, per agevo-
lare il riferirsi al nostro commentario del testo, abbiamo
distinto, con numeri consecutivi, i singoli posti dell'elenco.
1 I posti 3, 4 e 5 sono congiunti sul margine con
una linea, dinanzi a cui sta scritto: per a Charegj.
3 Voi. I, pag. 572: « 1476, 10 Maii Operarii opere
palatii deliberaverunt quod depositarius det et solvat
Laurentio et Juliano Pieri Cosimi de Medicis fior. 150
largos prò pretio del davit, habiti ab eis, deinde positi
penes et apud hostium catenae prò ornamento et pul-
critudine ac etiam magnificentia palati fior. 150 largos ».