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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. III
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0229

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220

RECENSIONI

ritenerlo del giovane Urbinate, ritenendo che si
fosse tanto immedesimato con la maniera del Pin-
turicchio, da assumere il suo fare anche nella pra-
tica di tracciare i disegni. Lo stesso egli ammette
quanto alle sue relazioni col Perugino, onde vuole
pure di Raffaello, anziché del Perugino, il foglio
disegnato dai due lati che trovasi nel Gabinetto
del Museo di Berlino e dal quale ebbero origine
due squisiti quadri di Raffaello, cioè la piccola Ma-
donna del libro, della Pinacoteca imperiale di Pie-
troburgo, e quella tonda, detta del Duca di Terra-
nova, della Galleria di Berlino, non riconoscendo
la superiorità di altro analogo disegno, molto più
spigliato e grazioso, appartenente alla raccolta
Wicar di Lille. 1

Ma per tornare al nostro libro inglese noi lo
vediamo seguire il Morelli anche nel giudizio in-
torno al ritratto del Perugino in Galleria Borghese,
dove con retto senso osserva, contrariamente a
quanti lo vorrebbero del Perugino, che questi giam-
mai dipinse un ritratto così pieno di efficacia e di
vigore, così intensivamente vero e vivo.

Soffermandosi con compiacenza sullo Sjwsalizio
della Pinacoteca di Brera ne rileva la superiorità
in confronto di quello del Perugino, ora nel Museo
di Caen in Normandia; di più, come in quello di
Brera Raffaello accenni di nuovo a riprendere
qualche cosa del suo primo maestro Timoteo Viti.

Ragionando poi dei due quadretti rappresen-
tanti S. Giorgio a cavallo, l'uno del Louvre, con
la spada in mano, l'altro dell'Ermitage, con la
lancia, adduce un interessante documento, dal quale
si ricava che quello ch'egli ebbe ad eseguire per
commissione del Duca d'Urbino, che lo regalò al
re Enrico VII, è l'esemplare ora a Parigi e non

l'altro, come si era fin qui creduto. 2

*

* *

Nel terzo capitolo segue il suo artista a Firenze
e rammenta tutto quanto s'attiene a' suoi contatti
con una importante scuola qual'è quella di detta
città, a cominciare dai primitivi esempi dati dagli

75 pagine in-4, con .illustrazioni, stampato a Mar-
burg, 1895.

1 Intorno a questi argomenti si può vedere quanto
insegna il Morelli (I. Lermolieff) nel 3° volume dei suoi
Kunstcritische Studien.

2 11 documento si riscontra in un inventario delle
opere d'arte a Westminster Palace, compilato a tempo
della morte del re Enrico VIII ed ora conservato al
British Museum. Ivi è descritto il quadro come rappre-
sentante S. Giorgio con la spada in mano e la lancia
a pezzi, quale è appunto quello del Louvre, a differenza
dell'altro dove vedesi il Santo armato solamente della
lancia, con la quale trafigge il petto al mostro.

antichi frescanti della cappella Brancacci per ve-
nire fino al più moderno degli artisti, a Michelan-
gelo Buonarroti.

Così, mentre nel noto foglio di Venezia coi com-
battenti nudi riscontra lo studio fatto sulla battaglia
d'Anghiari di Leonardo, nella Maddalena Doni scorge
la composizione simile a quella della Monna Lisa.

Passa in rassegna le sue celebrate Madonne
del Granduca, di casa Tempi, di Lord Cowper, non
che gl'importanti quadri fatti a Perugia, quello
delle monache di Sant'Antonio, già da anni in ven-
dita in Inghilterra e quello degli Ansidei, compe-
rato dalla National Gallery per 70 mila lire ster-
line, quindi l'affresco di San Severo, dove fanno
capolino di nuovo le riminiscenze di Leonardo,
mentre nella figura di N. S. seduto sulle nubi viene
segnalata l'impressione ricevuta da quella analoga
nell'affresco del GiudizioUniversale di fra Bartolomeo.

Di ritorno a Firenze ci si presentano, fra altro,
le soavi composizioni della Madonna del Prato, ora
a Vienna, della Belle Jardinière del Louvre e della
inarrivabile Madonna del Cardellino, tre opere che
l'autrice porrebbe fra le più perfette sue creazioni.

Opera più complessa ma non delle più felici,
la Deposizione, del palazzo Borghese, lungamente
elaborata e meditata, a quanto risulterebbe dai nu-
merosi disegni fatti come studi preparatori*, men-
tre il tema per sè stesso parve non si adattasse
bene alle facoltà e all' indole dell'artista. Tant'è
vero che appartiene allo stesso volger di tempo,
il 1507, la bella e ben equilibrata creazione della
sua Santa Caterina della ruota, più spontanea bensì
nel cartone del Louvre che nel dipinto della Na-
tional Gallery. Dello stesso genere è pure la figura
di Sant'Apollonia, di cui non riman traccia tuttavia
se non in un pregevole disegno che fa parte della
cospicua raccolta del signor Edoardo Habich di
Cassel, raccolta alla quale appartiene pure il bel-
lissimo studio per la Deposizione, egualmente ri-
prodotto nel libro inglese, ed un terzo foglio di
Raffaello, rappresentante alcuni uomini nudi in
animati atteggiamenti.

Per tal modo l'Urbinate vien accompagnato nel
suo sviluppo passo passo fino alla vigilia della sua
partenza per Roma, dove si aprono nuovi orizzonti
alla sua attività e al suo ingegno.

Il libro si raccomanda anche per la perfezione
delle numerose e ben scelte riproduzioni, eseguite
con una nitidezza ed una precisione veramente mi-
rabili, parte col sistema della zincotlpia, parte con
quello della fotoincisione. G. F.
 
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