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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. IV
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Baudi di Vesme, Alessandro: Matteo Sanmicheli: scultore e architetto cinquecentista
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0285

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ALESSANDRO VESME

aver nominato Giovanni e Bartolomeo, architetti militari stabiliti a Verona, dice formal-
mente: « Di Bartolomeo nacque Matteo e Paolo, e di Giovanni nacque Michele edne altri ».

Ma il Temanza non ò tale autore cui si debba credere checchessia su parola, e la sua as-
serzione, per quanto riguarda Matteo, non mi sembra attendibile, quantunque sia stata ac-
colta per vera dal Bernasconi,1 dal Milanesi2 e dal Bertoldi3 nei loro alberi genealogici
dei Sanmicheli.

La genealogia formata dal Bernasconi (e troppo ciecamente ripetuta dal Milanesi) ò
addirittura fantastica. Del Michele da Verona, ch'egli mette a stipite della famiglia, s'ignora
affatto il casato, e soltanto si conosce che nel 1423 era architetto del Duomo d'Orvieto;
ma al Bernasconi non occorse di più per dichiararlo della famiglia dei Sanmicheli e farlo,
a sua insaputa, padre di Bartolomeo e di Giacomo. Quell'altro Michele da Verona, pittore,
anch'esso dal Bernasconi introdotto nell'albero, non si sa donde piova: forse bastava a quello
scrittore che un artista veronese avesse il prenome di Michele perchè dovesse forzatamente
appartenere alla stirpe dei Sanmicheli. Nè soltanto il Bernasconi accolse, come dissi, l'opi-
nione, non provata e nemmeno probabile, del Temanza, che Matteo fosse figlio di Bartolomeo,
ma, sempre di moto proprio, gli diede per figlio Pietro Paolo (il quale aveva invece per
padre un Bartolomeo). Inoltre gli piacque che Matteo operasse in Casale sin dal 1440,
mentre la notizia più antica che mi venne fatto di trovare di quell'artefice è del 1510.

L'albero disteso dal Bertoldi non contiene siffatti errori e tutto s'appoggia ad autore-
voli prove, fuorché in quella parte che concerne Matteo. Infatti, quali documenti autoriz-
zano il Bertoldi a dir Matteo figlio di Bartolomeo e padre di Nicolò?

Avrò dunque il coraggio, che non ebbero gii scrittori testé citati, di riconoscere che,
quantunque non sia da porre in dubbio la parentela, attestata dal Vasari, di Matteo con
gli altri Sanmicheli, nessuno riesci sinora a determinarla con esattezza.

I documenti prodotti dal Merzario fecero bensì conoscere che Michele, Matteo, Paolo e
gli altri artisti cognominati Sanmicheli non erano di famiglia veronese, ma non provarono
punto che alcuni di loro siano nati altrove che a Verona. Ma la seguente iscrizione di una
lapide che ancor pochi mesi addietro trovavasi infissa nel muro di una rustica casetta nell'alta
valle del Po, dichiara nel modo più esplicito la vera patria del nostro Matteo:

MATHEVS EX (ALARISSIMA EQVITVM
SANCTI MICHAELIS FAMJLIA ORIVXDVS
PORLECIE INSVBRVM NATVS
ARCHITECTVRA STATVARIAQ. ARTE
CELEBERR1MVS

R. AC EFFIGIE SUA

MDXX

Per quali circostanze un'iscrizione relativa a Matteo Sanmicheli si trovasse in quel sito
remoto ed alpestre si vedrà in seguito; per ora contentiamoci di registrare le notizie da
essa forniteci.

A Porlezza dunque spetta il vanto d'aver dato i natali a Matteo; per contrario di tal
fatto non molto deve dolere a Verona, madre gloriosa di tanti altri artisti anche più grandi.

A dir vero, già sin dal 1873 Carlo Promjs4 aveva pubblicato un documento in cui
Matteo era ripetutamente detto « Mediolanensis » (il che significa dello Stato di Milano); ma

1 Vasari, VI, 377.

2 Appendice ai cenni intorno la vita e le opere di
Antonio Rizzo; Verona, 1863; pag. 34.

3 Michele Sanmicheli al servizio della Repubblica Ve-

neta; documenti tratti dal R. Archivio generale di Ve-
nezia; Verona, 1874.

4 Uoratorio del Sacramento in Torino, con alcuni
monumenti architettonici del Piemonte, in Miscellanea di
storia italiana, tomo XIII, pagg. 57, 58, 61 e 62. Stam-
pato anche a parte col titolo Ricerche storico-artistiche
sopra il tabernacolo del Sacramento in l'orino, ecc.
 
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