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sua era di quel nobilissimo casato. La discendenza d'Agamennone finì in Cliieri verso il 1632
nei Yalfrè. 1
In antico, sopra la detta lapide, esisteva un altro marmo di forma tonda con le seguenti
parole che indicavano i fondatori della cappella: « pari pietate in dei cvltym||0ct. io. et
scip. fra. de scotis jedem hanc j| fynd1tvs posvere ».
Eravi scolpito un circolo per mezzo al quale si vedeva una mano che teneva tre piume
col motto sol desir; eranvi pure due teschi e due ossa incrociate. Sopra leggevasi il motto
della famiglia Scotti: pvgnanti virtvte. Questo monumento fu di là rimosso, non so
perchè nè quando, e se ne perdè ogni vestigio.2
lapide, nel duomo di chieri
XIX.
Antonio Bosio, nelle Memorie del Duomo di Chieri, 3 dopo aver brevemente parlato del
grande tabernacolo, aggiunge : «Sembra uscire dallo stesso scalpello l'effigie marmorea in
bassorilievo di M. Bernardino de Prato, ora collocata in questo stesso Duomo di Chieri ».
Naturalmente queste parole m'invogliarono a provare se il confronto delle due sculture pro-
duceva in me la stessa impressione che nel Bosio, ma fu inutilmente che feci ricerca in detta
chiesa della statua dell'arcivescovo d'Atene e che ne chiesi al parroco ed a qualche canonico.
Più tardi trovai altrove 4 la seguente nota del medesimo Bosio su Bernardino de Prato,
la quale mi fornì qualche schiarimento sulle vicende dell'effigie di quel prelato:
« De Prato Bernardino, di Riva presso Chieri, fu eletto in Assisi nel 1513 ultimo mae-
stro generale di tutto l'Ordine dei Minori Conventuali di San Francesco. Fu vescovo Caia-
1 Bosio, Memorie del Duomo di Chieri, pag. 93-94.
2 Bosio, op. cit., pag. 93.
3 Pag. 109.
4 Nelle note del Bosio al Vedemontium sacrum del
Meiranesio, in Monum. hist. patriae, Scriptores, IV; To-
rino, 1863; col. 1760. .
sua era di quel nobilissimo casato. La discendenza d'Agamennone finì in Cliieri verso il 1632
nei Yalfrè. 1
In antico, sopra la detta lapide, esisteva un altro marmo di forma tonda con le seguenti
parole che indicavano i fondatori della cappella: « pari pietate in dei cvltym||0ct. io. et
scip. fra. de scotis jedem hanc j| fynd1tvs posvere ».
Eravi scolpito un circolo per mezzo al quale si vedeva una mano che teneva tre piume
col motto sol desir; eranvi pure due teschi e due ossa incrociate. Sopra leggevasi il motto
della famiglia Scotti: pvgnanti virtvte. Questo monumento fu di là rimosso, non so
perchè nè quando, e se ne perdè ogni vestigio.2
lapide, nel duomo di chieri
XIX.
Antonio Bosio, nelle Memorie del Duomo di Chieri, 3 dopo aver brevemente parlato del
grande tabernacolo, aggiunge : «Sembra uscire dallo stesso scalpello l'effigie marmorea in
bassorilievo di M. Bernardino de Prato, ora collocata in questo stesso Duomo di Chieri ».
Naturalmente queste parole m'invogliarono a provare se il confronto delle due sculture pro-
duceva in me la stessa impressione che nel Bosio, ma fu inutilmente che feci ricerca in detta
chiesa della statua dell'arcivescovo d'Atene e che ne chiesi al parroco ed a qualche canonico.
Più tardi trovai altrove 4 la seguente nota del medesimo Bosio su Bernardino de Prato,
la quale mi fornì qualche schiarimento sulle vicende dell'effigie di quel prelato:
« De Prato Bernardino, di Riva presso Chieri, fu eletto in Assisi nel 1513 ultimo mae-
stro generale di tutto l'Ordine dei Minori Conventuali di San Francesco. Fu vescovo Caia-
1 Bosio, Memorie del Duomo di Chieri, pag. 93-94.
2 Bosio, op. cit., pag. 93.
3 Pag. 109.
4 Nelle note del Bosio al Vedemontium sacrum del
Meiranesio, in Monum. hist. patriae, Scriptores, IV; To-
rino, 1863; col. 1760. .