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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. VI
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Anselmi, Anselmo: Le maioliche dei della Robbia nella provincia di Pesaro-Urbino
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0445

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436

L'illustre paleografo e letterato fiorentino cav. Gaetano Milanesi, facendo ricerche nella
Biblioteca Nazionale di Firenze, trovò memorie per le quali è accertato chi fosse Fautore
della bellissima porta della nostra chiesa di San Domenico. Pregato a mandarci queste
notizie pel nostro giornaletto, il Milanesi, che all'ingegno distinto accoppia singoiar cortesia,
compiaceva subito il nostro desiderio, ed ora siamo lieti di pubblicare l'importantissimo
documento insieme alle parole dell'ottimo paleografo che lo precedono.

« Volentieri compiaccio il desiderio di Y. S. 111.ma trascrivendo dal libro di Conti e
Ricordi di Tommaso di Bartolomeo, detto Masaccio, scultore fiorentino e maestro di getti,
quello che riguarda la suddetta porta. Il detto Tommaso nacque nel 1406 e morì intorno
al 1457. Oltre la porta di San Domenico d'Urbino, lavorata dal 1449 al 1454, fece i can-
celli di bronzo per la cappella di Sigismondo Pandolfo Malatesta in San Francesco di

Rimini; gettò per Federigo duca d'Ur-

bino, per Astorre Manfredi signore di
Faenza, e per i Dieci di Balìa del co-
mune di Firenze varie bombarde e cer-
bottane, ed in compagnia di Michelopzo
e di Luca della Robbia prese a fare di
bronzo la porta di una delle sagrestie
di Santa Maria del Fiore: Questi sono

i suoi lavori principali. Ebbe un fratello

per nome Giovanni, il quale lo aiutò
così nelle opere di scultura come di
getto.

« Il libro suddetto di Conti e Ri-
cordi si conserva nella Biblioteca Nazio-
nale di Firenze Mss. Palatini, prove-
nienza Bladovinetti, Codice 70 ».1 al
«Alnome di dio amen MCCCCXLYIIII.
Qui da pie farò richordo di tutti i danari
che io Maso di bartolomeo riscuoterò
da sindachi e prochuratori de' frati di
sa' domenico durbino o da altri per loro per chagione della porta. Omissis. E deono avere a dì

4 d'agosto fior: quattro e per me a chantino di lazero da settignano e a domeniclio di nicolò
da settignano e a luigi di romolo da fìesole: in tutto fior: 4, a bolognini 40 per fiorino fior: 4:
E de' avere a dì dieci di settembre fior: uno chebbi chontanti in bolognini 40. Ebbi da Marcilo
(d'Antonio) sopradetto che gli die ad Antonio di Simone dal Monte de' Chorvi, che in
detto dì lo mandai alla cava. E de'avere a dì 19 di settembre fior: quattro in bolognini,
ebbi da Marco sopradetto, che furono bolognini 160, che ne diedi un fiorino a Antonio di
tommaso da frontino e 2 ne detti a pasquino {di Matteo da Montepulciano scultore) che
potessi fare le spese ». — a 7. E de' avere a dì 2 d'aprile un fiorino eoe {sic) bolognini qua-
ranta e quali ebbi da frate bartolomeo di Giovanni Corradini (fra Carnevale pittore Dome-
nicano) che gli achattò dal priore per dare a pasquino per fare le spese a la chava ». — a 8 « E

Terracotta verniciata di Fra Mattia della Robbia

I Questo Codice fu pubblicato da Carlo Yriarte col
titolo : Journal d'un sculpfeur Fiorentini au xve siècle.
Livre de souvenir de Maso di Bartolommeo dit Masaccio.
Manuscrits conservés a la Bibliothèque de Prato et a la
Maglie!)echiana de Florence. Paris, A. Rothschild, 1894,
4°, pag. 96 con 47 fototipie.

ii De Fabriczy, nel dare una larga recensione di
questo libro nell'Archivio Storico Italiano, giustamente

lamenta che l'edizione sia stata fatta con troppo lusso,
in modo che non ne sia reso possibile l'acquisto che a
pochi facoltosi. Prima di pubblicare i documenti che si
riferiscono alla lunetta di Urbino avrei vivamente de-
siderato di consultare questa nuova pubblicazione; e ciò
anzi sarebbe stato indispensabile, ma non mi fu possi-
bile perchè la stampa di questo studio già pronto non
si è potuta più ritardare.
 
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