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Arco, Karl
Delle arti e degli artefici di Mantova: notizie (Band 1) — Mantova, 1857

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https://doi.org/10.11588/diglit.33345#0038
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ai quali assai tardi era permesso di imparare dalle opere loro, o dai loro creati ; onde il ehiarissimo
Cicognara (1), narrando la storia della scultura, osservò che:» accadrà di sovente che operediun
» mezzo secolo e più posteriori lo troveremo di una esecuzione di gran lunga inferiore alle più
» antiche, e la precisione delle epoche sarchbe una norma incerta di troppo per guidare un giu-
dizio. » Le quali cose abbiamo pensato necessarie a premettere non solamenle perchè utili a
chiarire l’istoria, ma ancora affine che noi parlando dei pochi monumenti di scultura avanzati in
Mantova, c delle epoche in cui si eseguirono, siano a noi perdonati gli errori che per le difficoltà
accennate avessimo potuti commettere.

Ora senza intrattenerci intorno ad un monumento cristiano scolpito circa al secolo XV, che
un tcmpo allogavasi nella chiesa di Santa Agnese e che adesso si conserva nella Caltedrale, per es-
sere stato questo, non ha molto, dato in disegno e dottamente illustrato dal chiarissimo Federico
Odorici (2), diremo che lc poche sculture rimaste e statc eseguite prima che si inoltrasse il se-
colo decimoquinto, furono falte o per decorare le chiese, o per ricordare la memoria di ciltadini
che per virlù o per valore si erano resi sopra gli altri distinti. E fu invero divisamento nobilis-
simo che gli uomini si valessero di un’opera per se stessa durevole e degli scarsi mezzi da loro
posseduti quasi ad eccezione per onorare la divinilà e per mantenere ricordo di coloro, che a
quesla per l’csercizio dellc grandi virtù si erano più dappresso accostati.

Di due fra i monumenti repubblicani che lullodì si mantengono e che furono eretti a Virgi-
3io, il primo, da noi dalo in disegno alla tavola 19. a, attesta il buon volere del popolo di tributare,
come mcglio lo potesse, una pubblica gloria a quell’ illustre concittadino cui sempre i Manto-
vani mostrarono di essere devoti effìgiandolo sulle monete, sui gonfaloni e sopra il civico
stemma. (3) All’anno 1220 i Cremonesi dimentichi dell’ ajuto amichevole poco prima loro pre-
stato dai Mantovani, strinsero d’ assedio il castello di Gonzaga nel tempo stesso in cui i Ferraresi
occuparono Bondeno colla forza dell’ armi, onde quei nostri padri a ristorarsi dei danni loro arre-
cali edalevarsi d’indosso la macchia di tanlo oltraggio, si posero coraggiosamente in aperta cam-
pagna e fatto impelo fugarono gl’inimici e ritolsero loro le due terre che erano state pre-
date. Quindi ad eternare degnamente il trionfo di quella vitloria, e ad usare nel miglior modo dei
frulti di essa, decretarono, in mezzo alle cure stesse dell’armi, che venisse innalzato sulla pub-
blica piazza questo monumento ad onor di Virgilio; il quale lavoro se, rispetlo alle arli, non of-
fre prove di molto valore, bene desta un vivo interesse siccome esempio rarissimo di cittadina
affezione. Quivi Virgilio rozzamente scolpito siede alteggiato pressochè nel modo in cui per lo
avanli fu dipinto nei codici manoscritli, e conialo sulle monete: e sul davanti del leggio in carat-
teri gotici sono incise nel marmo queste parole: Virgilius mantuanus pmtarum clarissimus, e
sulla base del monumento le altre già note: Mantua me genuit. Calabri rapuere: tenet nunc Par-
thenope. Cecini pascua, rura, duces; tanlo pcrò appare di stento in ogni cosa che 1’artefice potè
appena dar forma umana a quel marmo. II niccliio entro cui è posto il poela foggiato a modo di
trono, ed il berretto molto simile a quello che i capi o reltori del popolo usavano allora, permet-
tono di argomentare che i Mantovani intendessero a pubblicamente attestare così la elezione fatta
a loro sovrano di Virgilio; lo che certamente non si opponeva ai principii stabiliti da quella re-
puhblica. Ma doveva esser pur povero il censo della noslra patria se solo la statua e due delle
colonnette sono scolpite di marmo; onde e per la penuria dei mezzi, e pel grossolano la-
voro potrebbe supporsi che l’artcfice da altrove non venisse chiamato ad eseguirlo, nel qual caso
sarebbe stato cerlamcnte prescclto più capace scultore. E Manlova, come altre città Italiane, non aveva

(1) — Op. cit. al Tomo III, lib. III, cap. II, a pag. 103.

(2) —• Si vcgga alla appendice del N. II del giornale la Lucciola — Mantova 1855.

(5) — Non accenniamo la statua di marmo greco, che alcuni storici dissero eretta a Virgilio sulla piazza dell’erbe
siccome dali’egregio sig. Antonio Mainardi fu doltamente provato falso un tale racconto. (Dissertazione pubblicata
in Mantova al 1835,).
 
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