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CAPITOLO II. 0
DELLA SCULTURA
esercitatasi ia Maatova
iiarratc le cose appartenenti alla pittura, resta ora a dire di quelle che in qucsto primo pe-
riodo si riferiscono alla scultura, la quale può credersi che inconlrasse più forti ostacoli di quelli
che impedirono alla pittura di progredire ; siccome la scultura sia per bene sia per male operare
ha pure sempre bisogno di mezzi materiali che allora non erano conceduti dalla povertà del paese.
Infatti perchè in questa provincia non si avevano i marmi necessarii allo scolpire, e perchè l’acqui-
starli al di fuori importava un sacrificio di danaro di cui scarseggiava Io stato, lefabhriche repub-
blicane si veggono lavorate tutte di mattoni, apparendo in esse appena l’ uso di qualchc magra co-
lonnetla e di qualche grelto macigno. Yero è che anche ai tempi della repubblica Romana si mura-
rono a questo modo i magnifici tempii nella ricca capitale dcl Lazio ; ma ciò che in lei derivava
da modesta semplicità o da sapiente intendimento che gli animi cittadini non si ammollissero od
inclinassero alla agiatezza ed al lusso, qui non è a dirsi la sola cagione dove un’altra ne apparisce
per sè più naturale, cioè la penuria dei mezzi. Lo che polrà parere vero a chi ponga pensiero come
la Iega o fedcrazione Lomharda stahilita a Costanza sebbene avessc promesso all’Italia nna indi-
pendenza durevole, questa però non potè mantenersi lungamenle, perchè Ia malafede di molti, gli
odii privati e la strabocchevole ambizione dei potenti ingenerando nel popolo lo spirito di ribel-
lione procurarono la rovina dell’ universale. Quindi divisa l’Italia e trinciata in tanti frastagli, ogni
provincia fece corpo da sè e si diede a governare con uno special reggimento senza punto usare
riguardo ai nalurali elcmenli dcìla nazione; dal clie conseguirono molte gelosie fra l’una el’allra
ciltà e molte interne fazioni ed aspre guerre intestine. A qucslo modo i diversi paesi mal soppor-
lando il freno di una autorità nazionalc divennero fra loro nemici, e rodendosi colle discordie in-
degnamente fiaccarono per loro slessi la potenza Italiana che era già abborrila e pur anco temuta
dagli stranieri. Nè ad oppor argine a questi mali posero studio di ricongiungersi, come sarebbe
stato opportuno di fare, ma separali si persuasero di potcrsi difendere a mezzo di provvisioni le
quali imporlavano mollo danaro, che si traeva a mezzo di infinite gravezze, e con molte milizie
onde gli uomini migliori vivevano continuamente sotto le armi. I quali due mezzi, ben chiara-
mente deve apparire quanto debbano essere slati contrarii al prosperare dclie arli; sia perchè le
pubbliche cntrate appena bastavano a soppcrire allc spese di guerra; sia perchè assotligliati i censi
privati non permettevano avanzi; sia infine perchè ogni piecolo stato abbisognando continuamente
di truppe, cra forza che tutti gli uomini avvezzassero i loro corpi alle fatiche militari, ed indurassero
gb animi.così che non polevano riuscire disposti ai pacifici studii. Oltreechè questa divisione gene-
rale d Ilalia impediva quelle comunicazioni che tanto ajutano ii progredire delle arti; c loconferma
l’istona, mentre se nell’una o nell’altra provincia sortirono degli ingegni molto svegliali e dei
buoni maeslri, non però cosi presto del loro esempio polerono approfittare altri di alire provincie,
CAPITOLO II. 0
DELLA SCULTURA
esercitatasi ia Maatova
iiarratc le cose appartenenti alla pittura, resta ora a dire di quelle che in qucsto primo pe-
riodo si riferiscono alla scultura, la quale può credersi che inconlrasse più forti ostacoli di quelli
che impedirono alla pittura di progredire ; siccome la scultura sia per bene sia per male operare
ha pure sempre bisogno di mezzi materiali che allora non erano conceduti dalla povertà del paese.
Infatti perchè in questa provincia non si avevano i marmi necessarii allo scolpire, e perchè l’acqui-
starli al di fuori importava un sacrificio di danaro di cui scarseggiava Io stato, lefabhriche repub-
blicane si veggono lavorate tutte di mattoni, apparendo in esse appena l’ uso di qualchc magra co-
lonnetla e di qualche grelto macigno. Yero è che anche ai tempi della repubblica Romana si mura-
rono a questo modo i magnifici tempii nella ricca capitale dcl Lazio ; ma ciò che in lei derivava
da modesta semplicità o da sapiente intendimento che gli animi cittadini non si ammollissero od
inclinassero alla agiatezza ed al lusso, qui non è a dirsi la sola cagione dove un’altra ne apparisce
per sè più naturale, cioè la penuria dei mezzi. Lo che polrà parere vero a chi ponga pensiero come
la Iega o fedcrazione Lomharda stahilita a Costanza sebbene avessc promesso all’Italia nna indi-
pendenza durevole, questa però non potè mantenersi lungamenle, perchè Ia malafede di molti, gli
odii privati e la strabocchevole ambizione dei potenti ingenerando nel popolo lo spirito di ribel-
lione procurarono la rovina dell’ universale. Quindi divisa l’Italia e trinciata in tanti frastagli, ogni
provincia fece corpo da sè e si diede a governare con uno special reggimento senza punto usare
riguardo ai nalurali elcmenli dcìla nazione; dal clie conseguirono molte gelosie fra l’una el’allra
ciltà e molte interne fazioni ed aspre guerre intestine. A qucslo modo i diversi paesi mal soppor-
lando il freno di una autorità nazionalc divennero fra loro nemici, e rodendosi colle discordie in-
degnamente fiaccarono per loro slessi la potenza Italiana che era già abborrila e pur anco temuta
dagli stranieri. Nè ad oppor argine a questi mali posero studio di ricongiungersi, come sarebbe
stato opportuno di fare, ma separali si persuasero di potcrsi difendere a mezzo di provvisioni le
quali imporlavano mollo danaro, che si traeva a mezzo di infinite gravezze, e con molte milizie
onde gli uomini migliori vivevano continuamente sotto le armi. I quali due mezzi, ben chiara-
mente deve apparire quanto debbano essere slati contrarii al prosperare dclie arli; sia perchè le
pubbliche cntrate appena bastavano a soppcrire allc spese di guerra; sia perchè assotligliati i censi
privati non permettevano avanzi; sia infine perchè ogni piecolo stato abbisognando continuamente
di truppe, cra forza che tutti gli uomini avvezzassero i loro corpi alle fatiche militari, ed indurassero
gb animi.così che non polevano riuscire disposti ai pacifici studii. Oltreechè questa divisione gene-
rale d Ilalia impediva quelle comunicazioni che tanto ajutano ii progredire delle arti; c loconferma
l’istona, mentre se nell’una o nell’altra provincia sortirono degli ingegni molto svegliali e dei
buoni maeslri, non però cosi presto del loro esempio polerono approfittare altri di alire provincie,