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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

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Fasc. 3
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De Benedetti, Michele: L' esposizione promotrice in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0226
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M. DE BENEDETTI

iSc

cente ci lascia dubbiosi, se non dovesse assu-
mere un tono più opaco ed un contorno più
sicuro.

Il Barucci ha due paesaggi : I timoleti di Mac-
carese e IJ al foie ceto di Castel Fusano, cui nuoce,
come sempre, la ricerca troppo spinta dell’ef-
fetto; Francesco Bevacqua alcune macchiette
veneziane assai gustose; il Someda due studi
di animali : Una stalla del Friuli ed Idillio cam-
pestre, dipinti con una facilità di tocco ed un
sapore di bell’antico nei chiaroscuri e nel co-
lorito che li rende assai simpatici.

Karl Otto presenta un ritratto del Kopf, no-
bilmente dipinto ; RodriguezMorey una macchia
elegante di acque verdi e di roccie verdi ristrette
in fondo ad una valle e simpaticamente risolta
dalla nota rossa dello scialle della pastorella
e da quella bianca delle pecore. Maurizio Rava
ha due forti studi di figura un po’ ingenui e
un po’ rudi insieme nella tecnica, il che per un
giovine forse non nuoce neppure.

La Via, un viottolo di montagna in cima al
quale compare ancora sotto uno stralcio di cielo
luminoso un povero funerale lontano, dà occa-
sione al Brenda per uno studio di paese, molto
bene intonato e triste e greve come quell’umida
tenebra che invade su dalla valle nella ultima
ora del giorno. Ortiz y Echagùe ha un felice
tentativo di un interno di chiesa: La Messa in
Narbaja. L’ambiente è sentito, e risolto il con-
trasto delle luci rosse delle lampade con quella
chiara e trionfale del giorno ; le figure abboz-
zate in modo sommario, ma deciso e attraente,
ricordano il fare del povero Serra e la maniera
di alcuni moderni pittori brettoni e olandesi. Il
Buzzi ha alcune macchiette di Venèzia, un poco
Antonio Mancini : Povero diavolo cupe e uniformi nella ricerca degli effetti sero-

(Fotografia Danesi) tini, ma forti e sentite; il Mancini uno studio

di nudo, un uomo che si avanza, un Povero
diavolo, quale egli l’ha definito, forte ed evidente come tutte le pitture del nostro bravo ritrat-
tista, sebbene un po’ più bituminoso del solito e del necessario. Coromaldi presenta alcuni
quadretti di genere di una intonazione sua particolare perlaceo-argentea, molto fine: un acqua-
rello specialmente, acquistato dal Re, è una squisita piccola opera di arte. Ma appunto per
questo non sarebbe soverchio il pretendere da lui, già pensionato nazionale per la pittura,
qualche opera di polso che lo portasse innanzi tra i primi, là dov’è, credo, il suo posto ;
un’opera sentita, nella quale la forte concezione corrispondesse alla tecnica che egli già pos-
siede perfettamente.

Arturo Noci espone due figure femminili: Amarillis e Bianca, nelle quali si rivela subito
l’incertezza del pensiero creativo, difetto che potrebbe essere giustificato e compensato sol-
tanto da una grande scioltezza decorativa di esecuzione; si notano invece altre eccellenti
qualità, come un forte disegno, una bella armonia di colore e molta sincerità. Anzi, di questa
 
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