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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

DOI issue:
Fasc. 3
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De Benedetti, Michele: L' esposizione promotrice in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0225

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ARTE CONTEMPORANEA

L'ESPOSIZIONE PROMOTRICE IN ROMA.

entre Venezia e Milano e Parigi e Dresda e Monaco e Berlino
richiamano nei loro saloni celebrati l’aristocrazia cosmopolita
delle opere d’arte, sarebbe ingiusto cercare, come taluno pre-
tende, accolta di nomi sonanti, ricchezza di opere singolari,
nuove manifestazioni d’ingegni e forti caratteristiche di scuole,
nelle Esposizioni promotrici che riappaiono coi fiori c con le
rondini ad ogni primavera nelle maggiori città della penisola.

Le Esposizioni promotrici non possono essere che quelle
che sono ; forse si potrà discutere sulla loro ragione d’esistere,
ma una volta questa ammessa, e visto il numero notevolissimo
delle vendite avvenute anche quest’anno in Roma e altrove,
credo fosse difficile organizzare nei confini di una regione qualche cosa di molto meglio.
Del resto simili Esposizioni rivelano spesso sincerità d’impressioni e metodi forti di studio,
quali non si trovano nelle opere più elaborate delle Mostre maggiori; servono agli artisti
già in fama per ripresentare e anche vendere quadri esposti altrove, o produzioni di poca
importanza; per i giovani sono una palestra dove i loro tentativi subiscono la prima utile
prova della comparazione ed il primo giudizio del pubblico.

Limitate cosile pretese, l’Esposizione organizzata quest’anno dalla « Società degli amatori
e cultori di Belle arti », « degli acquarellisti » e dell’« In artelibertas », può dirsi riuscita; ed essa
avrebbe avuto, penso, anche maggior successo se non le fosse quasi intieramente mancato
il conforto della critica a maggiori faccende affaccendata, e l’aiuto di un po’ di reclame,
che avrebbe richiamato nelle deserte sale pubblico meno scarso.

Cominciando il nostro giro dall’Esposizione della « Società degli amatori e cultori », e
seguendo l’ordine della collocazione, troviamo anzitutto notevole un gruppo di cinque
opere inviate dal de Madrazzo, figlio di celebrato pittore spagnuolo e nipote del grande
Fortuny. Sono ritratti e studi di figura che rivelano tutti intenzioni di gran lunga supe-
riori a quanto la tecnica deh colorire, ancora affannosa ed incerta, sia riuscita ad esplicare,
ma in complesso rappresentano un lodevole risultato di un lavoro amoroso e perseverante.
Guido Boggiani ci manda dall’America del Sud, insieme con libri di viaggio, ricchi di cose
interessanti, un paesaggio : El gran Chaco, dagli effetti troppo violenti per noi e forse ritratti
sulla tela con crudezza eccessiva.

Il Galimberti, un giovane che fa sperare molto bene di sè, offre una delle cose
più pregevoli della Mostra: Viene la luna, una pastorella con alcune pecore, in un pae-
saggio di montagna, tutto involto in una atmosfera vaporosa, azzurrina, perfettamente vera
Al primo piano del quadro le pecore sono dipinte con una solidità e nello stesso tempo
con una misteriosità squisite, e solo la figura della giovinetta profilantesi sopra il cielo lu-
 
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