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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

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Fasc. 2
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Bibliografia artistica
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https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0157

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BIBLIOGRAFIA ARTISTICA

I.

Dizionari, enciclopedie, trattati generali, atlanti, manuali,

Franz Xaver Kraus. Geschichte dcr Christ-

lichen Kunst. Renaissance und Neuzeit.
Erste Hàlfte. Freiburg in Breisgau, 1900.

Con questo volume l’insigne storico dell’arte cri-
stiana, seguendo la sua trattazione, entra nel periodo
del primo Rinascimento, nel dolce primo tempo del-
l’arte italiana che si può dire cominci con santo Fran-
cesco e finisca con frate Savonarola. Ma in questo pe-
riodo, benché delimitato da nomi di tanta importanza
per la storia religiosa, il titolo di « arte cristiana »
cessa di avere un significato determinativo ben rispon-
dente allo stato delle cose, perchè col manifestarsi
dell’individualità dei diversi paesi e delle singole per-
sone, se il contenuto resta sempre cristiano, il carat-
tere differenziale dell’arte si cambia, di modo che più
che d’arte cristiana è conveniente ora parlare di arte
fiorentina, di arte senese, di arte veneziana o meglio
ancora dell’arte di Giotto, dell’arte dell’Angelico o
del Botticelli e dei Bellini. Ora non ha tanto valore
ed importanza il contenuto quanto la forma. Infatti
non è una vera diversità nel sentimento religioso che
dà in questo tempo all’arte delle diverse regioni ita-
liane un’impronta speciale, ma il carattere di cia-
scuna, formato e dalla varia natura circostante e
dalle diverse condizioni politiche, foggia diversamente
gli stessi soggetti e diversamente esprime gli stessi
sentimenti.

Il Kraus per queste ragioni, che colla solita dottrina
e acutezza di pensiero discute e valuta conveniente-
mente nella prima parte del suo lavoro, che potrebbe
dirsi uno studio definitivo sul concetto, sulla natura
e su gli elementi costitutivi della Rinascenza, restringe,
qui dove abbonderebbe la materia, il campo delle sue
ricerche e trovando difficile o impossibile talvolta la
sintesi si accontenta di raccogliere per sommi capi
quello che maggiormente serve a mostrare lo svol-
gersi del concetto artistico cristiano. Nei precedenti
volumi egli lo ha tanto magistralmente determinato
dal suo sorgere fino al fissarsi di tutti gli elementi
iconografici.

Per queste stesse ragioni in un periodo dove tante
opere sono discusse e contrastate agli autori e dove
ferve il cozzo di diverse opinioni, il Kraus, guardando
dall’alto procede con tutta pace senza punte e furori
di polemiche, raccogliendo con giusto criterio quanto
di più sicuro si è venuto studiando e maturando dalla
critica, di modo che il suo libro non ci offre alcuna
novità importante, ma è di buonissima lettura a chi
vuole formarsi un’idea complessiva sull’arte del primo
Rinascimento.

Adottando l’idea del prof. Venturi che la Rinascenza
in Italia altro non sia che il manifestarsi e lo svolgersi
del volgare nell’arte, come l’opera di Dante era stata
raffermarsi del volgare nella lingua e nella letteratura, il
Kraus comincia la sua trattazione con Federico Ile colle
sculture di Capua, di Ravello e coi lavori dei Cosmati.
A Niccolò Pisano dà per patria la Puglia, e dall’arte me-
ridionale mostra provenire il grandioso carattere di lui.

Dopo l’opera dei Pisani nella scultura e dei fio-
rentini e dei senesi nella pittura, l’arte allegorica
claustrale del Trecento, dai trionfi di San Domenico
e San Francesco del Traini, a quelli di tutta la sco-
lastica nel cappellone degli Spaglinoli, fino ai trionfi
di Benozzo e di Filippino, offre buon argomento
all’autore di mettere a prova quel suo talento nella
ricerca teologica ed iconografica che tanto brilla nei
suoi due primi volumi. A questo capitolo giustamente
si unisce nella continuazione dello studio delFallegoria,
quello sul camposanto di Pisa.

Poi coll’architettura del Brunelleschi e le pitture
di Masolino e Masaccio entriamo nell’arte del Quat-
trocento. Dove mi piace di ricordare che nello studio
dell’imitazione dell’antico a Padova, l’A. non parte
dal Mantegna, ma ne ricerca i precursori e mostra
l’importanza del libro dei disegni di Giusto, vanto del
Gabinetto delle stampe di Roma.

Naturalmente l’A. dà molto maggior valore agli
artisti che contribuirono all’elevamento spirituale che
non a quelli che si affaticarono alla ricerca della
forma; così che, mentre accenna appena al Pisanello
e a Gentile da Fabriano, dedica un intero inspirato ca-
pitolo a frate Angelico. Cosi, forse perchè troppo fu
amico di Alessandro VI, poca grazia trovano presso
l’A. le grandi doti pittoriche del Pinturicchio.

L'Arte. IV, 16.
 
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