Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

DOI Heft:
Fasc. 5
DOI Artikel:
Miscellanea
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0400

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
MISCELLANEA

SPIGOLATURE.

Un quadro di Fiorenzo di Lorenzo nella Gal-
leria del Louvre. — È stato detto dal Morelli che
di Fiorenzo di Lorenzo le gallerie straniere, ad ecce-
zione di Francoforte, non hanno esemplari, mentre
nella Galleria del Louvre, nella Salle des sept mètres,
è sempre stata esposta (n. 1415) una delle opere di
quel maestro sotto il falso nome del Pesellino. Ci
piace di rivendicarla al suo vero autore, riproducendo
per la prima volta l’interessante dipinto, dove si rico-
nosceranno a tutta prima dagli studiosi anche quelle
particolarità caratteristiche indicate dal Morelli stesso,
esempio l’orecchio faunino nel santo vescovo in letto.
Ad evidenza, qui ci troviamo innanzi ad un’opera
primitiva di Fiorenzo di Lorenzo, del tempo in cui
risentiva ancora della prima educazione avuta dal-
l’Alunno, ed è di alcun poco precedente a uno dei
meravigliosi quadretti della Galleria di Perugia, in cui
Fiorenzo di Lorenzo raffigurò la scena della resurre-
zione della fanciulla. Lo spettatore nello scomparti-
mento dov’è il santo cardinale che sostiene i due mar-
tiri, sul quadretto del Louvre, e l’altro personaggio
in atto di sorpresa, veduto a tergo, nella visione del
vescovo seduto sul letto, si rivedono di poco mutati
in quella rappresentazione delle storie di San Bernar-
dino a Perugia. I particolari delle figure nei due quadri
concordano appieno: si confronti, ad esempio, le mani
giunte d’uno dei frati in adorazione con quelle del
santo vescovo seduto in letto, e si vedranno tutte e
due col mignolo curvo e l’indice ripiegato.

Gli altri quadretti della stessa serie delle istorie di
San Bernardino appartengono a Fiorenzo di Lorenzo,
meno due che riflettono troppo grossamente le forme
di Nicolò Alunno, ed uno che richiama l’arte di Piero
della Francesca. Ebbene, in quei quadretti, che si
possono considerare propri di Fiorenzo di Lorenzo,
si vedono le mani cadenti, come slogate, identiche a
quella del personaggio che assiste, insieme con un
papa e un cardinale, alla visione del vescovo seduto
sul letto. Un giovane paggio, nella scena dove San Ber-

nardino appare dall’alto d’una porta, e uno de’guer-
rieri in un’altra, tengono ugualmente le mani abbassate,
con il pollice lontano dalle altre dita aperte a raggio.

Nella galleria di Perugia vi è anche un trittico in
cui Fiorenzo di Lorenzo mostra le sue attinenze con
Nicolò Alunno, ed è quello che ha la Madonna in
trono nel mezzo, i due Santi Pietro e Francesco a
destra, Santa Scolastica e Sant’Andrea a sinistra; e,
nella predella, Cristo nel sarcofago tra Maria e Gio-
vanni, fiancheggiati da santi. Anche qui, nel Cristo
nel sarcofago e in altre figure, vi sono le mani ca-
denti con le aperte dita, secondo la forma designata
già dall’Alunno.

In conclusione, i tre dipinti insieme uniti del Louvre,
che sono frammenti di un quadro maggiore, come
lascia supporre il troppo scarso svolgimento dato alle
scene della vita e de’ miracoli del santo cardinale,
sono di Fiorenzo di Lorenzo, e formano una delle
opere che meglio ne spiega la prima educazione, e
che ci persuade come male si apponesse il Passavant
quando fece derivare Fiorenzo di Lorenzo dall’arte
dello Squarcione. Più tardi il nostro maestro si con-
formò alla maniera del Perugino e del Pinturicchio, e
divenne con essi triumviro artistico dell’ Umbria. Al-
lora dipinse gli angioli con le lunghe vesti e i bei
capelli arricciati, con le braccia conserte, le vesti svo-
lazzanti e le fascie aggirantesi in curva nello spazio,
gli angioli gemelli a quelli che il Pinturicchio dipinse
in Santa Maria in Aracoeli e il Pinturicchio nella
gloria dei cieli. Nicolò Alunno si era contentato di
ripetere versi dialettali, Fiorenzo di Lorenzo trovò
alte forme poetiche. Col Pinturicchio e col Perugino
preparò il genio dei nuovi tempi, Raffaello.

A. Venturi.

11 tabernacolo col gruppo del Verrocchio in
Or San Michele. — Anche per l’esimio scrittore d’arte
C. De Fabriczy non sarebbe conforme al vero l’opi-
nione avuta sinora, da me seguita in una recente pub-
 
Annotationen