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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

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Fasc. 4
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Frizzoni, Gustavo: Ricordi di un viaggio artistico oltralpe
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https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0267

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RICORDI DI UN VIAGGIO ARTISTICO OLTRALPE

A Germania (nonché la monarchia austriaca) condivide coll’ Italia
in confronto di altre contrade d’Europa una prerogativa, la quale
consiste nella grande varietà di tipo onde si mostrano impron-
tate le sue città, come quelle che rappresentano altrettanti centri
di civiltà, anticamente autonomi. E un’attrattiva speciale cotesta
pel viaggiatore avviato a visitare appunto i paesi di quella tri-
plice alleanza che da tempo tiene unite in un vincolo di comune
amicizia le nazioni accennate. E ne fece l’esperienza piacevole in
vero lo scrivente nel giro compiuto nella scorsa estate, giro ricco
di svariate ed elevate impressioni.

Ecco il tracciato del viaggio : linea del Brenner, Salisburgo,
Sanct Wolfgang presso Ischi, Praga, Dresda, Berlino, Franco-
forte, Norimberga e Stoccarda. Incominciando dal Tirolo, generalmente conosciuto quasi solo
per le sue bellezze naturali c’ è da persuadersi che alla sua volta porge dei fenomeni interes-
santi nel dominio dell’arte. Paese intermedio fra la Germania propriamente detta e l’Italia,
la sua arte, per quanto improntata di fisionomia essenzialmente germanica, si risentì pure
del vicinato dell’ Italia, come si può rilevare da più di un’opera d’arte di quelle contrade amene.

Non parliamo di Trento, la bella città, eminentemente veneta, con il suo superbo castello,
i signorili palazzi in istile del nostro Rinascimento, parte eseguiti in pietra viva, parte deco-
rati da vivaci pitture murali; le chiese ornate di pregevoli altari e monumenti funerari. Ma
anche addentrandoci nella parte etnograficamente tedesca del Tirolo le impressioni italiane
si fanno spesso valere.

Chi, per esempio, avesse a sostare nell’industriosa città di Bolzano, dove prevale deci-
samente la popolazione di stirpe germanica, di leggieri, percorrendone le strade e le piazze,
avrebbe a constatare la fisionomia italiana di gran parte de’suoi edifici e monumenti di scul-
tura. Ma oltre a ciò vuoisi notare che anche nella pittura de’ secoli trascorsi l’influenza della
vicina Verona si rende ben sensibile. Ed q particolarmente interessante l’osservare come
essa faccia capolino nella prima metà del Quattrocento, in quel tempo, cioè, nel quale
Verona teneva un alto posto nel regno della pittura con un antesignano quale il suo Vittor
Pisano, preceduto nel secolo antecedente da altri egregi artisti : Altichiero e Iacopo Avanzi.

Degne di considerazione ci sembrano, da questo punto di vista, otto tavolette con altret-
tante singole figure di Santi, quali vengono conservate con altre antichità non ispregevoli,
del Quattrocento (massime lavori d’intaglio in legno) nel piccolo Museo artistico cittadino
di Bolzano. Formano una serie compita fra di loro di figure intere, ritte in piedi e munite
dei loro personali attributi e del nome scritto a canto a ciascuno. L’antica grazia della scuola
veronese dà loro un’attrattiva particolare, che si manifesta tanto nella delicata, calda armonia
delle tinte, quanto nelle linee dei contorni e delle pieghe dei loro panneggiamenti. Va notata

L'Arte. IV, 29.
 
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