Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

DOI Heft:
Fasc. 5
DOI Artikel:
Gavini, Ignazio Carlo: Santa Maria Assunta in Assergi, [1]
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0370

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
SANTA MARIA ASSUNTA IN ASSERGI

N alcune valli remote e abbandonate del nostro Appennino
Centrale vi sono paesi che gl’ Italiani non conoscono
neanche di nome e dove pure l’arte di parecchi secoli
lasciò la sua particolare impronta affidata a monumenti che
nessuno guarda e nessuno protegge, paeselli fino a pochi
anni indietro rimasti isolati fra i monti, senza una strada
che li unisse alla via provinciale e a cui solo giungevano
rari ed incerti sentieri, spesso impraticabili per le allu-
vioni e le nevi. Eppure talune di queste località furono
scelte a ritiro prediletto dei monaci che dal v e vi secolo in
poi cercarono un angolo tranquillo e nascosto per riunirsi
e associarsi nella comunanza della nuova religione. Più
tardi attorno al convento i montanari dei dintorni stabili-
rono loro dimora e i monaci, allargando la loro influenza, attirarono gli artisti che dovevano
un giorno lasciare celebrato, se non il loro nome, quello del paese che li ospitò.

Nel cuore d’Italia, e propriamente dove il confine delle provincie di Aquila e di Teramo
s’innalza per l’ertissime rupi del Gran Sasso, Assergi occupa lo sfondo della stretta e pitto-
resca valle del Raiale, su d’un ripiano di roccia che scende ripidissimo nel fiumicello.
Assergi è l’ultimo, paese che si lascia prima di salire alla maggior vetta dell’Appennino dal
versante di Aquila, ed è quindi come un porto per gli amatori di quelle solitudini alpestri.
Arrivando per l’unica via carrozzabile che lo mette in comunicazione con Camarda e con
Paganica, il paesello si presenta sulla ripa di un largo torrente con una sfilata insignificante
di case, le une addossate alle altre; ma il primo edificio che si vede, staccato dagli altri sul
ciglio dello sperone, è la chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta, che mostra
da quella parte la sua facciata posteriore di saldissime e antiche mura di pietrame. Entrando
in paese, dirigendosi verso la parte meridionale si perviene ad una piazza piuttosto vasta su cui
la chiesa prospetta la sua larga facciata.

L’interesse che sveglia questo monumento tanto modesto, ma pur tanto ricco di memorie,
mi spinse a scrutarne i più lievi particolari per tentare di scoprire quello che le scarse notizie
storiche e la barbarie degli ultimi tempi ancora celavano. Ma le mie conclusioni rimasero
incomplete e le ricerche non poterono avere tutto il loro sviluppo, giacché mentre l’edificio
all’esterno conserva in gran parte la sua costruzione, all’interno cela, dietro una decorazione
barocca, il suo vero e classico organismo. Avviene dunque anche qui, come in tante altre
chiese, di dover notare la sgradevole sconcordanza della decorazione interna con lo stile della
facciata. A questa, la grande e pura semplicità del Rinascimento fa perdonare se copre la
vera forma organica dell’edificio; ma nell’interno la decorazione barocca non compensa
la deturpazione che subì il monumento nel medio evo. Comunque sia, tale decorazione, ado-
perata con fortunosa parsimonia, non riuscì a celare in ogni sua parte la primitiva costru-
 
Annotationen