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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

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[Appendice]: Arte decorativa
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Brunelli, Enrico: La collezione di stoffe antiche della signora Isabella Errera
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https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0485
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ARTE DECORATIVA

Per molto tempo dagli storici italiani e stranieri si giunse persino a credere che l’intro-
duzione nell’isola delle seterie non datasse che da Ruggero II. Quando Ruggero compiè,
nel 1147, la sua spedizione di Grecia, narra il vescovo Ottone di Frisinga che esso trasse
prigionieri a Palermo maestri abilissimi nell’arte del tessere: « Quos Rogerius in Palermo
Siciliae metropoli collocans, artem illam texendi suos edoc£re praecepit, et ex hinc praedicta
ars illa, prius a Graecis tantum inter christianos habita, Romanis patere coepit ingeniti ».1
Ma l’arte già fioriva nell’isola, diffusavi dai maestri saraceni, in precedenza dei bizantini.
E noto il fatto, tramandatoci da Abu-Mehasin nella sua storia d’Egitto, che Abda, figlia del
califfo fatimita Moèzz (x secolo), possedeva un grandissimo numero di stoffe seriche siciliane.2
Ma il miglior documento ci è dato dal famoso mantello imperiale della incoronazione, con-
servato a Vienna nel tesoro di casa d’Austria, che fu, come dalle iscrizioni risulta, eseguito
in Palermo da artisti saraceni nel 1133. Un tessuto bellissimo della collezione Errerà, con

Fig. 5 — Collezione Errerà n. 4 - Stoffa siciliana del secolo xi (?)

aquile affrontate tra palmette stilizzate (fig. 5), sembra potersi attribuire a questo primo periodo
dell’arte tessile arabo-sicula, non potendo assegnarglisi una data posteriore al secolo XI.

Ma se il passo del vescovo Ottone contiene un errore storico, che ha dato origine ad
un’errata tradizione, non ne è infirmato per questo il fatto che maestri bizantini chiamati
da Ruggero o da lui tratti a forza, siano sopravvenuti in Sicilia e v’abbiano operato, accanto
ai maestri saraceni che li avevano preceduti. Ciò è confermato da altri cronisti, degnissimi
di fede, come da Niceta Coniate, che afferma come Ruggero alla pace con l’impero bizan-
tino restituisse i prigionieri salvo quelli che erano manifatturieri valenti; e dice ancora come
al suo tempo, cioè nei primi anni del secolo XIH, si vedessero in Palermo corinti e tebani
impiegati a tessere stoffe preziose ornate d’oro.3 Crediamo pertanto non fondata, nè logica-
mente necessaria, l’ipotesi dello Springer, secondo la quale Ottone avrebbe scambiato i maestri
nell’arte del tessere con i mosaicisti, venuti dall’impero bizantino in Sicilia. 4

Accanto al persistente fiorire dell’arte araba, a cui parrebbe dalla descrizione della
Palermo normanna di Ibn-Giobair che fosse dovuto lo splendore artistico di Palermo nel

1 Ottonis Frisigensis, Gesta Fridericì Imp., lib. I, 3 Exxerpta. Caruso, Bibl. hist. Sic., II, 1160-1164.

pag. 33 (Pertz, Mon. Germ. Hist. Script., 20). + Springer. Die mitlelarteliche Kunst in Palermo.

2 Amari, Storia dei Musulmani di Sicilia, Firen- Bonn, 1869.
ze, 1858, II, 448-449.
 
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