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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 1
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Testi, Laudedeo: Il monastero e la chiesa di Santa Maria d'Aurona in Milano secoli VIII - XI - XVIII, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0072
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28

LAUDEDEO TESTI

1868 e l’inverno 1869,' si fecero grandi demolizioni e larghi scavi per preparare l'area neces-
saria alle fondamenta del grandioso palazzo della Cassa di Risparmio. Fu atterrato in quella
circostanza il palazzo dell’Intendenza militare, detto anche del Genio, in esso e in altre fab-
briche vicine si rinvennero, sepolti nel terriccio o usati come materiale di costruzione nelle
fondazioni della ex-chiesa di Santa Barbara, numerosi frammenti scolpiti, alcuni semplice-
mente decorativi, altri di carattere organico. Di questi avanzi medioevali che tornavano
improvvisamente alla luce, insieme a frammenti lapidari di varie età ed a ruderi granitici
di mura romane, si occuparono subito vari periodici,2 in modo piuttosto fugace e superfi-
ciale. Il primo a scriverne con larghezza fu, per disgrazia, l’abate Antonio Ceruti,3 dottore
dell’Ambrosiana, oggi meritamente dimenticato, noto allora come illustratore degli Statuto,
caligariorum et sartoriali, delle cronache di Galvano Fiamma e autore d’altre opere, infar-
cite d’erudizione scorretta e prive assolutamente di critica e di metodo. Derivando in parte
dal Giulini, ma molto più dalla vivace fantasia, il Ceruti creò un vero romanzo storico-ar-
chitettonicó, che moltissimi scrittori di storia dell’arte riprodussero a gara, per biasimevole
pigrizia intellettuale. Ove si tolga in parte l’Ambiveri,4 a nessuno passò, mai pel capo di
indagare se i voli pindarici del Ceruti andassero d’accordo con la storia e con la cronologia,
nessuno pensò a rileggere attentamente il diploma di Anseimo IV arcivescovo; sebbene quel
documento l’avessero pubblicato e interpetrato con esattezza e da tempo, il Sormani, il Giu-
lini e il Fumagalli. Nessuno pensò mai infine, di analizzare il Ritmo mediolanense, cercando
in esso e nella tardiva epigrafe di Teodoro, le ragioni storiche di avvenimenti lontani e cali-
ginosi. E meno che mai badarono che il Ceruti, nella medesima pag. 796 disse: «Nell’anno
1099 fu costrutta la nuova chiesa di Santa Maria, ecc. » e poi: « alla riedificazione della
chiesa avvenuta nel 1099 credo appartengano quei due capitelli, ecc. ».

Anche l’acutissimo Cattaneo s accettò di seconda mano dal Selvatico ed a occhi chiusi
il nuovo romanzo storico, il quale, ritenuto dal Cattaneo come Vangelo, cozzava fortemente
con le sue personali convinzioni estetiche, e lo poneva in gravissimo imbarazzo, obbligan-
dolo a discutere non sul contesto di fatti storici, ma soltanto sulla breve iscrizione comme-
moratizia di Teodoro e sui caratteri stilistici degli avanzi. Terreno instabile questo, tanto più
che il Cattaneo non istituì confronti numerosi con altri avanzi d’età provata.

In tal modo egli si chiuse la via e non arrivò a convincere, anzi fu strigliato fortemente
dal Beltrami,6 a torto però, poiché quest’ultimo, pur facendo la voce grossa contro il Cat-

neirarchitettura, parte II, Voi. I, fase. 28, pag. 333)
dice: «I capitelli lombardi più antichi e conosciuti
appartenevano alla chiesa e al. con vento (?) di Auro-
na ». Cade anch’egli nell’errore di credere quei capi-
telli opera del secolo vm, mentre nella stessa pagina,
ritiene un medesimo capitello « dell’epoca in cui fu
ricostruita la chiesa ». Altro errore questo, comune a
moltissimi. Santa Maria d’Aurona nel 1099 non fu sol-
tanto restaurata o rifabbricata, ma fu costrutta ex novo
in altra parte del monastero. Il Melani si contraddisse
ancora nel Manuale di architettura, 3“ ediz , pag. 232,
scrivendo: « I.a chiesa di Santa Maria d’Aurona è
costruzione del secolo vm... Ma già questo è il punto
più diffìcile della storia architettonica nazionale e chi
sa che sorprese ci riserva quegli che vorrà paziente-
mente indagarlo ». Anche il Venturi parla di questi
avanzi a pag. 166 e 214 del II volume e in modo più
largo a pag. 6 del III volume della sua Storia dell’arte,
e con lui molti altri che avremo occasione di nomi-
nare nella rassegna bibliografica.

1 II Beltrami (op. cit.) a pag. 16 dice: «1868»; a
pag. 17 : « nello stesso anno 1869 ». L’espressione non
è precisa.

2 Perseveranza, 4 settembre 1868 e 20 gennaio 1869;
Gazzetta di Milano, 25 febbraio, 3 e 20 marzo 1869;
Pungolo, 2 marzo 1869. Più tardi : Le conversazioni
della domenica, anno IV, Milano, 6 gennaio 1889, n. 1,
pag. 3 e 4, nell’articolo di L. Ambiveri: L’atrio della
basilica di Sant’Ambrogio in Milano.

3 A. Ceruti, Sulle antiche mura milanesi di Mas-
simiano (notizia in «Miscellanea di storia italiana»),
tomo VII, Torino (1869), pag. 785-806 ; vi è unita
una carta del secolo xiv, la quale riproduce malamente
il giro delle mura milanesi.

4 Loc. cit.

5 R. Cattaneo, L'architettura in Italia, Venezia,
M.DCCC.LXXXIX, da pag. 115 a 118, con 9 figure.

6 Loc. cit., pag. 29-31, e in Archivio storico del-
l'arte, anno II, 1889, Raffaele Cattaneo e la sua opera:
L’architettura in Italia, da pag. 468 a 477.
 
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