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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 1
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0104
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6o

MISCELLANEA

tura e il gusto degli attuali proprietari furon tali, che,
sebbene alcuni pezzi non si potessero ritrovare, il bas-
sorilievo fu ricomposto e restaurato colla più perfetta
cura e col più fine criterio artistico: si rimisero sol-
tanto di nuovo alcuni pezzi nel fondo e si ricoperse
con tinte neutre qualche troppo appariscente scheg-
giatura : onde a prima vista si afferra subito tutta la
linea della composizione e l’effetto policromo.

Non molti hanno avuto la fortuna di poter vedere
quest’opera, se non dalla fotografia qui riprodotta, che
ne fece il Brogi diversi anni fa e che non rende chia-
ramente la perfezione del lavoro. Non pertanto anche
dalla fotografia essa fu riconosciuta opera di scuola
Verrocchiesca: i tipi dei volti, le forme delle mani

e delle pieghe e il gusto dei pochi ornamenti lo indi-
cano chiaramente.

Ma ciò che afferma il nome stesso del Verrocchio
è la finezza, con la quale quei corpi sono modellati,
la leggerezza dei panni, l’espressione profonda e dolce
del Cristo, che rammenta quello di bronzo di Orsam-
michele, la grazia giovanilmente affettuosa di quei
due angeli «che paioli si al vento esser leggieri », la
forza di vitalità di quei guerrieri nella varietà dei loro
atteggiamenti, e sopratutto l’impronta d’una mano
robusta e delicata, sicura di eseguire ciò che il senti-
mento le detta, senza calcare le orme altrui, la mano
insomma d’un maestro dell’arte. Bisogna poter osser-
vare da vicino quel corpo di soldato seminudo, a destra,
per vedere con che forza, con che senso di bellezza
quelle gambe sono trattate e come gli occhi di lui ap-
pena desti sembrano subire il fascino della luce divina ;

con quale efficacia è riprodotto il sonno profondo di
di quel vecchio guerriero dalla lunga barba, che gli
sta dietro; quanta vita spira dal volto giovanile, ma
rude di quell’altro in armatura di ferro, che ' dorme
lungo disteso dal lato opposto, mentre dietro a lui
un soldataccio dal volto brutale, modellato con sicu-
rezza stupenda sorpreso e interrorito grida a squarcia-
gola. Disgraziatamente il terzo da quel lato è stato il
più maltrattato dalla sorte, perchè manca della testa
e di parte delle braccia : ma si direbbe, che, destato
anche lui di soprassalto, tentasse alzarsi per fuggire
e intanto facesse il gesto di pararsi il volto dalla luce
ond’era abbagliato. Anche l’angiolo da quella parte
manca, pur troppo, di metà del viso: ma, nonostante
tale mancanza quanta tene-
rezza esprime nella movenza
del corpo delicato, che s’in-
travvede sotto i panni sottili !
L’altro invece mostra intatto
il suo fine profilo, intensa-
mente assorto in atto di pre-
ghiera verso il Salvatore, la
cui figura grandeggia isolata
nel mezzo in atto di benedire.

È interessante di osservare
il rapporto che vi è tra questa
Resurrezione e quella famosa
di Luca dalla Robbia in Santa
Maria del Fiore, dalla quale
evidentemente è tolta in linea
generale, e che riproduco per
l’interesse speciale del con-
fronto.

Il Cristo è quasi nella stessa
posa : solo ha già la ondu-
lazione del corpo caratteri-
stica della scuola del Verroc-
chio e quel portamento di
testa particolare, che si ri-
trova nel busto di donna in marmo e nella Ma-
donna di terracotta del Bargello, nonché in molte
altre figure del Maestro. Più umano nel suo sguardo
misericordioso verso la terra che abbandona, mostra
sempre più allontanarsi dal misticismo trecentista, che
appare ancora nel Cristo di Luca. Vi è lo stesso nu-
mero di guerrieri, disposti quasi nello stesso modo,
tra le due medesime piante; ma il realismo trionfante
impose, che, invece che immersi nel sonno, come
quasi sempre si vede nelle composizioni anteriori, essi
fossero rappresentati nell’atto di destarsi di soprassalto
al rumore della tomba scoperchiata e al bagliore della
luce divina.

Questo così leggiero discostarsi dalla composizione
tradizionale in un’epoca di evoluzione artistica inin-
terrotta, mostra non essersi il Verrocchio ancora inte-
ramente affermato nella propria individualità, pur

Luca della Robbia : Resurrezione. Firenze, Santa Maria del Fiore
(Fotografia Brogi)
 
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