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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 1
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0122
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76

MISCELLANEA

monto. Il gruppo della Madonna col Bambino rimane
completamente nell’ombra, e gli ultimi raggi di luce
del giorno che muore illuminano le figure dei Santi.
Fra questi il Battista è rappresentato dal maestro, os-
sequente alla cronologia biblica, in aspetto virile, con
barba breve e colla capigliatura inculta che scende ab-
bondante e folta sugli omeri. Non è tuttavia il macero
profeta del deserto; è un uomo nel vigor dell’età e
delle forze, dalla cui figura spira un’energia quasi sel-
vaggia. Le carni rossiccie, con ombre nere fortissime,
sono lasciate quasi interamente a nudo dal mantello,
d’un rosso crudo e intenso, caratteristico nel Montagna.

Al senso di severità e di forza che spira nelle figure
laterali fa contrasto la bellezza del gruppo centrale.
La Madonna è fra i tipi più nobili ed eletti creati dal
Montagna. È seria, ma serena ; stringe premurosamente
con la destra il corpicciuolo del Bambino vivace, ma
guarda avanti a sè con aria di maestà, composta e so-
lenne. Sovra la veste d’un rosso vellutato, la ravvolge
sino al capo il manto d’un azzurro intenso ; le carni,
più chiare di tinte rispetto a quelle dei santi, sono for-
temente ombrate di nero. L'intonazione generale del
gruppo riesce bruna, come tende al bruno la cortina
su cui esso spicca ; e in questa soprapposizione di bruni

Bastiano Mainardi: Madonna col Bambino
Venezia, Palazzo Caregiani

Egli volge la mano sinistra verso il Bambino con gesto
oratorio, mentre dall’altro lato il S. Francesco, drap-
peggiato in una tunica, dalle larghe pieghe magistral-
mente segnate, guarda pensieroso e triste lo spettatore.
La sua testa non ha la mistica dolcezza propria del
santo di Assisi, ma, smunta e fosca di tinte, esprime
potentemente la fisonomia di un asceta che guarda al
di là della terra e della vita.

I santi non hanno l’esecuzione rude delle primitive
opere del Montagna ; i contorni vigorosamente segnati
non sono però taglienti. Il panneggiamento mostra nelle
pieghe una grandezza semplice, le parti nude rivelano
un profondo studio del corpo umano; e alla perfezione
rigorosa del disegno risponde il magistrale trattamento
del chiaroscuro, dal quale le figure emergono scultorie
ma senza eccesso di durezza.

si spiega tutta l’arte meravigliosa del maestro nel co-
lore e nel rilievo. I diversi piani sono determinati con
vigore scultorio; sembra che il gruppo balzi fuori, vi-
vente, dal fondo. Se come colorista il maestro ha rag-
giunto altrove non minore energia, non si ritrova forse
in alcun’altra sua opera tanta plastica evidenza L
La tavola è, come abbiamo accennato, del periodo
migliore del Montagna; quand’egli, dopo aver sentito
Giovan Bellini e il Carpaccio, ha raggiunto tutta la
perfezione tecnica, e la pienezza dell’equilibrio e della 1

1 È da notare il fàtto che, in questo quadro, il pittore ha fis-
sato molto in basso la linea prospettica e ha quindi disegnato le
sue figure, come se fossero situate a un livello più alto del nostro.
Ciò che potentemente contribuisce all’ impressione di solennità e
di grandezza che è data dall’opera, e in particolare dal gruppo
centrale.
 
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