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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 1
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Venturi, Adolfo: La scultura veneta a Bologna (Fine del XIV - principio del XV secolo)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0080
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LA SCULTURA VENETA A BOLOGNA

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nelius dubitò dell’attribuzione della Ma-
donna di Ferrara a Jacopo, per la sem-
plicità di attitudine e la calma d’espres-
sione in contrasto con lo stile ordinario
del maestro. Certo è che vi sono forme
arcaistiche le quali non si vedono mai
in Jacopo: la chioma dai capelli setolosi
e grossi della Madonna, la testa tondeg-
giante sopra un carnoso collo cilindrico,
la corona regale, le pieghe ampie che
ricadono in lunghe fuggenti linee curve,
l’arrotolarsi e arricciarsi dei lembi dei

Fig. 6 — Paolo Bonaiuto di Venezia (?) : San Paolo
Bologna, facciata del San Betronio
(Fot. Cassarini di Bologna)

drappi e delle vesti. Ma la mancanza di
opere della prima giovi nezza di Jacopo
rende dubitosi a negargli risolutamente
la Madonna di Ferrara: a noi basti di
osservare che essa non corrisponde a tutte
le opere di lui conosciute sin qui, e che
essa presenta le forme di Piero e di Jacopo
dalle Masegne. Ricordiamo come il ca-
dere del manto di quella Madonna, in una
linea trasversale, come tirato da destra a
sinistra, abbia riscontro nella figura della Vergine incoronata della pala d’altare dei dalle
Masegne in San Francesco di Bologna, ma anche di altri maestri venezhmi, che influirono
sullo spirito e sull’opera di Jacopo della Quercia. Oltre Andrea da Fiesole, al quale Jacopo
ricorse, come abbiamo veduto, vi sono altri maestri veneziani, a Bologna, che ebbero con lui
comune la vivezza e la forza degli atteggiamenti.

A Bologna, nel Museo civico, serbansi molte altre urne degli antichi lettori del suo

celebre studio: oltre questi che abbiamo
citato, ve ne sono alcuni assegnati a Ja-
copo Fan frani di Venezia, maestro che
avrebbe precorso Jacobello e Pier Paolo
dalle Masegne nella dotta città. Uno di
essi, il sarcofago di Giovanni d’Andrea
Calderini, detto l’arcidottore, che tenne
scuola di canoni in Padova e Bologna,
dovrebbe risalire al 1350 circa, poi che
l’arcidottore mori di peste il 7 luglio 1348;
ma è una povera scultura, di disegno
malfermo, notevole solo per il tentativo
che si manifesta di rendere la varietà del-
l’attenzione negli uditori. Peggio gli altri
sepolcri di Bonandrea de’ Bonandrei, let-
tore de’Decretali (j 1333), e di Pietro
Cerniti (J 1335), lettore di diritto civile!
Tutti e tre, pure avendo analogie parec-
chie, sono ben differenti dalle eleganti
sculture di Taddeo Pepoli in San Dome-
big- 7 — Paolo Bonaiuto di Venezia: San Floriano nico di Bologna assegnate al Lanfrani,
Bologna, facciata del San Petronio invece per noi ad evidenza di maestro

(Fot. Cassarini di Bologna) toscano. Non è possibile di mettere a
 
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