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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 2
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D'Ancona, Paolo: Gli affreschi del Castello di Manta nel Saluzzese
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0145
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PAOLO D'ANCONA

la serie intera dei personaggi subisca una radicale alterazione e non più si scelgano gli eroi
tra i rappresentanti delle varie credenze, ma si preferisca o una lista più omogenea o di
diversa natura. Di là dalle Alpi, ad esempio, accanto a quello dei Prodi godrà fortuna il
canone dei Dodici Pari di Francia. 1

In Italia, specialmente nella zona settentrionale, si ebbero parecchie di queste rappre-
sentanze di cicli onorifici, affini a quelle dei Prodi. Sappiamo che a Milano nel castello di
Azzo Visconti2 a seguito di Vanagloria trovavan posto eroi e paladini tratti dal mito, dalla
storia antica e contemporanea: Enea, Attila, Ettore, Carlomagno, lo stesso Azzo, Cangrande
e persino Virgilio ed Orfeo. Nel castello Scaligero di Verona, 3 l’Altichiero e l’Avanzi rap-
presentarono illustri personaggi entro medaglioni. A Padova la sala principale del castello
dei Carraresi, 4 5 detta dei Giganti, recava le figure dei dodici Cesari con evidente ispirazione
del De Viris petrarchesco.

La Toscana, come è noto, alla fine del XIV secolo occupa un posto a parte, e l’arte
aulica non vi penetra che di riflesso. La forma stessa del Governo democratico mal si pre-
stava a glorificazioni di simil genere, nè prima di Andrea del Castagno ne incontriamo veruna.
Tuttavia, un artista tutto toscano, Giottino nel 1369 dipingeva una sala con uomini famosi
in Roma per commissione degli Orsini. 3 E sempre in Roma gli affreschi di Raffaello
nascosero per sempre nelle stanze Vaticane gli antichi eroi di Melozzo e di Piero della
Francesca. 6 E già prima Giotto stesso li dipingeva a Napoli circa il 1330 per ordine di
Roberto in una sala di Castelnuovo Dell’opera insigne, oggi scomparsa, rimane ricordo in
una corona di sonetti del XIV secolo, pubblicati da Giuseppe De Blasiis, 7 i quali almeno
ci apprendono i nomi delle persone rappresentate.

Ma più che in Italia il ciclo dei Prodi doveva trovar fortuna nel suo paese d’origine,
in quella corte raffinata di Francia, vero focolare della vita cavalleresca nel XIV secolo. La
nostra leggenda vi era addirittura popolare. Si scorrano solo gli antichi inventari di regnanti
e di principi, e sempre i Prodi cadranno sott’occhio.

Secondo il Guiffrey 8 una delle prime figurazioni deve risalire a circa il 1360 e venne

1 Alexandre Pinchart, Hìstoìre de la tapisserie
dans les Flandres, pag. 23, Paris, 1878-85. Vi si ricor-
dano >.< deux tapiz ouvrez chascun des XII Pers de
France.

2 Gualvanei de la Fiamma opusculum de rebus gestis
Azonis Vicecomitis. Muratori, R. I. S., XII, 1011,
citato in VoN Schlosser, op. cit., pag. 82.

3 Vedi Vasari, Vita dì Viilor Carpaccio.

4 Von Schlosser, op. cit., pag. 41.

5 Schubring, Repertorium fiir Kunstwissenschaft,
XXIII, pag. 425.

6 Un’altra figurazione, per quanto incompleta, dei
Prodi è nel Palazzo comunale di Siena, affrescata da
Taddeo di Bartolo. Nel palazzo di Cosimo de’Medici
a Milano Foppa rappresentò otto imperatori romani.
Paolo Uccello li effigiò nella tavola ora al Louvre e
Ghirlandaio in una sala del Palazzo comunale di Fi-
renze (vedi Weisbach, op. cit., pag. 24). Pio II, nei
Commentari, ricorda come in occasione della sua en-
trata solenne in Viterbo fosse apparecchiata una ca-
mera suntuosa ed un purpureo letto, con « antiche
storie, conteste di seta, df lana e d’oro, e immagini
d’uomini illustri ,Cfr. D’Ancona, op. cit., I, 237).

7 In Napoli Nobilissima, IX, fase. V. Il canone è

qui un poco diverso. Gli eroi sono; Alexandro, Sa-

lonro, Hector, Aeneas, Achilles, Paris, Hercules, Si-
rneon, Caesar. Le dame sono: Roxane regina di Saba,
Andromeda, Dido, Polyxena, Helena, Deianeira, De-
fila, Kleopatra. Interessanti i Sonetti dì dame antiche
innamorate, della fine del 300, composti certo per il-
lustrare pitture, riportati nel codice Magliabechiano,
II, II, 40.

8 Vedi Mémoires de la So eie té des antiquaires de
France, pag. 103, anno 1879. Il Guiffrey giustamente
crede che uno dei principali elementi di diffusione del
nostro gruppo d’onore dovettero essere le carte da
giuoco: « L’époque de la plus grande popularité de ces
guerriers coincide avec la découverte des cartes à jouer;
il était donc tout naturel de donner aux figures du
nouveau jeu les nonrs des héros à la mode. Et, de
fait, 011 en retrouve plusieurs sur les plus anciens
exemplaires connus des cartes à jouer. Les jeux qu’011
fabrique aujourd’hui ont rétenu quelques-uns des noms
de l’origine. Les trois preux du paganisme sont restés,
Hector est le valet de carreau, Alexandre le roi de
trefle, Cesar le roi de carreau. L’histoire sainte a David
(roi de piqué) et le moyen-àge Charles t'roi de coeur) ».

Vedi pure Les planches en bois de M. Vital Ber-
thin a Beaurepaire, fatte probabilmente per carte da
giuoco (cfr. Merlin, op. cit., pag. 109),
 
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